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L’intervento integrale di Bonali (Pd), in consiglio comunale: “Assenza assoluta delle politiche culturali a Cremona”. Diverse deleghe al sindaco, che nemmeno viene informato da chi realmente decide, ma anche a PubliAeventi

Creato il 29 giugno 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

Riporto integralmente l’intervento di Daniele Bonali, vicecapogruppo del Pd, che dopo l’analisi del comparto cultura e delle attività dell’assessorato conclude che c’è una “assenza assoluta” di politiche culturali nella città di Cremona. L’assessorato è stato totalmente esautorato: sistema museale condannato al rincaro dei biglietti e alla riduzione dell’orario d’apertura, museo del violino che affonda nella nebbia, mentre alle scuole medie della nostra provincia arrivano pacchetti turistici per la Cina ma non per Cremona, per una giornata di visita. In sintesi: Teatro Ponchielli, Storia di Cremona, Museo del Violino sono in carico al sindaco, non all’assessore De Bona. L’istituto pareggiato è affidato alle cure delle Politiche educative (assessore Alquati). E il sindaco? Non è nemmeno messo al corrente da chi prende le decisioni, fuori dal Comune! Daniele Bonali sottolinea, al termine di un intervento ricchissimo di considerazioni, che il Comune dovrebbe non fare cultura direttamente, ma mettere chi la sa fare in condizione di agire. Ci vorrebbe una sana applicazione del principio di sussidiarietà e manca anche questa. Ma a Cremona, aggiungo, si sa come vanno le cose: il sindaco a molti appare in pugno a forze incontrollabili dagli elettori, forze che del resto non sarebbero nemmeno più tanto soddisfatte dello stesso primo cittadino.

Mentre mi accingevo ad appuntarmi qualche considerazione sul Bilancio 2012 del comparto culturale e turistico mi è capitata tra le mani la copia del mio primo, analogo intervento datato2010, a otto mesi dall’insediamento di questa amministrazione che ora ha compiuto i suoi tre anni di vita. Questo mio intervento sarà quindi a 360°: non solo e non tanto un commento delle politiche economiche 2012 del settore in questione, ma un vero e proprio bilancio globale dell’attività culturale di un’amministrazione che ha già superato la svolta di metà mandato.

E’ sconcertante rileggere ora quanto affermavo più di due anni fa: “Va bene occuparsi di liuteria, va bene occuparsi del museo del violino, anche se non sappiamo ancora a chi spetti la gestione e le relative spese, ma il sistema museale è sempre stato il vero traino culturale della città. Le sue potenzialità turistiche ed economiche sono altissime per Cremona, [eppure] il sistema museale è scomparso: potremmo portarlo a Chi l’ha visto?”. Sono trascorsi 26 mesi, e sul museo del violino stiamo ancora aspettando risposte su costi e gestione – e la cosa si commenta da sé. Ma soprattutto è tragicamente attuale quanto affermavamo allora sul sistema museale! Situazione surreale: più i nostri musei affondano, più le risorse si assottigliano. Si parla di diminuire l’orario di apertura e di alzare i prezzi dei biglietti. Come curare un anemico con un salasso…

Quali interventi seri, quali idee innovative per far vivere i nostri musei? L’unica “soluzione” uscita dal cappello del nostro vicesindaco: aprire un ristorante nel museo! Grandioso: avrà un master in gestione dei Beni Culturali? Forse qualcuno dovrebbe fargli notare che l’idea è un po’ fuori moda fra gli addetti ai lavori: da almeno 15 anni!

Ma parliamo pure di gestione, perché questo affermavo due anni fa: “Quando si parla nell’introduzione del sistema culturale [del Bilancio 2010!] di ‘gestione più coordinata ed unitaria da parte del comune, tanto della proposta culturale quanto di quella turistica’, si intende forse abdicare al ruolo di indirizzo, controllo e gestione da parte dell’amministrazione, in favore di un unico attore privato?” E qui allo sconcerto si unisce un profondo stupore: ma come? Più di due anni fa dicevo queste cose? Ma come era possibile? Con la macchina del tempo avevo forse compiuto un balzo in avanti di due anni? Perché è evidente che proprio questo è accaduto, ed è cronaca recente: la promozione e la gestione del comparto culturale e turistico sono state affidate ‘ad un unico gestore’, ad un privato! Questa è la sussidiarietà, si dirà. Eh no! Questa non è sussidiarietà, questa è sudditanza! Sussidiarietà è incentivare le risorse che – spontaneamente o attraverso l’associazionismo nelle sue molteplici forme aggregative – i cittadini mettono a disposizione della città. Al comune spetterebbe il compito di sollecitare, raccogliere, selezionare, organizzare, coordinare e sostenere le proposte. Dovrebbe essere un cavallo di battaglia del centrodestra: MAI se ne è vista così poca come da quando ci amministrate voi! Invece, quello che avete compiuto affidando a PubliAeventi la promozione e la realizzazione del comparto turistico-culturale è una totale ed assoluta abdicazione!   Niente di nuovo sotto il sole, in una realtà in cui all’assessore alla cultura sono state sfilate, una dopo l’altra, tutte le partite più importanti e significative del suo settore. Vogliamo ricordarle? Teatro Ponchielli: al Sindaco. Museo del violino: al sindaco. Storia di Cremona: al sindaco. Istituto Pareggiato: alle politiche educative. Cabina di regia delle attività: a PubliAeventi, con la supervisione del consigliere Zaffanella. Bene assessore De Bona: cosa ci sta ancora a fare in giunta?

Ma andiamo avanti.

Dicevo ancora nel 2010: “Quando ci sentiamo dire che il comune deve tagliare i fondi al Teatro Ponchielli perché altre spese sono più importanti della cultura, ci si rende conto di non poter davvero discutere, ma non perché concordiamo su questa posizione, bensì perché ci rendiamo conto di non avere davanti a noi un interlocutore tecnicamente preparato, né politicamente avveduto.” Oggi, col senno di poi, correggerei così: ‘ci rendiamo conto di non avere davanti a noi un interlocutore’. PUNTO. In effetti, se anche volessimo discutere, con chi potremmo parlare? L’assessore: non pervenuto. Il presidente della commissione: troppo svagato (per lui una settimana e due mesi sono la stessa cosa). Il sindaco, a cui ormai fanno capo le deleghe più importanti del comparto: non può, non ha tempo, o forse semplicemente NON SA: chi decide non lo mette al corrente.

Abbiamo (per la terza volta!) richiesto che venisse convocata la commissione cultura mediante una raccolta di firme: è stata convocata con ordine del giorno che recepisce una nostra richiesta su quattro. Cosa dobbiamo pensare? E soprattutto: cosa dobbiamo fare? Ridere? Piangere? Non presentarci? Di sicuro una cosa non faremo: permettere di prenderci in giro!

Con una simile situazione, cosa dire del comparto turistico? Abbiamo una app nuova di zecca per pubblicizzare Cremona via smart phone. Ma LE SCUOLE MEDIE DELLA PROVINCIA (non di Torino e di Palermo!) non ricevono offerte di pacchetti per gite scolastiche di un giorno nella nostra città. A proposito: per gite a Palermo li ricevono! Abbiamo tradotto il sito del museo in inglese: ma a Spazio Comune il personale scappa quando entra un turista straniero perché NESSUNO sa spiaccicare una parola in inglese – e stiamo parlando di un ufficio che si propone come interfaccia fra l’amministrazione e l’utente finale, che in una città come Cremona POTREBBE ANCHE, CHISSA’, essere straniero…

Ci siamo resi conto, in questi tre anni, che a questa amministrazione manca completamente una consapevolezza: la relazione esistente fra POLITICHE CULTURALI E TURISMO. Attenzione: non ho detto Cultura! Un’amministrazione non deve fare cultura, deve lasciarla a chi la sa fare. Un comune deve provvedere alle politiche culturali in funzione esclusiva del turismo. Che a Cremona DOVREBBE ESSERE la risorsa principale. Altro che cemento!

Ma lasciamo stare. L’inutilità di questo intervento – come dei due precedenti e di quelli che nei prossimi anni seguiranno – sta del resto tutta nei numeri. Nel Bilancio che, senza vergogna, ci avete presentato. Ad altri colleghi il compito di approfondirne le carenze nei diversi settori; io non ho carenze da segnalare: solo ASSOLUTA ASSENZA.

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