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L’informazione è costruzione collettiva; la polverizzazione della comunicazione può portare benefici alla comunità (di Luca Ferrari)

Creato il 03 ottobre 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

Tutto sacrosanto, senonché temo che il giornalismo inteso in senso ‘tradizionale’ (quotidiano stampato su carta, direttore, redazione, consiglio di amministrazione ecc.) stia ineluttabilmente tramontando. Basta verificare i dati di tirature e vendite effettive delle principali testate in questi ultimi anni per avere una chiara fotografia della Caporetto ormai imminente.

Image representing Wikipedia as depicted in Cr...

Image via CrunchBase

Il tema dell’informazione, quindi, almeno secondo me, andrebbe più correttamente correlato al piano ‘macro’ della cultura locale e nazionale, concepita nel significato più volte affermato su queste stesse pagine.
Perché un fatto, per quanto riportato in termini ‘oggettivi’, porta con sé – fatalmente – rimandi a specifici interessi di parte (lobby più o meno occulte, gruppi di potere, minoranze influenti, opinion leader…) che per ovvi motivi non hanno l’urgenza che l’informazione aderisca fedelmente alla verità.
Se in passato la motivazione a fondare un giornale era offerta dall’idealità, oggi, che non rappresenta più neppure una forma di investimento imprenditoriale, lo scopo principale di un’impresa editoriale è la propaganda e la vendita di spazi pubblicitari.

L’informazione, più in generale la cultura, allora bisogna andare a cercarla altrove: nelle pieghe del Web e dei social network, ad esempio; nell’arte ‘pop’ (gruppi musicali, artisti, scrittori…); sui volantini e ciclostilati ‘stampati in proprio’ che pure circolano ‘sotterranei’ anche in questa città letargica; sui muri (writers) e le bacheche informali, estemporanee, abusive;nei dibattiti dei luoghi dell’associazionismo; in piazza e nei bar, anche, perché non sempre lì si tratta di banale comunicazione…

Perché sono convinto che sia definitivamente andata in crisi l’idea secolare di autorità intellettuale e che stia diffondendosi sempre più la consapevolezza che la cultura (quindi anche l’informazione) sia l’effetto di un processo (provvisorio, instabile, precario) di costruzione collettivo, socializzato, condiviso. Per quanto discutibile e certamente perfettibile, uno straordinario modello esemplificativo di ciò è l’esperienza ormai consolidata di Wikipedia: l’informazione, il sapere, è patrimonio della comunità, ed è soggetto ad essere accresciuto, approfondito, modificato indefinitamente.

La polverizzazione della comunicazione contemporanea (molteplicità delle fonti informative disponibili) potrebbe portare vantaggi alla comunità: sarebbe una tragedia reale se oltre a La Provincia, il Piccolo e CremonaOggi non esistesse altro… ma per fortuna non è così!

 

Luca Ferrari

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