Sono appena tornato dall'Euroshop 2011, che si concluderà domani, 2 marzo, a Düsseldorf. Per la prima volta l'interaction design made in Italy ha fatto capolino nel POP (point of purchase). Grottini Lab ha presentato In show, il primo sistema che sfrutta il dispositivo Kinect per consentire l'interazione dall'esterno della vetrina verso un display in modalità completamente touchless. In questo caso il visitatore può interagire con l'interfaccia video posta all'interno della vetrina semplicemente direzionando le mani verso le immagini per compiere semplici operazioni di browsing e di chiusura/apertura di schermate informative di approfondimento.A pensarci bene si tratta di un passo che va oltre il settore del retail per investire, in senso più ampio, il rapporto interno/esterno proprio di molte tipologie di spazi in cui la soglia tra ciò che appartiene al pubblico e ciò che "vira" verso il privato passa attraverso la delimitazione fisica, ma parziale, della vetrina. Anche in questo caso si annuncia la possibile ridefinizione di relazioni prossemiche e funzionali tra noi e lo spazio architettonico di cui già ho parlato circa l'architettura aumentata.SeNSoRe, il blog di Carlo De Mattia
Magazine Architettura e Design
Sono appena tornato dall'Euroshop 2011, che si concluderà domani, 2 marzo, a Düsseldorf. Per la prima volta l'interaction design made in Italy ha fatto capolino nel POP (point of purchase). Grottini Lab ha presentato In show, il primo sistema che sfrutta il dispositivo Kinect per consentire l'interazione dall'esterno della vetrina verso un display in modalità completamente touchless. In questo caso il visitatore può interagire con l'interfaccia video posta all'interno della vetrina semplicemente direzionando le mani verso le immagini per compiere semplici operazioni di browsing e di chiusura/apertura di schermate informative di approfondimento.A pensarci bene si tratta di un passo che va oltre il settore del retail per investire, in senso più ampio, il rapporto interno/esterno proprio di molte tipologie di spazi in cui la soglia tra ciò che appartiene al pubblico e ciò che "vira" verso il privato passa attraverso la delimitazione fisica, ma parziale, della vetrina. Anche in questo caso si annuncia la possibile ridefinizione di relazioni prossemiche e funzionali tra noi e lo spazio architettonico di cui già ho parlato circa l'architettura aumentata.SeNSoRe, il blog di Carlo De Mattia
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