Il contatto con Claudia Zedda si è concretizzato attraverso internet e la reciproca conoscenza dei nostri siti. Il mio sull’emigrazione sarda; i suoi, straordinari, che descrivono l’infinita genialità di un personaggio contemporaneo di grande valore quale è lei. Totalmente rapito, mi sono immerso nel mondo affascinante della sua poliedricità artistica. L’utilizzo proficuo delle parole, l’armonia descrittiva di luoghi, persone e sensazioni, lasciano una percezione netta di essere trasportati in un luogo incantato da lasciare senza respiro. E’ il “pianeta” Claudia Zedda che desidero raccontare e far conoscere. E le sue parole, lo fanno con una spontaneità gradevole.
Ho 31 anni e nel 2008 mi sono laureata in lettere moderne all’università di Cagliari con indirizzo socio antropologico, e dato che per conoscere realmente qualcuno sarà necessario sapere di più in merito alla terra che le ha regalato i natali, dirò che sono figlia di Sardegna, nata a Cagliari e cresciuta all’interno di una famiglia nella quale parola d’ordine è sempre stata “dialogo”. E’ per questo forse che amo tanto le parole, e tanto amo la mia terra, che di parole non ne usa poi tante, ma le utilizza al momento giusto. L’amore per la mia terra è sempre stato in me, eppure per riscoprirlo ho dovuto avere pazienza e costanza, fintanto per lo meno che la Sardegna non s’è decisa a richiamarmi. Lentamente ha iniziato a raccontarmi le sue storie, il suo passato, regalandomi frammenti di ricordi, strascichi di avventurose esperienze. In fondo la Sardegna racconta a tutti, non tutti però le porgono orecchio. Un altro modo per conoscere a fondo una persona, è scoprirne le passioni; le mie sono così tante e tanto numerose, che delle volte ho difficoltà ad elencarle tutte, eppure riesco a ritagliare all’interno delle giornate, piccoli spazi per ciascuna di esse. La scrittura, a braccetto con la lettura sono le principali. Scrivere è raccontarmi, e soprattutto raccontare dei luoghi e delle esperienze che vivo, e di scrivere e leggere non ci si può mai stancare, perché mai si legge e si scrive qualcosa d’identico. Scrivo per me, per i miei lettori e per il web, che colonizzo gestendo personalmente tre spazi web: www.claudiazedda.it,www.esserefreelance.it, www.bottegakreativa.it. Amo la fotografia per quanto non sia una professionista di quest’arte che se ben praticata consente di fermare il momento, dar vita all’attimo. Cucinare e confezionare dolci è un’altra delle mie passioni; mi rilassa e mi consente di conoscere meglio la mia terra e innamorarmi lentamente delle altre. Di recente ho riscoperto la passione per il giardinaggio, per la generosità della terra che ricevuto un seme, restituirà una pianta, un fiore figlio della fatica e della passione. Mi ha aiutato, il giardinaggio, a riscoprire la ciclicità delle stagioni, l’importanza del trascorrere del tempo che è una ruta in cammino, senza sosta, che ripete sempre i medesimi tragitti pur sempre stupefacenti, anno dopo anno. Non ultima la mia passione per la cestineria sarda che mi ha trasmesso mia nonna. Tanto mi ha affascinato che ho iniziato a intrecciare cestini, scoprendo non solo che fosse cosa per tutti, ma anche espressione artistica particolarmente gratificante.
Raccontaci della tua passione per lo scrivere e quando hai pensato alla realizzazione del primo
libro …
Scrivo da che mi ricordo. Mi è sempre piaciuto farlo. Da bambina, prima di prendere sonno immaginavo delle storie che scrivevo nella mia mente. Al mattino erano svanite, ma fintanto che vivevano erano meravigliose. I libri per altro, hanno sempre suscitato in me un certo fascino, misteriosi come sono, ricchi, di tutti, per tutti; cassapanche colme di sorprese, ecco come li immagino. Il primo libro “Creature Fantastiche in Sardegna” è nato come tesi universitaria, pubblicata pochi mesi dopo la discussione. Presentarlo, raccontarlo, accompagnarlo in viaggio per l’Italia è soddisfazione che difficilmente potrà essere descritta a parole. Più cosciente è stata la creazione del mio secondo libro “Est Antigoriu”, presentato qualche giorno fa, che ha richiesto fatica e costanza, ma che già restituisce in cambio gratificazioni. Entrambi parlano di Sardegna, l’una fantastica, l’altra reale, vista con i miei occhi e raccontata con le mie parole.
Parliamo della tua Sardegna, la terra tanto amata.. come la vedi oggi?
Da scoprire. Se penso all’isola è questo che mi viene in mente. E’ una vecchia signora la Sardegna, un po’ in là con gli anni, che siede taciturna e osserva l’orizzonte, gelosa del suo passato e attenta al proprio futuro. Purtroppo sono davvero pochi a domandarle di raccontare, eppure, quando la domanda viene posta nella maniera giusta, lei racconta, e i suoi racconti sono leggende, canzoni, poesia. Piuttosto sono i sardi, delle volte, a preoccuparmi, indecisi sulla strada da seguire, sulle mosse da compiere, sulle scelte da fare, che pure tentano con una passione e una testardaggine tutta isolana, di recuperare le proprie tradizioni, la propria cultura, per dirla in una parola, la propria identità.
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