Magazine Diario personale

L'importanza del fare

Da Andrea_cusati

Agire anche quando non se ne ha voglia, mettersi a fare qualcosa anche se dentro di noi ci sentiamo inadeguati a farla, smettere di giustificare il perché non facciamo e cominciare a usare termini propositivi che ci aiutino a metterci in gioco e prendere in mano la nostra vita.

IL PROBLEMA

Buongiorno a tutti.

E' parecchio che non scrivo sul blog e questo ha a che fare col post che sto scrivendo.
Per tutta la vita ho atteso che le cose mi piovessero dal cielo, io che non ho mai creduto in un destino scritto mi sono messo in mano al fato ad aspettare che la buona stella illuminasse la mia vita.
Pur sentendomi una persona fortunata ero infelice quasi quotidianamente.
Contribuiva alla mia infelicità, oltre a tante altre cose, il fatto che io non abbia mai trovato la mia strada, la mia vocazione, insomma non mi sentivo realizzato.

LE CAUSE

Le cause di tutto ciò sono diverse: convinzioni limitanti, le mie parti, pigrizia mentale, appiattimento culturale, abitudine, paura di non farcela e sicurezza di non farcela.

A volte queste cause si presentavano tutte insieme, mentre a volte alcune di loro facevano capolino, diciamo che le prime due sono la base del mio problema.

CONVINZIONI LIMITANTI

Le convinzioni di base che abbiamo sulla vita e sul come gira il mondo nascono prevalentemente nel passaggio da bambini ad adulti.

Il bisogno che abbiamo in un determinato momento può essere soddisfatto o frustrato, la conseguenza sarà un'emozione piacevole o spiacevole e nascerà una convinzione che potrà essere limitante o facilitante e infine questo ci darà un valore che potrà essere costruttivo o tranello (cioè un finto valore, tipo: "il mondo è pieno di gente aggressiva che vuole avere la meglio su di me (convinzione limitante) e io per proteggermi (valore tranello) aggredirò per primo").
Noi basiamo la nostra vita su tutto questo, gli stereotipi che abbiamo in testa sono questo: bisogni che all'origine sono stati soddisfatti o frustrati.
Nel nostro mondo interno elaboriamo i primi due passaggi (bisogno - emozione) e nel mondo esterno proiettiamo la nostra verità (convinzioni - valori).
Credendo sia verità assoluta ciò di cui siamo convinti senza rendercene conto faremo finire le cose sempre in quel modo al fine di darci ragione.

LE PARTI

Una premessa: avendo fatto del counseling con metodo incorporato MCR la mia filosofia di vita, vi parlerò nei termini che utilizzo normalmente, invitandovi a scaricare l'ebook gratuito in pdf per saperne di più. 

Sarà molto utile al vostro benessere ve lo garantisco.

Che il nostro mondo interno sia composto di parti di noi non fisiche che emergono non è invenzione dell'MCR, ma io ve ne parlo per come vengono visualizzate in MCR.

Le parti sono di tre tipi: il genitore (ossia il genitore che quando eravamo piccoli non ha accolto un nostro bisogno frustrandolo), il bambino (noi bambini rifiutati con la non accoglienza del nostro bisogno) e la/le parte/i forte/i.
Per il dettaglio delle parti cliccate sui link.
Quando mi voglio mettere a fare qualcosa, in me emerge a volte il bambino Andrea che si sente inadeguato e/o una o più parti forti.
Non sento più piacere a fare una determinata cosa ma solo apatia oppure mi sembra di dover scalare una montagna e mi sento senza forze oppure mi impongo che devo fare questa cosa e dentro di me qualcosa si ribella e via discorrendo.

PIGRIZIA MENTALE


Per quanto mi riguarda la pigrizia mentale è l'andare avanti con l'istinto per forza d'inerzia e quando incontro una cosa su cui c'è da pensare troppo e impegnarsi vado subito sotto pressione.

APPIATTIMENTO CULTURALE

Sempre secondo me l'appiattimento culturale è il pensiero comune.

Cioè, io non ho voglia di fare determinate cose ed è per tutti normale che certe cose smettano di piacermi e quindi non abbia voglia di farle.
Questo rafforza le mie convinzioni limitanti e le mie false verità.

ABITUDINE

L'abitudine è dura a morire e più avanti si va con gli anni più ce ne si accorge.

Il punto per me è stato: o vado avanti così e sto di merda come tutti o cambio qualcosa.
I lavori sono ovviamente sempre in corso perché l'istinto ci porta ad agire nel modo più semplice come degli automi e torniamo alla pigrizia mentale.

PAURA DI NON FARCELA E SICUREZZA DI NON FARCELA

Queste sono le parti.

Nel primo caso, dato che si parla di paura, quindi di un'emozione, siamo di fronte all'emersione del bambino Andrea.
Mentre nel secondo caso siamo di fronte a una parte forte, dato che si parla di un blocco, quindi di un'azione messa in atto da me senza in realtà volerla mettere in atto.
Mi spiego meglio: è come un bastone fra le ruote, io vorrei fare ma non faccio e il blocco è un'azione poiché il fare e il non fare sono azioni.

SOLUZIONI

Come ho risolto tutto ciò?

Di certo non l'ho risolto per sempre, forse è impossibile.
Ho trovato molto utile parlare con me stesso, capire cosa bloccava il mio mettermi a fare.
Ho trovato utile cambiare linguaggio con cui mi parlo, anziché dirmi che DEVO fare una cosa mi dico che VOGLIO farla, anziché dirmi che mi IMPONGO di fare mi dico che faccio perché MI PIACE, piccole cose che ci si abitua a dirsi fanno la differenza poiché il nostro cervello è condizionato dalle immagini che gli mandiamo attraverso il linguaggio.
La cosa più importante da tenere sempre in considerazione è che noi guidiamo la nostra mente, non il contrario. Noi siamo padroni della nostra vita e delle nostre scelte.
Un abbraccio a tutti.
Alla prossima. 

                   Scritto da Andrea Cusati giovedì, 3 ottobre, 2013

                
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