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L’intesa è di non trovar l’intesa

Creato il 03 novembre 2012 da Antonioriccipv @antonioricci

Lo scrive oggi Verderami sul Corriere della sera:

L’intesa è di non trovar l’intesa

Prima si dovrà consumare il rito, e quando sarà certificato ciò che oggi è già evidente, quando verrà formalmente sancito il fallimento della trattativa, solo allora – a un passo dalle urne – si aprirà la vera trattativa per tentare di modificare il Porcellum.

Ma su un unico articolo: quello che riguarda il premio di maggioranza. Lo stralcio della riforma della legge elettorale sarà l’epilogo di una inconcludente mediazione che si è protratta per mesi tra incontri riservati e pubblici dibattiti, proclami di imminenti accordi e minacciosi richiami istituzionali.

Per salvare la riforma bisognerà dunque cancellarla e concentrarsi sul nodo attorno al quale fin dall’inizio si è ingarbugliata tutta la faccenda. È il premio di maggioranza, è quello il sancta sanctorum del Porcellum, che il capo dello Stato chiede venga modificato per uniformarlo alle indicazioni della Corte Costituzionale…

“Di sicuro, fallita la maxi-trattativa, è già in corso la mini-trattativa che muove dall’idea del senatore centrista D’Alia: assegnare il premio di maggioranza a una coalizione che ha superato il 40%, e se ciò non dovesse verificarsi, garantire un mini-bonus di seggi al partito che ha ottenuto il maggior numero di voti.

“Dato il quadro politico frammentato, sarà difficile oltrepassare la soglia del 40% per ottenere il premio di maggioranza. E un modello elettorale che predetermina il risultato elettorale rischia di produrre un aumento dell’astensionismo e del voto di protesta. Traduzione: con questo tipo di modifica sarebbe pressoché scontato un Monti-bis nella prossima legislatura. Con la schiettezza che tutti gli riconoscono, l’altro giorno il segretario dell’Udc Cesa non ha usato perifrasi con un dirigente del Pd per confutare questo ragionamento: «Lo volete capire o no che dopo il voto, con Grillo al 20%, ci saranno i numeri solo per fare un governo di larghe intese?»”.

Quindi alla fine resteranno le liste bloccate in toto, premio di maggioranza per la coalizione che supera il 40% (quindi nessuna), un mini-bonus di seggi al partito che ha ottenuto il maggior numero di voti e diritti alla riconferma del Monti-bis.

A questo punto il M5S rischia di superare il 30%, si sappia.



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