“Quando i politici maneggiano il calice della religione, ne offuscano la bellezza ed il fine, trasformandone l’oro in nichel”. Da questa riflessione prende le mosse l’articolo, comparso sul Belfast Telegraph, di Yasmin Alibhai-Brown, giornalista britannica di etnia pakistana nata in Uganda conosciuta per i suoi articoli riguardanti immigrazione, diversità e multiculturalismo.
Di religione musulmana, non esita ad indicare fin da subito come colpevole di questo tipo di atti a danno della religione Ayatollah Khomeini, ex-leader dell’Iran, che definisce “il maestro di quest’arte oscura”, essendo stata spacciata, la sua ascesa al potere, per salvezza divina. Questo ed altri esempi, però, servono alla giornalista per raggiungere il vero obiettivo del suo articolo: David Cameron, primo ministro del Regno Unito, che ha recentemente affermato che l’Inghilterra è “un paese cristiano, con valori cristiani” e che agli inglesi “non dovrebbe dispiacere dirlo”.
Eppure per Yasmin Alibhai-Brown, il primo ministro inglese è proprio uno di quei politici che danneggiano la religione ed afferma: l’Inghilterra “non può essere chiamata cristiana, se si considerano le politiche interne ed estere”. E continua: “Vorrei che lo fosse. Vorrei che lo fosse perché, quando espresso al meglio, il cristianesimo è una delle religioni più umane, più dolci e merita di essere perseguito da persone migliori di coloro che lo rivendicano”. Cameron, secondo la giornalista musulmana, sostenendo una politica evidentemente anticristiana è uno di quei politici che sfrutta “il calice della religione” e ne “offusca la bellezza ed il fine”. Prosegue così l’articolo della Alibhai-Brown: “Se la Gran Bretagna fosse un paese più cristiano, la sua gente non tollererebbe la ricca classe regnante che colpisce i più svantaggiati con leggi dure e retoriche ingiuste. Si ribellerebbe contro la povertà creata dallo stato. Conserverebbe lo stato del welfare – nato in un periodo in cui il paese era più cristiano e capiva i doveri della società. Cosa che non è più. In troppi sono come David Cameron, cristiani part-time per convenienza, che vivono per mammona, che usano la loro religione come un’arma contro coloro che disprezzano, i poveri, gli indifesi e gli ‘alieni’: proprio quei simboli e quelle dottrine che Gesù Cristo sposò nel suo tempo”
Effettivamente di “cristiani part-time” ne esistono fin troppi, e non fanno altro che danneggiare il cristianesimo. La giornalista ha invitato i cristiani ad essere cristiani davvero, pur essendo musulmana. Non è da rifiutare una proposta tanto allettante.
Michele Silvi