Secondo Mark Mathieson, amministratore delegato della Green Highland Renewables, un'azienda di consulenza e costruzione di impianti idroelettrici, l'industria idrica della Gran Bretagna è destinata a scomparire nel corso del prossimo decennio: il governo conservatore, con la recente revisione delle tariffe feed-in (un meccanismo politico che mira a far accelerare gli investimenti sulle rinnovabili) ha mostrato di aver smarrito il punto riguardo all'energia idroelettrica.
Durante il 2015, la Green Highland Renewables, per la costruzione di più di una dozzina di impianti nelle Highland, ha impiegato 20 persone, in maniera diretta, e ha lavorato con più di 250 appaltatori e subappaltatori provenienti da oltre 20 aziende locali: un totale di 1700 persone, in tutto il settore. L'opinione del signor Mathieson è che questo sistema crollerà e che almeno l'80 per cento di questi lavori – e di questi lavoratori – scomparirà entro il 2020, visti i tagli radicali (del 37 per cento) annunciati per quanto riguarda le tariffe del mini-idroelettrico dal Dipartimento per l'Energia e per i cambiamenti climatici (DECC), a dicembre dello scorso anno. La revisione del Conto Energia è stata molto forte e sembra non aver messo in conto che l'energia idroelettrica è stata una parte del mix energetico della Gran Bretagna per più di un secolo.
Anche la British Hydropower Association (BHA) ha scritto al ministro del DECC Ambra Rudd per rendere nota la preoccupazione riguardo a questa revisione che ha frainteso, secondo loro, il ruolo che l'energia idroelettrica gioca nella generazione rapida e nell'energia on-demand di sera e d'inverno – quando è più necessaria. Hanno pregato il ministro di ripensarci e hanno chiesto un incontro per esplorare nuove opzioni.
09-02-2016