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L'ILGA boccia l'Italia sui diritti gay

Da Pianetagay @pianetagay
L'ILGA boccia l'Italia sui diritti gayL'Italia è un paese poco gay-friendly e non tutela abbastanza i diritti degli omosessuali. A stabilirlo è l'ILGA-Europe, l'associazione regionale per l'Europa che difende i diritti degli omosessuali, che in un recente articolo ci boccia sonoramente.
Tra i Paesi che fanno parte dell'Unione peggio dell'Italia fa solo Cipro, mentre nell'intero continente - rivela l'associazione - ci sono alcune nazioni come Armenia, Azerbaijan, Macedonia, Russia, Turchia e lo stesso Cipro che violano e discriminano apertamente i diritti degli omosessuali. Nella pagina dedicata all'Italia, l'associazione sostiene che nel bel Paese, sebbene la discriminazione sessuale sia proibita dalla Costituzione, a differenza di ciò che accade in tanti Paesi dell'Unione Europea non esiste ancora alcuna norma che disciplini le unioni tra persone dello stesso sesso o che permetta l'adozione a cittadini omosessuali. I Paesi che maggiormente tutelano gay e lesbiche nell'Unione - continua l'associazione - sono l'Inghilterra, la Svezia e la Spagna che da anni ormai hanno approvato leggi che garantiscono i loro diritti. Ma se in Italia essere omosessuale per molti risulta ancora un problema, a Cipro - racconta la rivista online - va anche peggio. Nel territorio settentrionale dell'isola, controllato dalla Turchia, l'omosessualità è illegale e negli scorsi mesi sono stati eseguiti diversi arresti di persone gay, tra cui l'ex ministro delle finanze greco-cipriota Michael Sarris. Tre anni fa ILGA-Europe lanciò la campagna "Be Bothered" che s'impegnava non solo a promuovere leggi e iniziative comunitarie a favore dei diritti delle persone lesbiche, gay e transgender, ma aveva come principale obiettivo il riconoscimento dell'omofobia e della transfobia come reato. La Commissione Europea propose nel 2008 una norma antidiscriminatoria che garantisse i diritti non solo della comunità gay e lesbica, ma di diverse minoranze tra cui i disabili, gli anziani, i gruppi religiosi e etnici. Tuttavia vari Paesi, guidati dalla Germania, affermarono che i diritti delle minoranze erano disciplinati dalle leggi nazionali e la norma si bloccò: "L'Europa si considera un leader globale nei campi dei diritti umani e delll'eguaglianza - ha dichiarato qualche mese fa alla rivista online Linda Freimane, portavoce di ILGA-Europe - Ma gli indici ci dicono che siamo ancora molto lontani dal diventare un continente dove i diritti dei gay e delle lesbiche sono garantiti completamente e dal poterci dichiarare campioni d'uguaglianza"

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