Dino Licci – Trimurti – Acrilico su tavola 20X30L’induismo divide la società in classi che in un certo senso, ci riportano alla concezione sociale del nostro Platone. Per Platone Dio ha creato gli uomini di tre tipi:• gli uomini d’oro degni di fare i custodi ;• gli uomini d’argento che saranno i militari;• gli uomini di ottone o di ferro capaci solo dei lavori manuali;Così per gli induisti esistono:• una casta degli uomini superiori rappresentata dai sacerdoti (brahamani), dai guerrieri ( ksatriya ) e dai lavoratori qualificati ( vaisya );• una casta di uomini servili ( sudra);• una casta di impuri disprezzati ed intoccabili (i paria);Ad una casta si appartiene per nascita e l’unico modo di sfuggire ad una rigida collocazione gerarchica, è quello di essere premiati per una vita vissuta correttamente con una trasmigrazione dell’anima in un essere di livello sociale superiore. Anche i matrimoni vanno celebrati tra appartenenti alla stessa casta anche se la contaminazione col mondo occidentale rende questa norma meno rigida. C’è anzi un tentativo di compendiare in un’unica fede le tre grandi religioni del mondo, mentre assistiamo ad altri fenomeni di evoluzione religiosa: • quella che ha dato origine alla compagine nazionale dei Sihk, che risente della prepotente avanzata islamica in India;• la predicazione di Gandhi che mescola insieme comportamenti politici e religiosi, mentre invita gli indiani ad usare l’arma della non violenza ed il ritorno alla religiosità più pura come mezzo di lotta politico-sociale.Questa duttilità religiosa ed a mio avviso encomiabile, è da ricercarsi nel fatto che più che una religione singola dettata dall’alto e quindi indiscutibile, l’induismo è una sorta di mosaico multiforme dove convergono sette e scuole di pensiero appartenenti a diversi livelli di sviluppo e di conoscenza, così da potersi adattare a diverse categorie di uomini.Ecco perché l’induismo è assimilabile ad una dottrina che contiene in sé un codice comportamentale che si basa sull’amore di tutte le creature visto che animali, uomini e piante sono espressioni dello stesso processo vitale, il che evita il dannoso fenomeno dell’antropocentrismo delle religioni occidentali. Inoltre gli induisti credono che divinità trascendenti possano incarnarsi in particolari esseri ed anche in più di essi contemporaneamente (avatara che vuol dire discesa in sanscrito) come nel caso di Krishna, Buddha, Gandhi.Ci sono più livelli in cui si possa praticare il proprio bisogno di religiosità, ma sono tutti validi ed accettabili in quanto conformati in base alle esigenze ed alle possibilità del singolo individuo. Così esiste un livello della meditazione e dell’ascesi, il livello del maestro e del santone ma anche quello del guru o del semplice individuo che viva nel rispetto degli insegnamenti. Esiste la preghiera il che conferisce all’induismo il carattere della religione, ma esiste anche la meditazione (YOGA) che gli conferisce il carattere dell’insegnamento pratico della crescita spirituale.In ultima analisi possiamo dire che l’induismo è:• Libero da canoni fissi e rigidi che ne impediscano la duttilità;• Libero da dogmi e dottrine che rendano intolleranti eventuali “eresie”;• Libero di crescere senza il dovere di fare opera di proselitismo;Ma soprattutto non cerca aiuti statali per il suo sostentamento!!!I cadaveri sono cremati e le loro ceneri sono sparse nelle acque del fiume Gange , il fiume i cui gli indiani si immergono per una loro purificazione. Osservare le religioni degli altri credo ci renda molto più obbiettivi nel valutare la nostra, ma soprattutto ci porti a meditare sulla vacuità della vita terrena e c’insegni a capire come tutto sia relativo e fortemente condizionato dagli insegnamenti e dall’ambiente in cui si vive. Da uno sparuto gruppo di uomini che cercano la salvezza, possono nascere grandi religioni, capaci di condizionare la vita di tutto il pianeta. Così in India già nel sesto secolo a.c. i cercatori di salvezza, i solitari asceti che vivevano in solitudine e povertà estrema, si riunirono in congreghe sempre più numerose fino a dare origine a due forme religiose che oggi annoverano tra i loro adepti milioni e milioni di individui: il Giainismo ed il Buddismo.
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Dino Licci – Trimurti – Acrilico su tavola 20X30L’induismo divide la società in classi che in un certo senso, ci riportano alla concezione sociale del nostro Platone. Per Platone Dio ha creato gli uomini di tre tipi:• gli uomini d’oro degni di fare i custodi ;• gli uomini d’argento che saranno i militari;• gli uomini di ottone o di ferro capaci solo dei lavori manuali;Così per gli induisti esistono:• una casta degli uomini superiori rappresentata dai sacerdoti (brahamani), dai guerrieri ( ksatriya ) e dai lavoratori qualificati ( vaisya );• una casta di uomini servili ( sudra);• una casta di impuri disprezzati ed intoccabili (i paria);Ad una casta si appartiene per nascita e l’unico modo di sfuggire ad una rigida collocazione gerarchica, è quello di essere premiati per una vita vissuta correttamente con una trasmigrazione dell’anima in un essere di livello sociale superiore. Anche i matrimoni vanno celebrati tra appartenenti alla stessa casta anche se la contaminazione col mondo occidentale rende questa norma meno rigida. C’è anzi un tentativo di compendiare in un’unica fede le tre grandi religioni del mondo, mentre assistiamo ad altri fenomeni di evoluzione religiosa: • quella che ha dato origine alla compagine nazionale dei Sihk, che risente della prepotente avanzata islamica in India;• la predicazione di Gandhi che mescola insieme comportamenti politici e religiosi, mentre invita gli indiani ad usare l’arma della non violenza ed il ritorno alla religiosità più pura come mezzo di lotta politico-sociale.Questa duttilità religiosa ed a mio avviso encomiabile, è da ricercarsi nel fatto che più che una religione singola dettata dall’alto e quindi indiscutibile, l’induismo è una sorta di mosaico multiforme dove convergono sette e scuole di pensiero appartenenti a diversi livelli di sviluppo e di conoscenza, così da potersi adattare a diverse categorie di uomini.Ecco perché l’induismo è assimilabile ad una dottrina che contiene in sé un codice comportamentale che si basa sull’amore di tutte le creature visto che animali, uomini e piante sono espressioni dello stesso processo vitale, il che evita il dannoso fenomeno dell’antropocentrismo delle religioni occidentali. Inoltre gli induisti credono che divinità trascendenti possano incarnarsi in particolari esseri ed anche in più di essi contemporaneamente (avatara che vuol dire discesa in sanscrito) come nel caso di Krishna, Buddha, Gandhi.Ci sono più livelli in cui si possa praticare il proprio bisogno di religiosità, ma sono tutti validi ed accettabili in quanto conformati in base alle esigenze ed alle possibilità del singolo individuo. Così esiste un livello della meditazione e dell’ascesi, il livello del maestro e del santone ma anche quello del guru o del semplice individuo che viva nel rispetto degli insegnamenti. Esiste la preghiera il che conferisce all’induismo il carattere della religione, ma esiste anche la meditazione (YOGA) che gli conferisce il carattere dell’insegnamento pratico della crescita spirituale.In ultima analisi possiamo dire che l’induismo è:• Libero da canoni fissi e rigidi che ne impediscano la duttilità;• Libero da dogmi e dottrine che rendano intolleranti eventuali “eresie”;• Libero di crescere senza il dovere di fare opera di proselitismo;Ma soprattutto non cerca aiuti statali per il suo sostentamento!!!I cadaveri sono cremati e le loro ceneri sono sparse nelle acque del fiume Gange , il fiume i cui gli indiani si immergono per una loro purificazione. Osservare le religioni degli altri credo ci renda molto più obbiettivi nel valutare la nostra, ma soprattutto ci porti a meditare sulla vacuità della vita terrena e c’insegni a capire come tutto sia relativo e fortemente condizionato dagli insegnamenti e dall’ambiente in cui si vive. Da uno sparuto gruppo di uomini che cercano la salvezza, possono nascere grandi religioni, capaci di condizionare la vita di tutto il pianeta. Così in India già nel sesto secolo a.c. i cercatori di salvezza, i solitari asceti che vivevano in solitudine e povertà estrema, si riunirono in congreghe sempre più numerose fino a dare origine a due forme religiose che oggi annoverano tra i loro adepti milioni e milioni di individui: il Giainismo ed il Buddismo.
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