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L'importanza del gioco simbolico

Da Giocare Per Crescere
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 “La creatività consiste nel mantenere nel corso della vita, qualcosa che appartiene all’esperienza infantile: la capacità di creare e ricreare il mondo” (Donald W. Winnicott)

 

“Brum! Brum! Bruuum!”, dice Paolino mentre fa scorrere un pezzo di costruzione lungo lo schienale del divano.
“Vuoi stare un po’ tranquillo ed abbassare il tono della voce!”, lo incalza la madre, che con l’orecchio teso cerca di ascoltare l’ultima notizia, (catastrofica), trasmessa dal telegiornale.
“Ti ho già spiegato che le costruzioni non si usano in quel modo!!”

Cos’è accaduto in questo breve stralcio di battute?
Nulla, se Paolino continuerà a giocare “a suo modo” vedendo in quel pezzo di costruzione una formidabile e potentissima macchina dai poteri speciali, “spara ghiaccio fotonicooo!!, ( direbbe mio figlio).
Molto, se Paolino deciderà di abbandonare il suo gioco, accondiscendendo alla richiesta della madre.

Perché?

Perché in quest’ultima ipotesi viene impedito a Paolino di esercitare una risorsa preziosissima che è la sua immaginazione. Un atteggiamento adulto di questo tipo, perpetrato nel tempo, rischia di sopire nel bambino, non solo la sua creatività, ma anche il suo successivo sviluppo cognitivo e sociale.
Ora senza scendere in tediose argomentazioni psicologiche, basta sapere che il gioco di finzione è il primo preziosissimo mezzo attraverso il quale i bambini immaginano e fantasticano mondi possibili. Il gioco del “far finta” infatti, permette loro, non solo di comprendere il funzionamento delle cose, ma apprenderne anche soluzioni di impiego alternative e più creative. In altre parole esso consente al piccolo, non solo di imparare come funziona il mondo, ma anche di immaginare a come potrebbe essere altrimenti.
Il gioco simbolico avendo una sua valenza evolutiva, si sviluppa ed evolve con l’età del bambino. Prima dei tre anni esso si esprime attraverso attività esplorative , manipolative ed imitative del materiale con cui il piccolo viene a contatto. Si tratta per lo più di un gioco individuale, (“parallelo”), povero di interazioni fra pari. Attorno ai due anni fanno la loro comparsa quei comportamenti di imitazione delle azioni o espressioni adulte, ritenuti precursori del vero e proprio gioco simbolico.
Dai tre ai sei anni, il gioco simbolico si arricchisce di interazioni fra pari, drammatizzazioni, immedesimazioni in personaggi fantastici.

Adesso che lo sai:

  • Lascia pure che la notizia catastrofica del telegiornale passi inascoltata. Sposta invece la tua attenzione su quanto di meraviglioso sta realizzando il tuo bambino, attraverso una semplice azione che ad un’osservazione distratta e superficiale, potrebbe apparire riduttivamente “bizzarra”;
  • Evita di correggere il gioco di tuo figlio, pretendendo magari un impiego a tuo parere più corretto del materiale utilizzato. Concedi libero sfogo alla sua immaginazione.
  • Cerca di offrire spazi e materiali che stimolino il gioco simbolico, attraverso l’impiego di materiali alternativi alla plastica quali legno tessuti e metallo.
  • Anche la casa potrebbe magicamente trasformarsi per un pomeriggio in un luogo fantastico e ricco di spunti creativi. L’idea è quella di allestire degli angoli a tema dove il tuo/tuoi bambini abbiano la possibilità di sperimentare gli spazi “creativi” in assoluta libertà. Potresti creare ad esempio: l’angolo morbido: allestito con cuscini, coperte, tappeti. L’angolo dei travestimenti: mettendo a disposizione, foulards scarpe, accessori, borse, cappelli ed uno specchio. L’angolo immaginativo creando delle tane con delle grosse scatole in cartone.

Chissà! Magari un po’ di questa creatività potrebbe contaminarti, aiutandoti a trovare soluzioni più creative e funzionali ai problemi con i quali quotidianamente ti confronti.

“che cos’è la creatività?...è la capacità di “vedere”…e di “rispondere”
(Erich Fromm)


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