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L’impegno sociale di raffaella milandri

Creato il 30 maggio 2011 da Catone
" Avverto una incredibile urgenza nel mio viaggiare e documentare le discriminazioni razziali e dei diritti umani. La globalizzazione avanza a passi rapidi, ma nel caso dei popoli indigeni essa non porta con sè il Progresso positivo, spesso anzi
accelera il processo di estinzione di popoli che da decine di migliaia di anni vivono nelle stesse terre, legati alle loro tradizioni e culture uniche e irripetibili.
Sono, tutt'oggi, in atto nel mondo incredibili persecuzioni nel nome del denaro e della avidità.
I popoli indigeni, proprio perchè legati ad antiche culture, e immuni ai nostri valori occidentali, stanno vivendo tuttora, in chiave moderna, i genocidi e le ingiustizie di cui sono state ben note e sfortunate vittime i nativi americani fin da 500 anni orsono ."

ndr . Costuiscono genocidio, secondo la definizione adottata dall'ONU, "gli atti commessi con l'intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso"
Raffaella Milandri si impegna in campagne informative e di denuncia attraverso foto, filmati e interviste . Attraverso mezzi di comunicazione e social network lancia appelli, raccoglie firme e missive di denuncia da inviare a Organizzazioni internazionali, Presidenti e Ministri di diverse nazioni, tra cui Sonia Gandhi e il Commissariato per l’eliminazione delle Discriminazioni Razziali dell’ONU.
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MODALITA' OPERATIVA
I suoi viaggi sono estremamente spartani e avventurosi. Preferibilmente in fuoristrada.
"Mi spoglio delle mie impalcature mentali da occidentale per poter essere accolta nella mia essenza di essere umano, che fra gente semplice e genuina è sempre benvenuta"
Durante i suoi viaggi in solitaria cammina e vive con la macchina fotografica al collo, indaga con estrema curiosità, si siede fra la gente, beve, mangia e parla con loro, spesso ospite delle loro abitudini e cerimonie. «Costruisco il mio cammino giorno per giorno. Unico bagaglio sostanzioso: macchina fotografica, videocamera , e una webcam con la quale collegarmi in diretta per raccontare le mie giornate. "
Nessuna posa o situazione è creata nelle sue opere: la fotografa riproduce realtà e situazioni così come appaiono, cercando di ridurre al minimo il suo impatto sull’ambiente circostante.
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“ Viaggiare in solitaria crea il necessario distacco dal mio quotidiano:
mi “abbandono” ai modi di vivere dei popoli che sto visitando, mi immergo “incontaminata” nella loro cultura e ne respiro l’essenza, in una dimensione spirituale ideale per la mia ricerca. Mi assimilo alle genti per catturarne l’immagine autentica, in momenti carichi di intenso significato emozionale. Il mio terzo occhio è la macchina fotografica, con la quale cristallizzo il quotidiano in un momento senza tempo”
“Adatto sempre i mie abiti e i miei gesti alla cultura locale. Ho un profondo rispetto per le diverse religioni e culture in tutte le loro esternazioni. "



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http://viaggieturismoresponsabile.blogspot.com/
http://fotografiaumanitaria.blogspot.com/

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