Magazine Opinioni
La notte del 1° Luglio 1947 a Roswell, una località nel deserto del Nuovo Messico, durante un violentissimo temporale con lampi e tuoni che illuminavano a giorno il paesaggio, apparvero delle strane tracce sui radar della Base Aerea del 509° Stormo Bombardieri. Le tracce comparivano in un angolo dello schermo, lo attraversavano ad una velocità neanche lontanamente immaginabile per gli aerei militari dell'epoca (ma anche per gli attuali caccia intercettori), compiendo manovre e cambiamenti di rotta fulminei, per poi scomparire nell'angolo opposto. Questo fatto, apparentemente inspiegabile, costrinse i controllori radar ad una verifica delle attrezzature, imputando il cattivo funzionamento ai campi elettromagnetici generati dal temporale. Ma un'analisi accurata permise di escludere qualsiasi tipo di guasto, lasciando i controllori radar sconcertati, poichè quelle tracce ormai indicavano chiaramente qualcosa di reale, ma pericolosamente sconosciuto e molto probabilmente ostile, che stava effettivamente attraversando il loro spazio aereo.
Anche a White Sands, il poligono missilistico dove l'Esercito sperimentava le V2 catturate ai Nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale ed antenate del "Saturno V" che avrebbe permesso agli Stati Uniti di sbaragliare l'Unione Sovietica nella corsa allo Spazio e di passeggiare sulla Luna, rilevavano gli stessi "blips" anomali sui radar. Il problema era grave perchè questi "blips" diventarono più intensi nei giorni successivi, allarmando i comandi militari poichè era evidente che le basi segrete americane erano sotto la stretta sorveglianza da parte di un probabile nemico dotato di velivoli con caratteristiche di volo impressionanti, che per il semplice fatto di volare praticamente indisturbati sul territorio degli Stati Uniti, vista la notevole differenza in fatto di velocità e manovrabilità rispetto ai caccia intercettori terrestri che si alzavano inutilmente in volo, era, di fatto, una chiara violazione dello spazio aereo. La sera del 4 Luglio 1947, mentre tutta la nazione era impegnata nella Festa dell'Indipendenza, nel deserto di Roswell i controllori continuavano a tenere d'occhio le strane tracce sugli schermi radar. Steve Arnold, un Sottufficiale in servizio alla torre di controllo dell'aeroporto del 509°, non aveva mai visto una traccia radar comportarsi in quel modo strano: tra una scansione e l'altra del fascio radar l'oggetto volante si spostava con velocità superiore alle tremila miglia nautiche orarie (1 miglio nautico = 1.852 metri). Mentre sulla base aerea si abbatteva una lunga sequenza di lampi e tuoni, un "blip" si diresse verso il quadrante inferiore sinistro dello schermo radar, svanì per un attimo, ricomparve brevemente per poi esplodere in un'abbagliante fluorescenza bianca, dissolvendosi completamente sotto gli occhi esterrefatti di Arnold. Lo schermo tornò libero, ed Arnold capì immediatamente che l'oggetto volante era esploso e precipitato nel deserto. Il Comandante del 509° Stormo, il Colonnello William Blanchard, mobilitò subito una squadra di recupero (gli specialisti di "Crash and Retrieval") comandata dal Maggiore Jesse Marcel e coadiuvato da Steve Arnold, per individuare ed isolare il luogo dell'incidente. Logicamente le autorità civili e la stampa locale dovevano essere tenute all'oscuro di quanto era avvenuto, perchè un oggetto volante che riusciva a passare tranquillamente attraverso le maglie del sistema radar difensivo rappresentava una sicura minaccia alla sicurezza nazionale. Inoltre i civili dovevano essere tenuti lontani dal luogo dell'incidente, perchè un aeromobile che riusciva a compiere manovre millimetriche ad una velocità di oltre tremila miglia orarie era sicuramente dotato di un sistema propulsivo che probabilmente rilasciava radiazioni altamente pericolose. Ma i controllori radar del 509° non furono gli unici ad assistere a quello spettacolo inconsueto, perchè anche i residenti del luogo videro un oggetto volante esplodere in volo in una palla di luce abbagliante e precipitare in direzione di Corona, una piccola cittadina a nord di Roswell.
Luogo dello schianto dell'U.F.O. a Roswell
L'ufficio dello sceriffo George Wilcox della Contea di Chavez fu bersagliato di telefonate poco dopo la mezzanotte del 5 Luglio, ormai tutti sapevano che un aereo si era schiantato nel deserto. Steve Arnold, a bordo di una jeep del convoglio speciale del 509°, fu uno dei primi ad arrivare sul luogo dell'incidente. Era ancora buio ed i fari della jeep inquadrarono un oggetto dalla forma deltoidale, con la prua conficcata in profondità nel costone della scarpata e con la coda in alto che formava un angolo approssimativo di circa 45 gradi rispetto al suolo. Accostandosi il più possibile al relitto che emanava ancora calore e cercando di non intralciare gli uomini che rilevavano la radioattivitè indossando tute protettive, Arnold intravide delle piccole sagome grigio scuro che, proiettate fuori da uno squarcio lungo la fiancata del velivolo, giacevano esanimi al suolo. Una rapida occhiata a quegli strani corpi lunghi circa un metro e venti con mani a quattro dita ed una testa sproporzionata a forma di lampadina con degli occhi enormi, diedero ad Arnold la conferma che non potevano assolutamente essere di natura terrestre.
Ricostruzione dell'U.F.O. caduto a Roswell
I militari, intanto, stavano ripulendo tutta la zona dai rottami del velivolo in modo da poter negare l'evidenza dell'incidente ai civili (autorità, giornalisti, curiosi) che sarebbero accorsi presto sul luogo dello schianto. Il relitto ed i rottami furono caricati su mezzi militari e trasportati rapidamente a Fort Bliss, quartiere generale del 8° Army Air Force, nel Texas. Dopo una breve permanenza per permettere agli specialisti militari un'analisi sommaria, i rottami furono trasportati via aerea nell'Ohio, per essere custoditi presso la base Aerea di Wright Patterson. I cadaveri degli alieni furono trasportati all'ospedale militare del 509° dove i medici stilarono un primo esame medico, mettendo in evidenza le differenze anatomiche rilevate, per poi spedirli con regolare foglio d'accompagnamento all'ufficio accettazione dell'Air Material Command a Wright Field, destinati al Reparto di Patologia dell'Ospedale Militare di Walter Reed, dove sarebbero stati custoditi dopo l'autopsia. Il Generale "Bull" Blanchard rilasciò una dichiarazione in cui veniva descritto il recupero dell'U.F.O. nei pressi di Roswell; tale dichiarazione fu ripresa dai mass media (stampa e radio) e diffusa in tutti gli Stati Uniti.
Il Roswell Daily Record riporta la notizia dell'U.F.O. crash
Con l'arrivo dei rottami del disco volante a Fort Bliss nel Texas gli ufficiali dell'Esercito, responsabili delle operazioni di recupero, invece misero in piedi un'efficace strategia di copertura (Cover Up) mirante a screditare ed a minacciare, anche di morte, i testimoni civili e militari presenti al momento del recupero nel deserto. Il Generale Ramey, Comandante dell'8° Army Air Force, ordinò al Maggiore Jesse Marcel di indire una conferenza stampa per ritrattare la storia del disco volante, facendosi fotografare con dei finti rottami appartenenti ad un pallone d'alta quota per ricerche meteorologiche, ed ammettendo di averli scambiati per un U.F.O. Questa falsa storia tormentò il Maggiore Marcel per il resto della sua vita, sino al punto di morte avvenuta decenni dopo, dove confessò che quella notte di Luglio del 1947 aveva partecipato ad un reale recupero di un velivolo spaziale extraterrestre nei pressi di Roswell.
Il Maggiore Jesse Marcel fotografato con i rottami del pallone sonda
Nei giorni e nelle settimane successive al recupero il personale dell'Intelligence dell'Esercito esaminò accuratamente tutta la zona intorno a Roswell, per cancellare ogni traccia relativa all'incidente. Mac Brazel, l'allevatore nella cui proprietà avvenne l'incidente, venne minacciato di morte e costretto al silenzio. Da quel momento cominciò a ritrattare la storia, già comunicata con dovizia di particolari agli amici ed alla stampa locale, dichiarando di essersi sbagliato su quanto aveva visto nel deserto, avvallando la storia che i rottami da lui raccolti appartenevano ad un pallone meteorologico, anzichè ad un nave spaziale extraterrestre.
Rapporto dell FBI che parla dell'U.F.O. crash a Roswell
Anche gli agenti dell'ufficio dello sceriffo della Contea di Chavez, e lo stesso sceriffo, furono costretti al silenzio ed a rispettare tassativamente gli ordini delle autorità militari: l'incidente di Roswell era un problema serio che riguardava la sicurezza nazionale, quindi bisognava a tutti i costi insabbiare velocemente l'accaduto. Lo stesso trattamento fu riservato ai giornalisti di due radio locali, John McBoyle della KSWS e Walt Whitmore della KGFL che avevano intervistato molti testimoni oculari i quali avevano visto i rottami sparsi per molti chilometri quadrati nella proprietà di Mac Brazel, e smisero misteriosamente di trasmettere i loro servizi radiofonici.
L'allevatore Mac Brazel
Da quel lontano Luglio 1947 la storia del Cover Up sull'incidente di Roswell resiste ancora, ma come ha scritto il Colonnello Philip Corso nel suo splendido libro "Il giorno dopo Roswell":
"La verità, quando la nascondi, diventa il tuo peggior nemico; se la riveli, essa è invece la tua amica migliore."
In questo libro il Col. Corso, ex membro del Consiglio della Sicurezza Nazionale del Presidente Eisenhower e già capo della Divisione Tecnologia Straniera del Dipartimento Ricerca e Sviluppo dell'Esercito USA (R & D), ricostruisce la storia del "dopo Roswell".
Nel 1961, mentre il Governo USA provvedeva a nascondere e ad inquinare tutti i documenti relativi al fenomeno U.F.O. agli occhi del popolo americano, il Tenente Colonnello Philip Corso riceveva da parte del Pentagono l'incarico di sviluppare un programma industriale segreto per studiare i materiali ritrovati a bordo dell'U.F.O. schiantatosi presso Roswell, con lo copo di integrare la tecnologia derivata da tali ricerche nell'arsenale militare degli USA. Colossi industriali come IBM, Hughes Aircraft, Bell Labs e Dow Cornig, vennero coinvolti in un colossale programma di retro-ingegneria su tali materiali, precursori dei micro chip integrasti, fibre ottiche laser e fibre super tenaci.
Il Col. Philip Corso
Ma al Col.Corso va sopratutto riconosciuto il coraggio di aver dichiarato pubblicamente l'esistenza delle E.B.E. (Entità Biologiche Extraterrestri), ed il loro coinvolgimento in progetti militari come:
lo S.D.I. (Strategic Defense Initiative) notato anche come "Scudo Stellare";
il progetto Horizon che avrebbe portato allo sviluppo dei vettori "Saturn" utilizzati poi nelle missioni "Mercury", "Gemini", "Apollo" della NASA, ed indispensabili per portare gli astronauti americani sulla Luna;
L'H.A.R.P. (High frequency Active Auroral Research Project) è nato come progetto del Dipartimento della Difesa Statunitense (DoD), attualmentye coordinato dalla Marina e dall'Aviazione, è considerato il nucleo del programma "Guerre Stellari" avviato sotto le amministrazioni Regan-Bush negli anni '80. HAARP ha sede a Gakona, Alaska, ed è costituito fondamentalmente da 180 piloni di alluminio alti 22 metri. Su ogni pilone sono state installate doppie antenne a dipoli incrociati, una coppia per la banda bassa l'altra per la banda alta, in grado di trasmettere onde ad alta frequenza fino ad una distanza di 350 km grazie alla loro potenza. Queste onde sarebbero indirizzabili verso zone strategiche del pianeta, sia atmosferiche che terrestri.
Il sistema H.A.A.R.P. in Alaska
Ufficialmente il progetto HAARP è stato avviato per studiare le proprietà di risonanza della Terra e dell'atmosfera: praticamente gli stessi fenomeni studiati da Nikola Tesla cento anni prima in Colorado. La federazione Scienziati Americani ha ammesso un uso militare di HAARP solo per scopi di ricognizione e non distruttivi, in quanto modulando i segnali in frequenze bassissime, cioè onde ELF o VLF, si potrebbe "vedere ciò che succede nel sottosuolo, individuando bunker, silos di missili, e altre installazioni sotterranee di Stati avversi". Quindi, ufficialmente, gli scopi di HAARP sono:
lo studio della ionosfera, che essendo composta da particelle cariche, gli ioni, possiede la proprietà di riflettere verso terra le onde hertziane, per migliorare le telecomunicazioni; lo sviluppo di nuove tecniche radar, che permettano agevoli comunicazioni con i sottomarini e rendano possibili radiografie di terreni, in modo da rilevare armi od attrezzature a decine di km di profondità. Quindi ufficialmente il progetto H.A.A.R.P. è nato per assovere i seguenti compiti:
- Fornire uno strumento per sostituire l'effetto dell'impulso elettromagnetico dei dispositivi atmosferici termonucleari
- Sostituire le frequenze estremamente corte ELF (Extremely Low Frequency) delle comunicazioni sottomarine operative con una nuova e più compatta tecnologia, che utilizza un canale a bassissima frequenza per le lunghe distanze e per le applicazioni (sopratutto militari) sotto acqua.
- Modificare anche su zone lontane le condizioni climatiche e gli agenti atmosferici, in modo tale da facilitare le operazioni militari.
- Attivare a distanza un gran numero di esplosioni elettromagnetiche non nucleari, indirizzate verso un bersaglio (target). (Armamenti EMP).
- Gestire aerei a distanza, governati e potenziati dai trasmettitori HAARP.
- Sostituire il sistema radar "over-the-horizon", che è stato progettato per la postazione corrente di HAARP, con un sistema più accurato e flessibile.
- Fornire un metodo per eliminare le comunicazioni sopra una zona estremamente grande, mantenendo attivo il funzionamento dei sistemi di comunicazione militari controllati da HAARP.
- Gestire e controllare i radar sotterranei, in modo da identificare strutture sotterranee e la loro eventuale resistenza alle armi convenzionali e nucleari, eseguendo un esame tomografico che penetra la crosta terrestre che, unito alle straordinarie capacità di calcolo di EMASS e dei computers Cray, permetterebbe l'identificazione di armi nucleari a grandi distanze.
- Rilevare oggetti che si muovono nell'aria (ad esempio aerei e missili Cruise a basse quote), discriminando quali hanno testate cinvenzionali o nucleari e quali sono innocui.
- Effettuare sondaggi geofisici per trovare petrolio, gas e giacimenti minerari su una vasta zona.
Quindi HAARP sembra essere un innocuo centro di ricerche, con potenzialità applicabili nella difesa nazionale. Però non conosciamo tutti gli usi possibili di HAARP, ufficialmente non dichiarati, che possono essere messi in pratica nei diversi campi militari: aeronautica, esercito, marina, ecc., che sono molto allarmanti. Infatti dal progetto HAARP sarebbe scaturita una tecnologia avanzata di irradiamento a radio-onde, che sarebbe in grado di scaldare vaste zone della ionosfera, immettendo elevate quantità di energia; far rimbalzare onde elettromagnetiche, capaci di penetrare qualsiasi cosa vivente e/o morta, indietro su determinate località della Terra. Questo bombardamento elettomagnetico causerebbe modificazioni molecolari della ionosfera, le quali porterebbero a devastanti conseguenze sul clima delle regioni colpite. In definitiva, HAARP, essendo in grado di provocare intenzionali cambiamenti climatici, potrebbe essere utilizzato come una potente arma militare. Inoltre, le onde riflesse sulla superficie terrestre, a causa della loro elevata intensità e capacità di penetrazione, sarebbero in grado di manipolare e disgregare addirittura i processi mentali degli esseri umani.
Ma questa intromissione delle EBE preoccupava molto le alte sfere militari degli Stati Uniti, in quanto il nostro pianeta era minacciato da una potenza aliena, con una tecnologia militare di gran lunga superiore alle forze sovietiche e cinesi messe insieme. Ma la preoccupazione principale derivava dal fatto che a seguito delle mutilazioni animali, della stretta sorveglianza sulle installazioni militari segrete, dei rapimenti umani e delle interferenze nelle missioni spaziali, era chiaro che nei programmi delle EBE non era previsto un atteggiamento frateno ed amichevole nei confronti degli esseri umani. Quindi, secondo le parole del Col. Corso, i servizi di intelligenze militari furono costretti a ricorre al "Cover-up" riguardo alla presenza extraterrestre sul nostro pianeta, per evitare il panico nel mondo intero.
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