di Ciuenlai
Secondo Hobsbawm sarà “la distribuzione sociale e non la crescita che dominerà la politica di questo millennio”. Se ciò è vero dobbiamo concludere che mentre le classi dominanti stanno portando a termine il loro lavoro, i (presunti) rappresentanti degli altri ceti sociali brancolano nel buio e subiscono questa offensiva, perché non hanno saputo creare gli strumenti per contrastarla. E’ una storia che è stata già raccontata una infinità di volte : a fare la lotta di classe sono solo i padroni, gli altri la subiscono. Si tratta di un’ offensiva iniziata trent’anni fa. Chi detiene le leve del potere sapeva bene che le risorse non sono infinite e che la maniera per conservare i propri privilegi era soltanto una : ridisegnare l’ordine sociale diminuendo i redditi e, soprattutto, azzerando le “costose” protezioni sociali delle classi lavoratrici. Favoriti dalla fine dell’Urss, hanno iniziato un martellamento che, sulla base delle teorie liberiste, ha ormai dato una configurazione, quasi definitiva, al disegno iniziale. E non è un caso che l’ultimo anello di questo disegno sia stata l’Europa, dove il welfare state aveva raggiunto le vette più alte. Insomma la redistribuzione del reddito sta prendendo forma, ma nel senso inverso di quello comunemente auspicato e cioè dal basso verso l’alto della scala sociale. Mario Monti non è altro che uno degli esecutori di questa strategia di medio – lungo termine. Sotto i benestanti c’è un mondo alla “Blade Runner”, una società multirazziale, modernissima e decadente, perfettamente controllata e dominata dall’insicurezza, dalla paura, dall’egoismo e dall’individualismo. Una società che, riduce gli stati ad agenzie di gestione delle direttive emesse da una ristretta minoranza legata alle organizzazioni della finanza internazionale e i cittadini a recitare il ruolo dei “replicanti” in nome della coesione sociale. Per cambiare rotta bisogna invertire i poli della clessidra della redistribuzione. I timidi passi dell’accordo tra Bersani, Hollande e la Spd devono essere rafforzati e allargati. L’Unione Europea della sinistra, deve produrre un disegno alternativo di società, portare ad una politica sindacale unitaria su base continentale e planetaria, creare strutture e luoghi dove i movimenti possano confrontarsi e dialogare con il resto dell’arcipelago progressista. Insomma bisogna riscoprire la più grande invenzione della sinistra dei secoli scorsi :l’Internazionalismo e insieme a questo, il valore fondante delle società : il lavoro.