Vorrei raccontarvi di questo incontro, quello che vi anticipavo la settimana scorsa.
Ravanando nell'armadio ho trovato una gonna simil-befana che mi calzava a pennello.
In fondo è un incontro di lavoro, devo sembrare intelligente, mica bella.
E poi non ho altro, a parte i jeans. Ma quanto cavolo ci vorrà a smaltire questo palloncino che mi ritrovo nella pancia?
Vabbè, andiamo avanti.
Arrivo nell'azienda. La segretaria mi fa accomodare.
Ecco, parliamo della segretaria. A prima vista sulla trentina, ma guardandola da vicino anche no, più verso i 40.
Minuta, capelli cortissimi, due tette che non ci credo che sono sue neanche se giurasse sulla Bibbia. Sulle labbra ho qualche dubbio, ma non più di tanto.
Aspetto quell'ora e mezza abbondante, tanto si sa, gli orari sono un optional.
Infine l'anello mancante fra Briatore e Tronchetti Provera (ma più giovane di entrambi) mi riceve con un sorriso a 125 denti.
Si vede che sei abituato ad abbagliare tutte le rappresentanti di sesso femminile, vero cocco?
Risparmiati, io sono il fornitore, non il cliente, non mi devi convincere.
E non ti faccio lo sconto, sei comunque troppo vecchio per me (mazza quanto sono acida...)
Prima di parlare con me, accomiata il suo primo appuntamento, una ragazza, penso tunisina o marocchina dai lineamenti, con due metri di gambe e una scollatura che alle 11 di mattina mi sembra abbastanza ridicola.
Ma cosa ci capisco io d'affari? Niente, e si vede dal mio stipendio.
Cinque minuti di colloquio col mister, faccio un po' di domande per capire cosa vuole da me.
Guardando i suoi occhi persi nel vuoto mentre parlo, deduco che non ci capisce una mazza.
Chiamiamo il tecnico che è meglio. Aspetto un'altra mezz'ora, che si sa, tanto non c'ho niente da fare...
Finalmente parlo col tecnico, molto più anziano del titolare, ma che capisce le mie domande e, importantissimo, sa rispondere.
Ora sono in grado di fare analisi e preventivo.
E speriamo di non aver buttato un'altra giornata di lavoro dalla finestra...