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L’immigrazione ideale

Creato il 20 ottobre 2013 da Lamagadioz

20 ottobre 2013

L’immigrazione ideale

Da quell’immane tragedia che è stata la morte di centinaia di disperati a Lampedusa, qualche settimana fa, mi gira in mente un pensiero, un’idea. Oltre al nervoso che provo a vedere che l’Italia accoglie sulle proprie coste questi immigrati mentre gli altri paesi del Mediterraneo non ci pensano minimamente…e l’Europa ci dice che non è affar suo perché loro si occupano di banche..oltre a questo mi vengono in mente altri quesiti. Tipo: esiste un programma d’immigrazione ideale?

Qualche giorno fa un mio amico, Stefano Piergiovanni, autore tra l’altro dell’ ottimo sito http://www.viviallestero.com posta su Facebook un dialogo tra lui e un ragazzo che prima si lamenta di questi sbarchi incontrollati  a Lampedusa e poi insulta l’Australia che non lo ammette perché lui non ha i requisiti richiesti. Vi riporto il passaggio con la speranza che non dia fastidio a Stefano (Stefano non ti da fastidio, vero?

:-)
)

Persona A: “Basta immigrati in Italia!! Vengono solo a rubare agli italiani. Potrebbero fare come in Australia, cioè  far entrare solo chi ci serve. Tipo laureati in certi settori, oppure gente che ha certe specializzazioni che a noi servono!”. 
Dopo qualche mese nasce questa conversazione: 
A: “Ciao Stefano, mi dici come posso andare in Australia e rimanerci tanti anni?”
Stefano: “Sei laureato? Hai qualche specializzazione particolare?”
A: “No, ho solo il diploma da metalmeccanico”
Stefano: “Mi dispiace, ma oltre a studiare a vita o sposarti con un’australiana non vedo tante speranze”
A: “Bastardi, razzisti! Non mi vogliono solo perché  sono italiano e non e’ giusto che non mi facciano entrare senza nemmeno mettermi alla prova!!”

Al di là dell’opinabile opinione del soggetto A, questo dialogo mi ha dato da pensare.

Esiste un giusto ed equo programma di immigrazione? E’ giusto fare una rigorosissima selezione all’ingresso e scegliere solo i migliori e qualificati e lasciare fuori quelli di cui un paese non ha bisogno?

Sugli aiuti umanitari non mi esprimo, voglio dire se sono rifugiati politici o richiedenti asilo mi pare giusto (e mi auguro che sia fatto) che tutti i paesi accolgano chi chiede aiuto in questo senso.

Ma penso agli altri. A quelli che stanno in mezzo tra i disperati che fuggono da una guerra e i fortunati che hanno i requisiti e le esperienze richieste dal paese dove vogliono emigrare.

Sono quelli che sognano di riscattarsi all’estero ma non possono perché non hanno i requisiti per farlo. Che poi cosa sono questi requisiti? Un anno magari un paese ha bisogno di avvocati, l’anno dopo niente avvocati ma solo infermieri….quindi può capitare di avere ottimi requisiti nel momento sbagliato!

Chi ha una laurea e/o un’esperienza non richiesta in Australia (ma immagino anche in altri paesi come Canada o Usa..o no?) difficilmente, e uso un eufemismo, riuscirà a trovarsi uno sponsor e a entrare, a meno che non abbia le spalle coperte o meno di 30 anni, così da poter usufruire di visti vacanza che permettono di mettere un piedino dentro il mercato del lavoro e giocarsi le proprie carte.

Ma chi ha più di 30 anni e non ha i soldi per uno student visa e non ha i requisiti per ottenere un visto lavoro…è giusto che rimanga escluso?

All’inizio del secolo passato emigrare era, paradossalmente, più facile perché paesi soprattutto come l’Australia avevano una grande necessità di manodopera e anche negli Usa, da quello che ne so io, la comunità italiana e in generale europea ha dato molto.

Oggi le frontiere invece si stanno chiudendo, stanno filtrando sempre di più per evitare di essere prese d’assalto.

E’ giusto che gli Stati si comportino come aziende e ammettano solo quelli di cui hanno bisogno e gli altri fuori dalle palle?

Se il mondo è global, se ormai spostarsi è diventato facilissimo, se ormai imparare una lingua straniera è alla portata praticamente di tutti, non dovrebbe essere concessa a tutti una possibilità?

Che ne so, ti do un visto di un anno, non importa quanti anni hai o che esperienze hai. Ti tengo sotto controllo, monitoro i tuoi progressi, ect…:se riesci a inserirti bene, sennò te ne torni a casa. Non si può fare una cosa del genere? Che voi sappiate, esistono paesi che già danno questo tipo di opportunità? La Germania forse?

Se ne sapete al riguardo mi farebbe davvero tanto piacere venirne a conoscenza, perché ammetto di essere molto ignorante su questo tema.

Cerco solo di capire se in un’epoca di crisi così globale e totalizzante, una crisi che tocca a diversi livelli tutto il mondo, forse non sia il caso, per tutti i paesi occidentali, di allentare un attimo la presa e provare a dare a tutti una possibilità. Forse sarebbe un disastro….ma forse no se gestito in un certo modo.

Voi cosa ne pensate?

E’ meglio chiudere i propri confini, pensare solo al bene del proprio popolo e ammettere solo quelli di cui si ha bisogno? Forse è questo il segreto e io non me ne accorgo. Ma se parte di quello stesso popolo che oggi si chiude e fa il fiero un giorno avesse bisogno di emigrare e trovasse altre porte chiuse, come vivrebbe?

Credetemi non ho minimamente idea di quale sia la risposta giusta, alle volte propendo per un’ipotesi, altre volte per altre.

Magari voi conoscete già la risposta

:-)

La aspetto

La Maga


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