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UOVE PADANE
Vi ricordate la scena in cui Fantozzi si appresta a guardare la partita dell'Italia in tv e la voce narrante fuori campo racconta di frittatone alla cipolla, familiare di Peroni gelata e rutto libero? Ecco, vedendo ieri le immagini della Lega radunata a Pontida ho avuto l'impressione che l'assembramento di camicie verdi fosse ispirato più o meno da quello stesso leit-motiv. Certo, il frittatone alla cipolla è stato necessariamente sostituito dalla più nobile e padana salamella, ma quanto a rutti, state pur certi che gli scherani di Alberto da Giussano non temono confronti. Così, armatomi di certosina pazienza e pronto ad affrontare con piglio combattivo il meteorismo pirotecnico dei figli del Po, mi sono sentito tutte, ma proprio tutte, le brevi interviste rilasciate dai militanti leghisti, scoprendo, per la prima volta in modo davvero compiuto, che esiste un mondo parallelo al nostro, a cui si giunge attraverso un varco spazio temporale della costellazione Cassoeula. Slogan da stadio, cori da curva, spadoni e paludamenti teutonici, celodurismo da un tot al chilo, battute sconce, volgarità assortite e discettazioni filosofico-politiche sviluppate a colpi di dita medie e polenta taragna. Il tutto ovviamente condito da un italiano a dir poco claudicante, affetto da una grave forma di congiuntivite (patologia incurabile che colpisce ogni frase pronunciata, trasformandola al tempo indicativo non appena esce dalla bocca), e in cui i tentativi di consecutio temporum naufragono in perniciosissimi soliloqui connotati da abnorme dislessia.
Nulla però al confronto degli oratori (si fa per dire) che si sono succeduti sul palco del raduno. All'ora di pranzo, un sempre più farfugliante Bossi, dall'incerto equilibrio e coi capelli leccati presumibilmente da una vacca frisona proveniente dagli allevamenti di Cittiglio, mi ha indotto un effetto digestivo che nemmeno una pinta di amaro Giuliani. Per una mezzoretta abbondante, infatti, l'uomo ha delirato di riforma fiscale, di leadership e di altre amenità assortite, anche se, a dire il vero, ho dovuto rivedere tre volte la registrazione per riuscirne a decifrare un vago senso compiuto. Immagino quindi l'effetto che tale prolusione abbia avuto sul pubblico festante e già abbondantemente intorpidito da litri di bonarda ed eflluvi intestinali. La vera randellata che mi ha mandato in crisi di identità è stata però la boutade sui Ministeri al nord. Non tanto per quello che ha detto l'Umbertone (che tanto non ci crede nessuno, tanto meno lui ), quanto perchè, subito dopo averlo ascoltato, ho pensato: " Ma questa è una boiata pazzesca! ". La cosa sconcertante è stata apprendere che anche Alemanno, nel commentare la questione, aveva usato le mie stesse precise parole. E avere i medesimi procedimenti logici di Alemanno, ne converrete, non è cosa che possa lasciare tranquilli. Tuttavia, se l'intervento di Bossi è stato veramente difficile da decifrare, non certo nei contenuti, quanto piuttosto nella forma, quello di Maroni invece è stato chiarissimo. Anzi, direi di più: limpido come un brodo primordiale di vacuità, in cui galleggiavano come cipolle appassite slogan da osteria travestiti da analisi politica. D'altra parte, cosa aspettarsi da un pirletta imbellettato con un sorrisino stolido e nascosto dietro rossi occhialini fashion (ieri in versione fotocromatica), che cerca di mascherare con giacca e cravatta gli effetti esiziali di un'infanzia difficile? E pensare che la base, lo vorrebbe premier. Maroni premier. E perchè non Topo Gigio o Tiramolla? Certo, bisogna ammettere che da un punto di vista qualitativo tra lui e Berlusconi il gap è notevole: passeremmo infatti da un Primo Ministro pluriprocessato e plurindagato ad uno già pregiudicato.
Un bel passo avanti davvero. Insomma, mi sono dovuto sorbire deliri razzistoidi, gare di anacoluti, il Trota in versione Giro della Padania, gli occhi spiritati alla grappa di Calderoli (un ministro che fa della volumetria alcolica il suo punto di forza) e le discettazioni di filosofia teoretica di Borghezio, sintesi sublime fra Ted Bundy e un attacco di sciolta quando soffri di ragadi. Eppure, non pago di tutto ciò, alla sera mi ero apprestato a sorbirmi anche "In Onda", programma di approfondimento politico di La7, con ospite Matteo Salvini. Matteo Salvini: la faccia buona della Lega, il nuovo padano che avanza, il 'maître à penser' dei giovani 'Insubri', l'ala colta delle falangi verdi. Il quale, a domanda, così esordisce: "Abbiamo messo a tacere tutti quelli che pensavano che la base ci avrebbe tirato UOVE marce". Uove, per Dio. Uove: plurale del singolare uova. Un uova, due uove. Ho cambiato canale.
(Blackswan, 20/06/2011 - Fonte)Published by: http://cuba-italia.blogspot.com
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