Solitudine di Renato Ambrosi
Siamo qui ad aspettare un semplice sì,
un qualsiasi segnale che smuova la nostra testa,
che sposti le lancette annodate del nostro tempo,
immobili,eppure in un impercettibile movimento continuo teso a ricordare il passato,
a consumare quell’attimo in cui un alito di vento ha soffiato più forte portando via il tutto
e lasciando qui soltanto, l’inutile resto.
Tutto è immobile, fermo, impassibile,
eppure lì fuori c’è un rumore assordante, un gran chiacchiericcio.
La gente sorride, ci parla, ci abbraccia,
ma niente ci smuove.
Tutto inesorabilmente tace e scorre senza un presente. Figuriamoci un futuro.
E’ solo un brutto incubo – ripeto fra me e me – passerà, niente di tutto questo è vero!
Provo a svegliarmi da questo atavico torpore ma nulla ci appartiene, nemmeno la nostra vita.
Mi sento soffocare, manca l’aria, si stringe la gola, duole il cuore, soffoca lo stomaco, tremo fino ai piedi, piango e il tempo non passa mai.
Ma è già sera e tutto muta e riporta sempre a quell’istante in cui il vento ha soffiato più forte,
tutto si è fermato e la vita ha smesso di sorridere e il nostro cuore di sognare.
Aspettiamo un altro domani e speriamo nella vita che verrà.