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L’indovina di Istanbul – Michael David Lukas

Creato il 08 febbraio 2014 da Ilariagoffredo

Vi auguro buon weekend con una nuova recensione.

L’INDOVINA DI ISTANBUL

Michael David Lukas

Longanesi

istan

 

Trama

1877, Costanza, sulle sponde del Mar Nero: è una notte di guerra e di razzia, ma anche di speranza. Mentre una divisione di cavalleria dello zar semina il terrore in città, nella casa di un venditore di tappeti ebreo viene alla luce una bambina. Si chiama Eleonora, e un’antica profezia prefigura per lei un destino straordinario. Eleonora cresce senza la madre e con un padre amorevole ma spesso assente, che la affida a una matrigna rigida e repressiva. Niente però può impedirle di mostrare il suo talento: a soli sei anni Eleonora ha una memoria prodigiosa e una grande abilità nel far di conto, ma soprattutto vive per i libri. È nei libri, e nelle diverse lingue in cui sono scritti e che lei impara senza alcuna difficoltà, che Eleonora trova il suo destino. Un percorso avventuroso, costellato di entusiasmi ma anche di tragedie, la porterà fino a Istanbul, maestosa capitale di un impero ormai in disfacimento, e quando inizierà a spargersi la voce dei suoi talenti, la ragazzina varcherà la soglia del palazzo del sultano, legando così indissolubilmente il suo destino a quello di un impero.

Recensione

Ho cominciato la lettura carica di tutte quelle aspettative suscitate dalla quarta di copertina. Esse, ahimè, per la maggior parte del libro sono state disattese. La storia è lenta, così come la descrizione delle scene. Mancano ritmo ed emozione, difatti i pochi passaggi turbolenti vengono saltati e raccontati postumi sotto forma di brevi ricordi. Il finale è uno degli elementi peggiori: estremamente deludente, lascia il lettore sospeso e con l’impressione che l’intera lettura sia stata inutile. Dato che il personaggio di Eleonora è totalmente immaginario, l’autore poteva prendersi la libertà di scrivere un altro finale, anche senza scontrarsi con i fatti realmente accaduti. L’unico aspetto positivo, l’unico che giustifica la lettura è l’ambientazione: una Istanbul di fine Ottocento, affascinante, viva, variopinta, odorosa e brulicante.


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