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L’industriale che ricordava assegni ma non alberi

Creato il 17 dicembre 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

Potremmo tornare io e te, con la mente né tua né mia, con la memoria che non sai di chi sia, a quel discorso d’una medaglia d’oro che non era d’un poeta, di un atleta saettante, di un soldato più coraggioso d’ogni fantasia, ma di un uomo traboccante di denaro applaudito da un sindaco, un prefetto, un vescovo, un questore e trenta consiglieri comunali. E perché dire, come ha fatto, “non ho mai messo nessuno in cassa integrazione”, perché lamentarsi dell’euro, moneta “passiva” che “non si svaluta” al contrario della rupia, del rublo, del dollaro americano, della lira turca, perché lui lamenta lo scarso potere d’acquisto, la crisi economica, la difficile competizione globale? Perché è lui a elogiare il primo libero comune d’Italia (1076), circondato da signorie, perché parla dei socialisti “quelli veramente vicini ai lavoratori”, della cremona che era più forte, ed evoca i vescovi Bonomelli e cazzani, l’arte di cremona, la liuteria di cremona?

Lo commuove il pensiero dei lavoratori alle sue dipendenze, di quelli che danno tutto, lo commuove la passione per la sua città e ricorda quando aveva 15 anni e componeva gli assegni che poi il padre firmava.

così la memoria sorprende, travolge, la risacca dei ricordi fa piangere.

E perché invece io e te, se pensiamo all’età dei 15 anni, non siamo presi dall’immagine di un assegno ma di un albero, perché viene in mente un fiume pulito, un prato verde, un pallone? Abbiamo perso, ecco perché. Non abbiamo avuto ragione e non l’avremo. Il dollaro svalutato non ci dice niente, e non abbiamo mai visto neanche rubli, se non regalati da un’amica che tornava dalla Russia. Ma non abbiamo ragione e neanche il nostro vecchio partito ci sta più ad ascoltare, tranne forse qualche volta.

Allora è l’uomo che si ritrova nel mondo, eredita se vuole una storia e la tramanda, la trasforma, si immedesima in ciò che lo sopraffà. Perché parlo, perché ho la parola, se non perché è la parola che parla.

Alcuni consiglieri comunali non hanno applaudito, forse pensavano anche loro agli alberi, i prati e i fiumi.

Riprendiamo la nostra passeggiata e cambiamo strada, stiamo cercando un’aria più leggera. Ma tu non hai detto nulla. Tu guardi nel profondo.

 

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