L’indifferente
di Iannozzi Giuseppe
Non porta a niente
l’egoismo che t’infiamma
Le strade per l’Inferno
han già i loro cristi crocifissi
in bella mostra a testa in giù
Non porta a niente
girar la testa dall’altra parte
cercando rifugio negl’occhi
di chi t’è simile nella forma
e nell’aspetto
Non ti fa la faccia più giusta
o più bella quell’indifferenza
che ti porti stampata sul sorriso
Ognuno di noi lo ha capito
che nutri un solo interesse:
di ingrassare le tue tasche
Si vuotano però presto le fiasche
del rosso vino, e compagni
o non compagni la nera Fine
te l’ha già scritta il Fato,
di certo più in alto e in basso
di qualsiasi Gesù o Belzebù
Ogni dì hai chiesto e preteso
ora con la scusa di una causa
ora di un’altra; prima comunista
poi fascista, e non stanco ancora
ti sei pure detto ‘al di sopra delle parti’,
ma sempre contando
che te ne venisse in tasca qualcosa
Proprio tu hai a lungo creduto
che ogni cosa ti fosse dovuta;
ti sei incensato e osannato…
sei invece da tempo condannato
coi piedi di bianco verniciati
a chinar il capo obbediente
in mezzo al triste branco scalzo
Ed allora per nessuno sia la Pietà
Tu, così indifferente! Per te
non la Croce, ma la fossa comune
profonda quanto basta
tra i sorci in terra sconsacrata