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L’incendio nell’oliveto di Grazia Deledda

Creato il 27 giugno 2011 da Soloparolesparse

Quante volte abbiamo parlato delle donne nei romanzi di Grazia Deledda? Della loro forza, della società matriarcale che compongono da protagoniste…
Ecco… L’incendio nell’oliveto raggiunge l’apice a proposito di matriarcalità, con le due anziane donne decisamente e innegabilmente a capo delle rispettive famiglie.

L’incendio nell’oliveto di Grazia Deledda

Il romanzo comincia con la morte di una delle due, morte che sblocca l’impasse e permette il matrimonio tra il figlio Stefano e la giovane Annarosa.
E su questo matrimonio, tanto atteso, dato per ovvio da tutti e che aspettava – appunto – solo la morte della donna per essere ufficializzato, ruota l’intera vicenda e i suoi personaggi.

Tre generazioni di donne dominate dalla vecchia (che simboleggia la propria posizione dominante con la canna sempre in mano) e intorno a loro figure di uomini sempre in secondo piano. Uno zio considerato scemo, un figlio giovane in secondo piano, un figlio adulto che dovrebbe rappresentare la forza e l’autorità ma finisce per rappresentare solo la violenza che porta al disastro finale.
Addirittura la giovane domestica ha più presenza, forza e autorità degli uomini presenti nel romanzo, è lei che si muove quando è necessario, che prende l’iniziativa, anche contro la volontà dei propri padroni.

E poi c’è l’intricato intreccio amoroso, degno di Beautiful, con la promessa sposa innamorata di un altro, che però non può sposare, il promesso sposo che vorrebbe in realtà la matrigna di lei, la domestica che fa sognare il vicino di casa.
Una serie di intrecci che sarebbero anche facilmente districabili non ci fosse la società tradizionale ad osteggiare le unioni, rappresentata fortemente dalla nonna e dalle sue decisioni che condizionano tutto e tutti.

Ancora una volta una rappresentazione pulita di una società difficile dalla quale è quasi impossibile staccarsi e decisamente impensabile provare a cambiarla.
Se pensiamo che anche il promesso sposo Stefano, che pure è laureato e colto, non ha i mezzi e la forza per imporsi ed opporsi.

Ve l’ho già detto che li trovo molto coinvolgenti i romanzi della Deledda?

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