Cinquemila anni fa le donne della Mesopotamia, della valle dell’Indo e dell’Egitto avevano già imparato a colorare le labbra macinando pietre semipreziose assieme ad altri pigmenti. L’invenzione del rossetto però potrebbe essere ancora più antica…
Secondo la tradizione ebraica la prima moglie di Adamo, prima di Eva quindi, fu Lilith dalle labbra rosse come il fuoco. Poiché ella non voleva stare sottomessa ad Adamo, ma pretendeva di dominarlo, Lilith fu ripudiata e cacciata dall’Eden e al suo posto fu creata Eva. Adamo però non riusciva a scordare le rosse labbra della prima donna che avesse amato, così Eva macinò delle bacche assieme alla terra e con questa pasta si tinse la bocca.
Anche la famosa regina Cleopatra usava il rossetto. E forse grazie a questo sedusse il grande Giulio Cesare e, dopo la sua morte, il generale Marco Antonio. Un problema era però costituito spesso dalla tossicità dei componenti usati, per cui non deve sorprendere se nella storia della cosmesi i medici ebbero sovente un ruolo importante.
Circa mille anni fa il grande medico arabo Abulcasis descrisse il modo per realizzare un rossetto solido. Egli viveva a Cordova che all’epoca era la capitale della Spagna musulmana ed era una città prospera con circa un milione di abitanti moltissime scuole ed ospedali. E molte donne desiderose di rendersi ancora più belle.
Il rossetto moderno però fu inventato in Francia, a Parigi, negli stessi anni in cui le ballerine facevano impazzire gli uomini ballando scatenati can can e veniva inaugurato il celebre Moulin Rouge.
Erano gli stessi anni in cui i pittori come Henri de Toulouse-Lautrec immortalavano le ballerine e le donne dalle labbra vermiglie nei caffè e nei locali.
Circa un secolo e mezzo prima, nella tedesca città di colonia veniva inventata invece un’acqua profumata, la famosa acqua di Colonia. L’inventore dell’Acqua ammirabile, come era chiamata all’epoca, non era però un tedesco.
Come fu confermato da una sentenza di un tribunale di Colonia nel 1907 l'inventore dell'Acqua di Colonia fu Giovanni Paolo Feminis, che era nativo di Crana nella Val Onsernone, sul confine tra Italia e Svizzera, ed era emigrato giovanissimo a Colonia. Il 13 gennaio 1727 la Facoltà di medicina di Colonia, a ulteriore conferma dei legami tra medicine e cosmetici, concesse la licenza di vendita alla sua Aqua Mirabilis. Dopo la sua morte essa fu ampiamente commercializzata dal suo aiutante, un vigezzino nativo di Santa Maria Maggiore, Giovanni Antonio Farina, che la rese famosa in tutto il mondo.