L’importanza di dire bugie

Da Elisabettaricco

Ogni buon psicoterapeuta è a conoscenza del fatto che il paziente comincia la sua avventura psicoterapeutica con una descerizione di sé, del suo mondo, dei suoi affetti, delle sue relazioni. Ma sa anche che queste descrizioni talora sono frutto del proprio modo di vedere le cose e che in qualche modo “mentono”! Si è parlato piu volte del concetto di “verità” assoluta o relativa e di sicuro non è mia intenzione tediarvi con questa squisita discquisizione. Mi piacerebbe altresì raccontarvi di come, pare da recenti studi di psicologia sociale, “non possiamo vivere senza mentire”. Si è evinto che sia fonfamentale per la salute psicologica, per la nostra professione, per molti aspetti della nostra vita illuderci positivamente, autoingannarsi.

Le nostre azioni quotidiane sono intrise di buoni convincimenti che ci portano a pensare di essere spesso migliori di altri così come le nostre scelte, le nostre parole: pensiamo di avere la laurea migliore, di avere figli piu belli/intelligenti/buoni, di avere un pensiero politico migliore, di abitare nel miglior paese del mondo ecc. Insomma tendiamo a giudicare molto piu ottimisticamente le motivazioni che abbiamo e ci vediamo leggermente piu bravi di quello che in realtà siamo. Non si tratta di commettere errori di valutazione bensì di immagazzinare un enorme quantità di informazioni di noi e del mondo e poi tirarle e mescolarle in un preciso momento ad hoc. Alla base di questo meccanismo di autoinganno c’è il bisogno di tirare avanti nel miglior modo possibile, anche se siamo portati a credere che avere delle illusioni non sia proprio segno di sanità mentale (pensiero dominante della psichiatria del secolo scorso. Oggi si è persuasi che essere convintamente ottimisti e a volte poco realistici (autoingannarsi e sopravvalutarsi un pò) aiuti a vivere meglio e ad avere una buona salute psichica. quindi si raccontano bugie ma queste bugie sono quelle che funzionano! A volte il lato positivo delle cose che ci succedono, ci aiuta a superare un trauma, un disagio: La mente umana normale applica alla realtà un filtro positivo. La nostra psiche costruisce le proprie realtà, gli avvenimenti in modo benevolo e positivo e spesso anche il proprio mondo circostante; conseguentemente sopravvalutando noi stessi, sottovalutiamo gli altri perchè è con il prossimo che ci confrontamo e proviamo a fare differenza. Quando poi le cose vanno male siamo meno disposti a prenderci le proprie responsabilità. La fiducia in noi stessi è una della caratteristiche che ci garantiscono la sopravvivvenza o un vantaggio riproduttivo concezione che si è diffusa attraverso la selezione naturale. L’ottimismo, anche irrealistico, pare aiuti a sopravvivere nell’ambiente ancestrale pieno di pericoli e quindi essere un attrattore per l’accoppiamento. In amore ci innamoriamo di chi crediamo sia fatto per noi e ciò aiuta a continuare a stare insieme, fare dei figli e costruire un futuro insieme. In cinematografia troviamo numerosi film che affrontano questo tema: “La vita è bella” di R. Benigni , “Jacob il bugiardo”, di P. Kassovitz e uno dei più recenti” Il lato positivo” di D. O. Russel; in questi film la bugia raccontata aiuta i protagonisti a superare momenti crudi ed ostili. Naturalmente le bugie raccontate nei film sono assolutamente consapevoli, se vogliamo diversamente da come avviene nella psiche della persone. I sistemici sanno che tra le prassi terapeutiche del Milan Approach vi è la “connotazione positiva”… significherà qualcosa. Qualora non avessimo sviluppato questa “dote” di ingannare se stessi, saremmo più tristi, più passivi, non motivati e poco inclini ad affrontare la vita. Insomma illudersi positivamente fa bene alla mente, alle aspirazioni alla vita.

Bibliografia: I tempi del tempo di L. Boscolo e P. Bertrando; Bugiardi nati di I. Leslie; Cinema e Psichiatria di G. O. Gabbard

Filmografia: La vita è bella di R. Benigni; Jacob il bugiardo di P. Kassovitz; Il lato positivo di D. O. Russel


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