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L’illusione democratica ai tempi della repubblica. Viviamo in una dittatura mascherata

Creato il 02 giugno 2012 da Iljester

L’illusione democratica ai tempi della repubblica. Viviamo in una dittatura mascherata

Nelle scienze delle finanze esiste una teoria che viene definita della “illusione finanziaria“. In base a questa teoria – definita da Amilcare Puviani – l’accumulazione di ricchezze (e direi potere) da parte delle classi dominanti viene mascherata con l’aumento delle spese pubbliche che hanno il compito di “distrarre” le masse più deboli.

Seppure sia, questa, una teoria “socialista” dei primi del novecento,  non si discosta molto dalla realtà moderna. Almeno se adattata al complessivo meccanismo di potere e tralasciando l’aspetto più propriamente “finanziario”.

Noi viviamo in una illusione democratica. Cioè in una società che solo apparentemente è governata dai meccanismi della democrazia. Perché se è vero che l’art. 1 della Costituzione afferma che la sovranità appartiene al popolo, è anche vero che esso la esercita nei modi e nei limiti stabiliti dalla Costituzione stessa.

Per molti (se non per tutti) questa è una barriera razionale alla sovranità popolare.  La verità è che analizzando a fondo il principio è evidente che siamo dinanzi a una vera e propria illusione democratica: “la sovranità appartiene al popolo” (enunciazione formale e illusoria), “che la esercita nei modi e nei limiti stabiliti dalla Costituzione” (enunciazione sostanziale e concreta).

Da ciò ne consegue un dato importante: è la seconda parte del principio il vero cuore del potere sovrano. I limiti e i modi stabiliti dalla Costituzione all’esercizio della sovranità popolare, nascondono i veri detentori della sovranità, che non sono i cittadini, ma sono le istituzioni e coloro che sono a capo di queste istituzioni. Sono loro che decidono per il popolo.

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In tale caso si parla normalmente di “democrazia delegata”. L’illusione democratica si sostanzia in questo principio, la cui operatività in alcuni casi è evidentemente necessaria (non è altrimenti possibile che ogni singola norma di legge debba essere approvata direttamente dal popolo), ma che in altri diventa un vero e proprio svuotamento del potere sovrano popolare.

Analizzando la nostra Costituzione – definita da più parti la più bella del mondo – ho assunto una certa convinzione: è illusoriamente la più bella del mondo. Perché per quanto sia infarcita di bei principi, in verità nasconde più di altre la tutela della supremazia dei poteri oligarchici di fondo. Oltre l’illusione, infatti, non esiste nella nostra Carta Costituzionale un istituto che possa dirsi autenticamente capace di evocare la volontà popolare.

Prendiamo il referendum. In altri paesi il referendum è un importante strumento di consultazione del popolo sovrano nei momenti più critici o dinanzi all’assunzione di decisioni che riguardano direttamente la sua sovranità. Ebbene, nella nostra Costituzione è sì ammesso, ma in forma “negativa” e/o “abrogativa”, e cioè per eliminare norme e leggi, e non già per approvarle e/o ratificarle. Ecco allora che al popolo viene sottratto un importante strumento di decisione diretta, quando questa decisione coinvolge aspetti fondamentali della vita in comune, come per esempio la ratifica di un trattato internazionale.

E invece niente. Furbescamente la nostra Costituzione se da una parte addirittura vieta tout court la possibilità di referendum di ratifica e/o consultivi, dall’altra impedisce che possano essere abrogate le leggi che autorizzano la ratifica dei trattati internazionali tramite referendum abrogativo.

Questo è un esempio chiaro (se non definitivo) di illusione democratica che svuota e rende semplicemente formale il principio della sovranità popolare. 

Ma nella nostra Costituzione ve ne sono altri, tra i quali la sottrazione completa dei giudici al controllo e alla nomina popolare, l’assenza di vincolo di mandato per i parlamentari, l’assenza della elezione diretta del Capo del Governo. L’impossibilità per il popolo di vedersi approvate per diritto le leggi di iniziativa popolare (allo stato è infatti necessaria una delibera positiva del Parlamento).

A conti fatti dire che la nostra sia la Costituzione più bella del mondo è prendere in giro il popolo italiano. La verità è un’altra: questa Costituzione, così come è stata scritta, è la più grossa presa per il sedere del mondo.

di Martino © 2012 Il Jester 


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