L’ingiustizia è uguale per tutti i poveri

Creato il 28 febbraio 2013 da Zirconet @zirconet

In un paese come il nostro dove i morti sul lavoro non fanno più notizia e tanto meno scandalo, sono in molti coloro i quali hanno rimosso la tragedia della notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007 in cui sette operai morti sulla linea 5 della ex-ThyssenKrupp di Torino, investiti da una fuoriuscita di olio bollente, che ha preso fuoco.

Immediata fu la denuncia dei sindacati circa inadeguatezza delle misure di sicurezza nello stabilimento. Le testimonianze degli operai accorsi sul posto dell’incidente parlano di estintori scarichi, telefoni isolati, idranti malfunzionanti, assenza di personale addestrato per questo tipo di emergenzaIn primo grado nel 2011 la Corte d’assise  aveva condannato i dirigenti dell’acciaieria tedesca per omicidio volontario e incendio colposo (con colpa cosciente) e omissione delle più elementari cautele antinfortunistiche. Era stata la prima condanna per omicidio volontario in Italia nei confronti di un imprenditore.

Oggi non è più così. Con grande sdegno dei familiari degli operai uccisi la Corte d’assise d’appello del tribunale di Torino ha deciso che non ci fu dolo e ha ridotto a dieci anni la condanna l’ex AD della multinazionale dell’acciaio Harald Espenhahn. Ridotte pure le pene inflitte agli altri dirigenti coinvolti. Passata la tesi della difesa secondo la quale gli operai sbagliarono quella notte a tentare di spegnere un incendio troppo imponente e troppo pericoloso. Avrebbero dovuto «non intervenire, come prevede il piano di sicurezza in questi casi». Colpa loro insomma, poco ci manca che debbano pure risarcire i danni all’azienda perché sono morti.

Nessuno s’indigna?


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