L’attuale situazione di continua crescita economica, basata sul consumo, aggiunta ad una esplosiva crescita demografica, evidenzia, senza ombra di dubbio, che la Terra è troppo piccola per una popolazione che è troppo grande e che consuma troppo.
Il genere umano era composto da 900 milioni di individui nel 1800, passati a tre miliardi nel 1960 e ai 6,8 miliardi attuali. E nel 2040 saranno nove miliardi. Questa esplosione demografica non è però un problema per gli economisti, perchè tanti più bambini significano tanti più consumatori, quindi tanta più ricchezza prodotta, quindi tanta più crescita economica, ed alla fine tanti più soldi. A livello economico l’uguaglianza “tanti più bambini = tanta più crescita economica” non è sbagliata se
si pensa che è proprio l’interruzione della crescita della natalità nel mondo occidentale la causa dell’interruzione della crescita economica, dell’aumento dei costi fissi e delle tasse e della diminuzione della crescita del risparmio. E i tentativi di compensare il crollo delle nascite con maggior produttività e delocalizzazione di molte produzioni sono stati insufficienti verso le esigenze di crescita del Pil, e la conseguente decisione di sostenere detta crescita con consumismo a debito sempre più eccessivo e rischioso per la solvibilità del sistema, è stato catastrofico.
Questa situazione ha però un lato debole che nessuno continua a considerare, cioè che le risorse naturali disponibili non sono infinite, ma limitate, e molte di esse sono già oggi insufficienti ed in via di esaurimento. Si calcola che lo spazio del pianeta Terra utilizzabile dall’uomo (bioproduttivo) è di 12 miliardi di ettari. Questa superficie, divisa per la popolazione mondiale attuale, è pari a 1,8 ettari a persona. Invece lo spazio bioproduttivo attualmente consumato pro capite è già, in media, di 2,2 ettari. E questa media nasconde disparità enormi.
Se tutti vivessero come i francesi ci vorrebbero tre pianeti, e se tutti vivessero come gli americani ce ne vorrebbero sei. La realtà è che l’uomo già da troppo tempo si è infognato in un modello di sviluppo basato su una crescita continua, a sua volta basata sul consumo (e ben venga anche lo spreco perchè è un eccesso di consumo) che non è più sostenibile.
Non è fantascienza profetizzare che, se le cose non cambierano, gli uomini torneranno a farsi la guerra per accaparrarsi le scarse risorse che la Terra potrà offrire.