Introduzione
Le industrie della difesa nell’Unione Europea si trovano a un bivio. Tra le cause di questa situazione ci sono la crisi economica, la riduzione del budget della difesa, l’eccesso di capacità produttiva rispetto alla domanda interna e la concorrenza nei mercati internazionali delle potenze emergenti. A quanto esposto in precedenza, è necessario aggiungere l’indefinita “Politica Comune di Sicurezza e Difesa” (PCSD) dell’UE e la volontà della Commissione Europea di intervenire nel mercato della Difesa. Comunque, al momento di ridefinire il quadro di riferimento delle industrie europee della difesa conviene non dimenticare il ruolo che hanno avuto e che tuttora hanno gli Stati membri nel suo sviluppo e configurazione. Fino a pochi anni fa le industrie della difesa degli Stati membri erano generalmente di tre tipi:
- a) le industrie che facevano parte della struttura della difesa nazionale e avevano carattere statale seguendo il modello denominato di arsenale;
- b) le imprese pubbliche dipendenti in un modo o nell’altro dalla struttura governativa;
- c) le imprese private che in alcuni casi avevano partecipazione pubblica.
A dispetto dei cambiamenti avvenuti negli ultimi anni, in alcuni paesi sono ancora vigenti variazioni del modello arsenale. Nei paesi del nostro ambiente sono state privatizzate molte delle industrie della difesa più o meno pubbliche anche se molte liberalizzazioni non sono state completate. In effetti, in paesi come Francia e Italia, continuano ad avere una parte importante della loro Industria della difesa legata in un modo o nell’altro al settore pubblico. Comunque il modello attuale nel quale imprese private e alcune semipubbliche competono in un mercato con una domanda molto bassa sembra avere una fattibilità molto difficile e a breve termine. Tutto questo considerando che nella quasi totalità dei paesi dell’UE esiste una tendenza molto chiara alla riduzione delle spese della difesa come si è anticipato precedentemente.
È giusto riconoscere che ci sono state interessanti iniziative di razionalizzazione e collaborazione tra le industrie europee di armamenti. Due di queste sono “l’Organizzazione Congiunta per la Cooperazione in materia di Armamenti” (OCCAR) e la cosiddetta “Lettera di Intenti / Accordo Quadro” (LoI / FA) per la ristrutturazione e integrazione delle industrie europee di armamenti. Gli accordi raggiunti nell’ambito di queste due iniziative hanno avuto una considerevole ripercussione nello sviluppo dell’industria europea della difesa. Un’altra realtà che è importante ricordare è, il 2 novembre 2010, la firma da parte di Francia e Gran Bretagna della “Dichiarazione sulla Cooperazione in materia di Difesa e Sicurezza” che ha previsto diversi accordi che contemplano, oltre alla realizzazione di prove congiunte di ricerche nucleari, diciassette aree di cooperazione in materia di difesa e di sicurezza. Tra queste aree si trova la cooperazione in temi industriali della difesa che prevede lo sviluppo di un piano strategico congiunto per dieci anni nel settore britannico e francese di armamenti e la realizzazione di progetti di ricerca e sviluppo congiunti. Data l’importanza delle industrie della difesa britanniche e francesi nel panorama dell’UE è importante considerare il loro accordo di cooperazione al momento di pianificare il futuro dell’industria della difesa dell’UE.
Comunque i problemi che interessano le industrie della difesa sono ben noti nell’UE perfino nei comitati non direttamente relazionati con la PCSD come si evince dall’opinione sulle industrie della difesa del Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE) del 11 luglio 2012. Da parte sua anche il Parlamento Europeo si è interessato alla base tecnologica e industriale della difesa come dimostra la Risoluzione del Parlamento del 14 dicembre 2011.
La NATO, l’UE e l’industria europea della difesa
L’implicazione dell’UE nell’industria della difesa si concretizza in tre campi principali:
- 1) in qualità di regolatore del mercato interno della difesa,
- 2) per il suo carattere di organo definitore della PCSD,
- 3) per il suo ruolo nella preparazione del piano di sviluppo delle capacità o capability development plan che condiziona, almeno teoricamente, le acquisizioni degli Stati membri di gran parte della produzione delle industrie europee della difesa. Sembra che l’implicazione dell’UE nei primi due campi si andrà rafforzando nel futuro
L’implicazione della NATO nelle industrie europee della difesa è relazionata principalmente con l’ottenimento delle capacità necessarie per la difesa comune degli alleati che si realizza attraverso il processo di pianificazione della difesa NATO o NATO Defence Planning Process (NDPP). Inoltre l’attività di normalizzazione dell’alleanza è molto rilevante per le industrie della difesa che forniscono equipaggiamenti e sistemi di armi ai paesi membri dell’alleanza. Bisogna anche considerare la “Conferenza dei Direttori Nazionali degli Armamenti” o Conference of National Armaments Directors (CNAD) che può concedere la qualificazione di progetto NATO ai programmi cooperativi che rispettino i requisiti che vengono determinati caso per caso. Da parte sua il “Gruppo di Consulenza Industriale della NATO” o NATO Industrial Advisory Group (NIAG), oltre alla sua funzione di consulenza, tradizionalmente ha realizzato gli studi di pre-fattibilità dei programmi. Non bisogna nemmeno dimenticare che le “Agenzie della NATO” o NATO Agencies hanno una relazione univoca con l’industria europea della difesa.
È importante ricordare qui le iniziative messa in comune e condivisione o pooling and sharing (P&S) dell’UE e difesa intelligente o smart defense (SD) della NATO che, nonostante i loro limiti, offrono alcune opportunità. Tuttavia da qualche tempo gli esperti chiedono che si studi come collegare al “Processo di Pianificazione della Difesa NATO” o NATO Defense Planning Process (NDPP) i progetti di SD e nel “Piano di Sviluppo delle Capacità” o Capability Development Plan (CDP) dell’UE i progetti accolti dall’iniziativa pooling & sharing (P&S).
Il pacchetto della difesa della Commissione Europea
La maggior parte degli Stati membri dell’UE ha cercato di mantenere di loro unica competenza le materie relazionate con armamenti ed equipaggiamenti, appoggiati dall’articolo 346 del TFUE. Tuttavia negli ultimi anni la Commissione Europea è riuscita a costituire una posizione solida nell’intersezione delle materie relazionate con la difesa, il mercato interno, le politiche industriali e la ricerca. La Commissione ha il vantaggio di essere l’unico protagonista capace di stabilire un quadro adeguato per la competitività attraverso una legislazione specifica per il mercato della difesa e lo sviluppo della normativa adeguata. Una prova decisiva per valutare il futuro ruolo della Commissione nel campo della difesa sarà l’implementazione del cosiddetto “Pacchetto Difesa” formato da due direttive che costituiscono un quadro legale armonizzato per l’ottenimento e il trasferimento di articoli militari, due aree critiche nel mercato della difesa. Prendendo come base l’articolo 26 del TFUE che dispone che l’UE adotti le misure destinare a stabilire il mercato interno o garantire il suo funzionamento, in conformità con le disposizioni pertinenti dei trattati, la Commissione ha preparato il menzionato “Pacchetto Difesa” le cui direttive più importanti sono:
► La Direttiva 2009/81 del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’Unione Europea del 13 luglio 2009 relativa al coordinamento delle procedure per l’aggiudicazione di taluni appalti di lavori, di forniture e di servizi nei settori della difesa e della sicurezza da parte delle amministrazioni aggiudicatrici/degli enti aggiudicatori, che è entrata in vigore il 21 agosto 2009.
La Direttiva stabilisce le regole dell’ottenimento adattate alle necessità dei settori della difesa e sicurezza e si riferisce agli equipaggiamenti militari e a quelli di carattere sensibile di sicurezza, così come a servizi e opere associati a essi. Questo tipo di equipaggiamento era esente dalle regole pubbliche esistenti per il mercato interno data la tradizionale interpretazione estensiva che gli Stati membri davano all’articolo 346 TFUE. La Direttiva permette l’uso del procedimento negoziato con pubblicazione come procedimento normalizzato e prevede norme speciali per la sicurezza degli approvvigionamenti (SoS) e la sicurezza dell’informazione. C’è un’eccezione molto significativa per i programmi cooperativi di armamento che sono inclusi nelle nuove norme di ottenimento. La Direttiva 2009/81 è stata incorporata nell’ordinamento giuridico spagnolo con la legge 24/2011 dell’1 agosto sui contratti del settore pubblico negli ambiti della difesa e della sicurezza (BOE [N.d.T: il BOE (Boletín Oficial del Estado equivale alla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana] numero 184 del 2 agosto 2011). Nel frattempo il Reale Decreto 844/2011 del 17 giugno, con il quale si modifica il Reale Decreto del 2061/2008 del 12 dicembre (BOE numero 6 del 7 gennaio 2009), approva il Regolamento di controllo del commercio estero di materiale della difesa, di altro materiale e di prodotti e tecnologie a duplice uso.
► La Direttiva 2009/43/ del Parlamento Europea e del Consiglio dell’Unione Europea del 6 maggio 2009 sul trasferimento di prodotti relazionati con la difesa all’interno dell’UE ha molta importanza per “l’Area Economia Europea” o European Economic Area (EEA).
Questa direttiva è stata preparata sulla base dell’articolo 114 del TFUE (vecchio art. 95 del TCE). È entrata in vigore nel giugno 2009 e la data limite per la sua trasposizione negli Stati membri è stata il 30 giugno 2011. Le leggi nazionali, regolazioni e norme amministrative necessarie per compiere questa direttiva dovevano essere applicate a partire dal 30 giugno 2012 (art. 18). Con l’atto di emendamento incluso nella Direttiva 2009/80 è stato corretto l’allegato alla Direttiva 2009/43/EC. In essa si definisce un sistema di licenza europeo per il trasferimento di prodotti relazionati con la difesa all’interno dell’Unione Europea. Si intendono per prodotti relazionati con la difesa quei prodotti che sono inclusi nella lista dell’allegato della Direttiva e che si trovano nella “Lista Comune Militare dell’Unione Europea” che è stata aggiornata in varie occasioni. L’obiettivo principale della Direttiva 2009/43 è di costituire il mercato interno dell’UE per prodotti relazionati con la difesa e di cercare di normalizzare i differenti e a volte divergenti sistemi nazionali per controllare i trasferimenti di equipaggiamenti della difesa ad altri membri dell’UE. Esistono alcune incertezze nella normativa. Una di queste è che non c’è distinzione formale tra i trasferimenti all’interno dell’Unione e le esportazioni a paesi terzi al di fuori di essa. L’ultima versione della cosiddetta “Lista Comune Militare” dell’UE è stata adottata dal Consiglio Europeo il 27 febbraio 2012.
La Commissione Europea è decisa a impulsare il pieno sviluppo delle due direttive menzionate e di altre normative rilevanti e perciò ha creato un gruppo operativo sulla politica della difesa o Defense policy task force. La creazione è stata annunciata il 7 novembre 2011 dal commissario per il Mercato Interno e i Servizi dell’UE Michel Barnier. Alla task force partecipano tutte le direzioni competenti della Commissione e stanno lavorando a stretto contatto con la EDA e con il Servizio Europeo per l’Azione Esterna o European External Action Service (EEAS). I principali compiti della task force sono i seguenti:
- Assicurare che la Direttiva sul coordinamento dei procedimenti di aggiudicazione (Direttiva 2009/81 del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’Unione Europea del 13 luglio 2009) e la Direttiva sui trasferimenti di prodotti relazionati con la difesa all’interno dell’UE (Direttiva 2009/43 del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’Unione Europea del 6 maggio 2009) vengano adeguatamente trasposte nella legislazione degli Stati membri.
- Creare un dibattito sulle industrie per determinare le aree strategiche dove l’Europa ha bisogno di mantenere una base industriale per conservare un’autonomia strategica.
- Sfruttare le sinergie tra le industrie di sicurezza e difesa
- Assicurare la coerenza in temi relazionati con la sicurezza degli approvvigionamenti.
Il 7 novembre 2012 il commissario Barnier ha anche detto che la cooperazione nell’UE è necessaria, dal più piccolo al più grande degli Stati europei. Nessuno di essi può garantire la sicurezza totalmente da solo. Barnier ha continuato dicendo che le acquisizioni di determinati equipaggiamenti invece di essere considerate solo per la difesa passeranno a essere trattate come acquisizioni di articoli a duplice uso (tecnologie per uso civile e militare). Per valutare l’importanza dei ciò che è stato detto basta ricordare quello che ha affermato Ehler, membro del Parlamento Europeo: ci sarebbero circa 2 miliardi di euro nei fondi dell’UE per la ricerca sulla sicurezza civile nel budget 2014-2020, in attesa di approvazione. Nel budget precedente (2007-2013) era aumentato a 1,4 miliardi di euro.
L’UE si decida a sviluppare la PCSD
Dopo anni di tentennamenti sembra che nell’UE si sia fatto un importante passo avanti nello sviluppo della PCSD. Nei giorni 13 e 14 dicembre 2012 si è riunito a Bruxelles il Consiglio Europeo (CE 205/12). Nelle conclusioni della Presidenza su questa riunione si scrive che il CE ha deciso di iniziare i lavori relativi al maggior sviluppo della PCSD dell’UE e si segnala che nel dicembre 2013 si tornerà a trattare la questione. Questa decisione è molto importante e per questo si raccolgono di seguito alcuni punti rilevanti delle conclusioni CE 205/12:
23. Il CE invita l’Alto Rappresentante, attraverso il “Servizio Europeo per l’Azione Esterna” e “l’Agenzia Europea per la Difesa”, e la Commissione a intervenire secondo le loro rispettive competenze e a cooperare strettamente quando la situazione lo esiga con il fine di elaborare proposte e mezzi addizionali per rafforzare la PCSD e migliorare la disponibilità delle capacità civili e militari necessarie. Li invita poi a informare su tali attività al più tardi a fine settembre 2013, in vista del Consiglio Europeo di dicembre 2013. Gli SM avranno parteciperanno attivamente nella totalità del processo.
24. Per far ciò il Consiglio Europeo indica, tra le altre, le questioni seguenti:
● Aumento dell’efficacia, visibilità e impatto della PCSD
● Miglioramento dello sviluppo delle capacità di difesa
● Rafforzamento del settore industriale europeo della difesa25. A dicembre 2013 il CE esaminerà gli avanzamenti realizzati nel raggiungimento di questi obiettivi, valuterà la situazione e, sulla base delle raccomandazioni del suo Presidente, fornirà una guida in particolare fissando priorità e scadenze per garantire l’efficacia degli sforzi realizzati da parte dell’UE affinché l’Europa sia all’altezza delle responsabilità che le competono in materia di sicurezza.
La decisione del Consiglio Europeo del dicembre 2012 apre una porta alla speranza. La Commissione Europea ha qualcosa da dire, ma il suo task force non può essere l’unico ad avere un’opinione sul tema. Gli Stati membri devono essere ascoltati così come le industrie europee della difesa. La realtà è che le industrie della difesa non possono separarsi dall’approccio globale che è necessario dare alla PCSD. In questo la razionalizzazione delle industrie della difesa gioca un ruolo centrale. Si potrà sviluppare una PCSD senza contare sulle industrie europee della difesa?
La posizione della Commissione Europea
Rispondendo all’invito del CE, il 24 luglio 2013 la Commissione ha pubblicato una Comunicazione intitolata: “Verso un settore europeo della Difesa e Sicurezza più competitivo ed efficiente” o Towards a more competitive and efficient European defence and security sector.
La Comunicazione è un fitto documento di diciotto pagine che è accompagnato da diversi grafici a sostegno dei suoi ragionamenti. Il documento comincia segnalando che i tagli nei budget della difesa e l’esistenza di un frammentato mercato europeo della difesa mettono in pericolo l’abilità dell’Europa di sostenere capacità difensive effettive e un’industria della difesa competitiva.
La presentazione della Comunicazione è stata fatta il 24 luglio nella sede della Commissione Europea in una conferenza stampa congiunta alla quale hanno partecipato il presidente della Commissione Barroso e i commissari Barnier del “Mercato Interno e i Servizi” e Tajani dell’”Industria e l’Imprenditoria”. In questa conferenza Barroso ha rilasciato una dichiarazione per presentare la comunicazione intitolata “Verso un settore europeo della Difesa e Sicurezza più competitivo ed efficiente”. La dichiarazione del presidente Barroso ha dato rilievo soprattutto alla presentazione della comunicazione che contiene le largamente attese proposte della Commissione per rafforzare e armonizzare l’industria della difesa d’Europa. La comunicazione è la risposta della Commissione all’invito che il Consiglio Europeo tenutosi nel dicembre 2012 ha fatto a vari organi dell’Unione per sviluppare proposte e azioni per rafforzare la PCSD dell’UE.
Barroso ha affermato che l’Europa ha bisogno di una politica della difesa e sicurezza più coesa ed efficace per tre ragioni principali. In primo luogo perché è essenziale per rafforzare la politica esterna e il ruolo dell’UE nel mondo. In secondo luogo perché in tempi di crisi economica abbiamo bisogno di fare un miglior uso dei soldi pubblici.
Gli stati membri non possono fronteggiare per molto tempo un approccio isolato verso la sicurezza e difesa. Ora più del 75% dell’investimento in equipaggiamenti della difesa si spende a livello nazionale. Dobbiamo spendere bene, evitando duplicazioni, unendo più investimenti e condividendo più risorse. In terzo luogo, Barroso ha affermato che il settore di sicurezza e difesa ha una componente industriale importante che impiega direttamente 400.000 persone e indirettamente genera altri 960.000 posti di lavoro in Europa, con un totale di transazioni di 96 miliardi di euro solamente nell’anno 2012 ed esportazioni per un valore di 23 miliardi di euro nel 2011. Barroso ha terminato il suo intervento dicendo:
“È tempo di fare uniti qualcosa in più per la Difesa!”
Tajani, Vicepresidente della Commissione e Commissario dell’Industria e l’Imprenditoria ha detto tra le altre cose:
“È vitale che l’industria europea della difesa continui a essere un centro leader mondiale di fabbricazione e innovazione, creando posti di lavoro qualificati e crescita. Questa è l’ambizione del piano che presentiamo oggi.”
Da parte sua il Commissario del Mercato Interno e i Servizi Barnier ha detto:
“Per rendere efficace la PCSD dobbiamo rafforzare anche le nostre industrie e i mercati della difesa. In particolare, in tempi di diminuzioni di budget è necessario cooperare di più e integrarsi per essere più efficaci. La Difesa è ancora di dominio della sovranità nazionale… Tuttavia la Commissione può appoggiare e mobilitare i suoi politici per rafforzare il settore. La presente Comunicazione lo illustra chiaramente. Contribuirà al Consiglio Europeo di dicembre e guiderà le nostre azioni negli anni futuri.”
La Comunicazione prevede che si prendano misure per rafforzare il mercato interno della difesa, per promuovere un’industria più competitiva e per incoraggiare le sinergie tra la ricerca civile e militare. Inoltre la Comunicazione esplora opzioni in altre aree come energia, spazio e capacità di uso duale. La Commissione invita i capi di Stato e di Governo a discutere questa Comunicazione nel Consiglio Europeo di dicembre 2013, insieme con il report preparato dall’Alto Rappresentante dell’Unione per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza.
Perché l’UE deve agire?
È chiaro che sviluppare e mantenere le capacità e le tecnologie critiche necessarie per il futuro va al di là delle capacità degli Stati membri perché lo raggiungano singolarmente. Mentre la difesa e la sicurezza rimangono soprattutto un argomento di competenza nazionale, la Commissione crede che si possa fare di più per promuovere la cooperazione europea.
Questo è particolarmente importante quando l’attuale crisi colpisce duramente un’industria di importanza strategica per l’Europa nel suo insieme. D’altra parte, oltre ad essere uno dei grandi settori industriali, contribuisce alla crescita e offre migliaia di posti di lavoro qualificati. Per incoraggiare la cooperazione e aumentare l’efficienza del settore la Commissione ha l’intenzione di prendere le seguenti iniziative:
- 1. Raggiungere il Mercato Interno di Sicurezza e Difesa. Basato sulle Direttive esistenti sulle forniture della Difesa e trasferimento della difesa nell’UE, la Commissione affronterà le distorsioni del mercato e contribuirà a migliorare la “Sicurezza degli Approvvigionamenti” o Security of Supply (SoS) tra gli Stati membri.
- 2. Rafforzare la competitività dell’industria europea. Per far ciò la Commissione svilupperà una politica industriale della difesa basata su due linee di comportamento:
- Appoggio alla competitività – includendo lo sviluppo di “standard ibridi” per beneficiare i mercati di sicurezza e difesa e analizzando le forme per sviluppare un Sistema di Certificazione Europeo per i certificati militari di aeronavigazione.
- Appoggio alle Piccole e Medie Imprese (PMI) o Small and Medium Enterprises (SMEs) – includendo lo sviluppo di un European Strategic Cluster Partnership per fornire collegamenti con alti gruppi (clusters) e appoggiare le PMI relazionate con la Difesa nella concorrenza globale.
- 3. Sfruttare le sinergie civili militari. Sfruttare al massimo sinergie civili militari per assicurare l’uso più efficiente dei soldi dei contribuenti. In particolare:
- Concentrando gli sforzi nella possibile cross-fertilisation tra la ricerca civile e militare e il potenziale dell’uso duale dello spazio;
- Aiutando le FAS a ridurre il consumo di energia.
- 4. Esplorare nuove vie. Condurre il dibattito strategico in Europa verso una maggiore e più profonda cooperazione europea e preparare il cammino per questa cooperazione. In concreto:
- Valutando la possibilità di capacità a duplice uso dell’UE, che in certe aree di Sicurezza possono integrare le capacità nazionali e arrivare a essere efficaci e moltiplicatori efficienti di forza;
- Proponendo forme di appoggio alla ricerca relazionata con la PCSD in quelle aree nelle quali le capacità della Difesa dell’UE sono più necessarie.
Chi e come ne beneficerà
Gli Stati membri risparmieranno tempo e denaro con standard e certificazioni europee, appoggiando i gruppi di PMI, con la specializzazione, con la ricerca e fornitura congiunte, con FAS energicamente più efficienti e con un uso efficiente di infrastrutture speciali.
Le compagnie europee relazionate con la difesa, incluso le PMI, guadagneranno: un più facile accesso ad altri mercati, sia dentro che fuori l’UE, economie di scala attraverso normalizzazione e certificazione e un miglior accesso ai fondi dell’UE.
I contribuenti europei beneficeranno di una spesa della difesa più efficiente, di una minore duplicazione negli sforzi di R+S civile e militare, di un uso più efficiente dell’infrastruttura speciale. L’ambiente beneficerà di un minor consumo di energia da parte delle FAS europee.
La Comunicazione è, come si è detto, il contributo della Commissione al prossimo dibattito sulla difesa del Consiglio Europeo di Dicembre 2013, d’accordo con le conclusioni del Consiglio del 14 dicembre 2012. Nell’ottobre 2012 la Commissione aveva annunciato che avrebbe preparato una “Strategia per il settore della Difesa d’Europa”. Il Gruppo operativo sulla politica della difesa o Defense policy task force creato nell’anno 2011 da parte della Commissione sta giocando un ruolo chiave in questo processo al quale sono strettamente associati l’”Agenzia Europea per la Difesa” (EDA) e il “Servizio Europeo per l’Azione Esterna” (SEAE). La Commissione presenterà un piano di azione più dettagliato nel 2014.
La posizione dell’Alto Rappresentante
Lo stesso 24 luglio la Ashton ha pubblicato un documento di diciotto pagine intitolato: “Preparing the December 2013 European Council on Security and Defence. Interim Report by the High Representative”.
Per quanto riguarda le industrie della difesa, il documento dell’Alto Rappresentante ha due punti dedicati. Le idee presentate in questi punti del documento provvisorio dell’Alto Rappresentante non differiscono sostanzialmente da quelle presentate nel documento della Commissione. I due punti menzionati, rilevanti per le industrie della difesa, sono l’11 e il 12 e si trovano nel capitolo III “Rafforzando l’Industria della Difesa d’Europa” del documento provvisorio della Ashton.
Nel punto 11 si parla della “Base Tecnologica e Industriale Europea” della Difesa (BTIED) o European Defence and Technological Industrial Base (EDTIB) come prerequisito indispensabile per lo sviluppo e il sostegno delle capacità della difesa dell’UE. È necessario notare che al di là di alcune notevoli eccezioni nessun governo europeo può da solo lanciare nuovi programmi importanti.
D’altra parte, tutta la catena di approvvigionamenti della Difesa è importante dagli appaltatori principali passando per i fornitori intermediari arrivando alle piccole e medie imprese (PMI) o Small and Medium Enterprises (SMEs). La Giunta Direttiva dell’Agenzia Europea per la Difesa (EDA) ha redatto nel mese di marzo 2013 un piano di azione per le PMI.
La “Sicurezza di Approvvigionamento” o Security of Supply (SoS) è intrinsecamente legata alla “Base Tecnologica e Industriale Europea della Difesa” (BTIED). Per far ciò gli Stati membri stanno lavorando con la EDA per prendere misure concrete per migliorare la SoS sia a breve che a lungo termine.
Gli Stati membri stanno lavorando con la EDA per prendere misure che si considerano convenienti nelle aree di normalizzazione, certificati militari di aeronavigazione e certificazione.
Nel punto 12 si segnala la convenienza di stimolare le sinergie tra la R+S civile e militare. Se l’Europa vuole mantenere la sua capacità di R+S ha bisogno di importanti investimenti. Gli Stati membri dovrebbero essere stimolati a utilizzare la cooperazione come l’opzione alternativa e a impegnarsi in investimenti pluriennali in R+S nella difesa attraverso la cooperazione.
Dato che la tecnologia è sempre di più a duplice uso, ci sono notevoli potenziali sinergie tra la ricerca civile e militare. Una strategia comprensiva di ricerca potrà sfruttare le sinergie tra i programmi nazionali a duplice uso in aree tali come sistemi aerei senza pilota, cibernetica, spazio, sicurezza marittima, energia verde e tecnologie chiave.
Considerando che la R+S in difesa porta con sé un rischio dovuto all’incertezza sul ritorno dell’investimento, si devono cercare soluzioni di finanziamento innovative per attirare finanziamenti privati.
Epilogo
Nei paragrafi precedenti è stato fatto un breve percorso tra le normative e le tendenze che interessano oggi le industrie europee della difesa e naturalmente quelle spagnole. Da quello che è stato studiato si deduce che la Commissione sembra decisa affinché si materializzi il “Mercato Interno di Sicurezza e Difesa” basato sulle direttive esistenti. La Commissione vuole anche rafforzare la concorrenza dell’industria europea, sfruttare le sinergie civile / militare ed esplorare nuove vie. Per raggiungere ciò la Commissione presenterà un piano di azione dettagliato nel 2014.
L’importante decisione del Consiglio Europeo del dicembre 2012 apre una porta alla speranza sul futuro sviluppo della PCSD. In effetti in questo Consiglio si è deciso di studiare per:
- Aumentare l’efficacia, la visibilità e l’impatto della PCSD
- Migliorare lo sviluppo delle capacità di difesa e sicurezza
- Rafforzare il settore industriale europeo della difesa
Nei paragrafi precedenti si è vista la volontà della Commissione di ottenere l’implementazione del “Mercato Interno della Difesa” e la decisione del Consiglio Europeo di procedere nello sviluppo della PCSD. In questo quadro, per poter influire sul futuro dell’industria europea della difesa e in concreto il futuro delle industrie spagnole della difesa, è categorica una conoscenza profonda delle normative, dei procedimenti e delle forme di operare della Commissione e degli altri organi di decisione dell’UE. Sarà anche imprescindibile essere pronti a partecipare allo sviluppo di nuove normative e alla definizione dei procedimenti di applicazione delle norme esistenti e future.
Ci sono molti altri elementi che possono influire sul futuro delle industrie della difesa degli Stati membri dell’UE. Tra questi la possibile implementazione in un futuro non molto lontano del “Partenariato Transatlantico per il Commercio e gli Investimenti” o Transatlantic Trade and Investment Partnership (T-TIP). Inoltre, date le circostanze, sembra opportuno ottenere il maggior vantaggio possibile dalle iniziative messa in comune e condivisione o pooling and sharing (P&S) dell’UE e difesa intelligente o smart defense (SD) della NATO così come dai programmi cooperativi. È importante segnalare che alcuni esperti chiedono che si studi come unire nel “Processo di Pianificazione della Difesa della NATO” o NATO Defense Planning Process(NDPP) i progetti nel quadro dell’iniziativa SD e nel “Piano di Sviluppo delle Capacità” o Capability Development Plan(CDP) dell’UE i progetti inseriti nell’iniziativa P&S.
Comunque sembra certo che, in un quadro di spese della difesa decrescenti e di un’offerta molto superiore alla domanda, a medio termine si presenta una situazione difficile per le industrie europee della difesa. Questa situazione dovrà essere affrontata con realismo e con la decisione di salvaguardare al massimo l’industria della difesa dell’UE e dentro di essa i legittimi interessi delle nostre industrie della difesa. Quello che è certo è che, per salvaguardare il futuro della base industriale europea della difesa, sarà necessario lo sforzo concertato di tutti gli interessati: industrie, stati membri e istituzioni dell’UE.
(Traduzione dallo spagnolo di Arianna Plebani)