di Iannozzi Giuseppe
Gheddafi show
Il ministro Frattini, al suo arrivo al consiglio esteri a Bruxelles, dice: “Sono molto preoccupato per una Libia divisa a metà, tra Tripoli e la Cirenaica. Si stanno affermando ipotesi come quelle di emirati islamici nell’est della Libia. A poche decine di chilometri dall’Europa questo costituirebbe un fattore di grande pericolosità”. Frattini dice la sua su l’immobilismo italiano criticato e dall’Unione Europea e dall’ONU: “Non possiamo dire: questo è il nostro modello, prendetelo. L’Europa non deve fare questo, perché sarebbe non rispettoso della sovranità e dell’indipendenza dei popoli”.
Frattini fa poi un passo indietro, senza però dimostrare alcuna fermezza di condanna: “L’Italia condanna la repressione in corso e deplora la violenza e la morte di civili. L’Unione europea non ha mai detto chi se ne deve andare e chi deve restare: non l’ha fatto con Mubarak e non lo farà ora, in uno spirito rispettoso delle autonomie nazionali. Noi ci riconosciamo nel documento approvato, in cui si sottolineano i concetti di cooperazione e di ownership e si rileva la necessità di essere rispettosi del processo nazionale là dove si dichiara che ‘spetta al popolo di questo paese scegliere il proprio futuro’”.
Il ministro della Difesa Ignazio La Russa, parlando con i giornalisti ad Abu Dhabi dove si trova in visita ufficiale: “Abbiamo predisposto l’invio di una piccola unità logistica in Libia: domani sera avremo una riunione interministeriale con Maroni e Frattini, con cui sono in contatto continuo”. Nel pomeriggio il ministro degli Esteri Franco Frattini aveva affermato che “l’Unione Europea non deve interferire”.
Il Pd bacchetta a dovere il nostro premier, ancora incasinato nel caso Ruby Rubacuori: “Berlusconi ha vantato per anni il rapporto privilegiato con il rais: bene, faccia qualcosa”. E Antonio Di Pietro, leader dell’Italia dei Valori: “Unica cosa che ho sentito è che non voleva disturbare Gheddafi”.
Continuano i raid aerei sui manifestanti. E’ un genocidio.
Saif al Islam, figlio di Muammar Gheddafi, ieri in tarda serata in un discorso in tv ha negato che la Libia è al collasso, così come ha negato i 285 morti denunciati da Human Rights Watch. Saif al Islamha ha solo ammesso che per la sua struttura tribale e per il petrolio la Libia potrebbe sprofondare nella guerra civile.
L’Italia con il suo immobilismo par che giustifichi il regime repressivo libico, Gheddafi e la sua famiglia e non da ultimo il fondamentalismo islamismo.