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E partendo dal diploma di ragioniere mai usato, un lavoro autonomo di agente di commercio stroncato dal fisco nel 1987, la passione prima per la filosofia e poi per il giornalismo (da dilettante), sin dal 1985, politicamente vergine e ignorante come un somaro, nonché rigorosamente povero ma liberissimo, mi ritrovai a zampettare sul web, a scrivere e pubblicare sul mio blog e su altri che bontà loro ancora si mostrano interessati.
Dopo due anni e mezzo, e un paio di centinaia di post lasciati in giro per il solo gusto di comunicare, finalmente ho capito perché “la cultura è un rebus”. Stampa e televisione servono per diffondere l’idea che i popoli sono condizionati dai governi, e i governi nazionali sono mossi come burattini dalle lobby economiche mondiali che operano al pari di dittature, sfruttando e schiavizzando tutto e tutti.
E questa visione semplicistica, che ci fa immaginare il mondo come popolato da dittatori politici e finanziari occulti e potentissimi, capaci di pianificare e condizionare la vita di interi popoli e interi continenti, fino a rendere finta ogni libera forma di autogoverno democratico, è da manicomio.
Padreterno a parte, nessun umano è in grado di portarsi a rimorchio un popolo libero come fosse una mandria di pecore. Certo ci sono forme di condizionamento culturale, politico e giudiziario che addomesticano un popolo rendendo inoffensivi gli eretici, fino a quando chi governa sa inventarsi un modo per sfamare i più in un sistema economico produttivo.
Ma in mancanza di pane e lavoro, nemmeno i carri armati pieni zeppi di dittatori sanguinari e bombe atomiche pronte all’uso, riescono a tenere a bada un popolo arrabbiato perché affamato.
Allora l’idea che nel mondo ci siano solo tiranni politici o economici, come vengono definiti: (cito a memoria e scusate eventuali errori) la Bildemberg, la Trilateral, la BCE, il FMI e le banche mondiali che possono tutto il bene per loro e il male per i popoli, e di cui alcuni pennivendoli ci riempiono il cervello dentro e fuori Internet, è ad uso e consumo dei fessi.
Certo che al massimo livello economico e politico questi leoni della finanza ci sbranano per non sbranarsi fra loro; ma gli tocca finanziare migliaia di esperti in plagio culturale, per spacciarsi come “poteri forti” e impedire al formicaio umano, “ai molti fessi sfruttati e affamati da pochi furbi”, di prendere coscienza che trattasi di “furbi fessi”, cioè di tiranni di carta velina, che solo ubriacando i popoli di disinformazione riescono ad evitare l’esplosione della loro fame e rabbia, più ingovernabile e devastante dell’uragano assassino delle Filippine.
Featured image, Samuel Pepys autore di un celeberrimo diario, un blogger ante-litteram?
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