La politica italiana a volte sfiora livelli di ridicolo difficilmente immaginabili. Stavolta tocca al PDL lanciarsi in un’iniziativa che dire discutibile è fare un complimento. Il bersaglio sono i libri di testo definiti faziosi e accusati di gettare fango su Berlusconi per fini elettorali.
La capofila della protesta azzurra è Gabriella Carlucci che ha presentato il 18 febbraio una proposta di legge per l’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta sull’imparzialità dei libri di testo scolastici. Assieme a lei hanno firmato altri 18 prodi: Barani, Botta, Lisi, Scandroglio, Bergamini, Biasotti, Castiello, Di Cagno Abbrescia, Di Virgilio, Dima, Girlanda, Holzmann, Marini, Nastri, Sbai, Simeoni e Zacchera. La Carlucci sbotta:
Può lo scuola di Stato, quella che paghiamo con i nostri soldi, trasformarsi in una fabbrica di pensiero partigiano? I libri plagiano le giovani generazioni dando insegnamenti attraverso una versione ufficiale della storia e dell’attualità asservita a una parte politica.
La Sinistra appunto che, nonostante questa sua propaganda nascosta, perde le elezioni una volta sì e l’altra anche.
La proposta è stata assegnata alla Commissione Cultura lo scorso 14 marzo che dovrà discutere sulla base di una dettagliata relazione che mostra i pezzi incriminati. Andiamo a vederne qualcuno.
La storia di Della Peruta, Chittolini, Capra, edito da Le Monnier, ad esempio, descrive tre personaggi storici del secolo scorso:
Palmiro Togliatti: uomo politico intelligente, duttile e capace di ampie visioni generali;
Enrico Berlinguer: un uomo di profonda onestà morale e intellettuale, misurato e alieno alla retorica;
Alcide de Gasperi: uno statista formatosi nel clima della tradizione politica cattolica.
E Berlusconi non c’è, accidenti che sgarbo.
Storia, volume III, di De Bernard e Guarracino, stampato da Bruno Mondandori, invece, è incolpato di faziosità per questa frase a proposito del 1948:
L’attuazione della Costituzione sarebbe diventato uno degli obiettivi dell’azione politica delle forze di sinistra e democratiche.
Quindi il PDL pretenderebbe pure di essere inserito tra i gruppi politici a difesa della Carta quando il suo leader la definisce bolscevica, illiberale e da cambiare assolutamente a ogni piè sospinto? Francamente presuntuoso.
Il libro più criticato è Elementi di storia di Camera e Fabietti, edito da Zanichelli che prima afferma che:
L’ignominia dei gulag sovietici non è dipesa da questo sacrosanto ideale, ma dal tentativo utopico di tradurlo immediatamente in atto o peggio dalla conversione di Stalin al tradizionale imperialismo.
Invece di dare totalmente la colpa al comunismo.
Rincara la dose sostenendo che Rosy Bindi, ai tempi della DC, fosse:
Una combattiva europarlamentare che sollecitava ad allontanare dalle carichi di partito tutti i propri esponenti inquisiti.
E poi dà il colpo di grazia, esagerando un po’, quando scrive:
Nel 1994, con Berlusconi presidente del Consiglio, la democrazia italiana arriva a un passo dal disastro.
Non può fare a meno di dire la sua Mariastella Gelmini:
Non posso disconoscere il fatto che, per esempio, alcune questioni come quella delle Foibe, molti libri di testo non la trattino o venga relegata a poche righe. Addirittura in alcuni libri anche tutto il Risorgimento è trattato per sommi capi. Credo che ci debba essere anche una proporzionalità e un’adeguata trattazione anche sulla base dell’importanza del fatto storico.
La reazione dell’Opposizione è dura come testimoniano le parole della senatrice PD Vittoria Franco:
Ormai i rappresentanti del Pdl vedono i comunisti dappertutto è il caso di dire che, pur essendo del Partito della libertà, non sopportano la libertà e l’autonomia, e per questo vedono letteralmente rosso. L’onorevole Carlucci non sa che esiste il principio, sancito dalla Costituzione, della libertà di insegnamento, nel quale rientra anche l’autonomia nella scelta dei libri di testo.
Di analoga libertà, fino a prova contraria, godono gli editori nel pubblicare i volumi. E’ chiaro che questo ennesimo tentativo liberticida della commissione d’inchiesta rientra nei ripetuti attacchi alla scuola pubblica sferrati da Berlusconi e dalla Gelmini con dichiarazioni anche recenti. Il PDL vorrebbe una scuola pubblica di regime, completamente asservita al potere del governo, in cui si lavori contro la capacità critica delle nuove generazioni. Sulla commissione d’inchiesta ci sarebbe da sorridere se la situazione della scuola italiana non fosse così grave proprio a causa delle politiche di tagli di questo governo.
Non si risparmia neanche l’Unione degli Studenti:
Apprendiamo sconcertati la notizia secondo cui l’On. Gabriella Carlucci, seguita da 18 deputati, voglia istituire una Commissione parlamentare di inchiesta “sull’imparzialità dei libri di testo scolastici” giustificando questo con il fatto che la descrizione della storia politica recente del nostro paese sia sbilanciata sui valori della Costituzione e della Resistenza. L’On. Carlucci fa intendere così che l’educazione a questi valori sia un male, nonostante siano sanciti in una carta che dovrebbe unire tutto il Paese: la carta costituzionale. La giustificazione di tale proposta continua con una sequela di fatti storici accertati definiti come ‘attacchi al premier’ e ‘difesa dell’opposizione di governo, rimaniamo sinceramente sbigottiti da come si possa costruire un allarme e un livello di fantasticazione tale per distogliere l’attenzione dei problemi reali della scuola.
Non comprendiamo come possano essere messi sotto attacco, senza alcuna competenza nel settore, degli intellettuali e studiosi come quelli citati dalla Carlucci nello stesso modo con cui sono stati additati gli insegnanti delle scuole pubbliche. La chiara allusione di una proposta del genere ad una censura de facto che ricalca lo stile delle dittature fasciste viene liquidato dicendo che questi libri non saranno messi al rogo, ma verranno segnalati agli autori i quali se non li correggeranno subiranno il ritiro dei testi dal mercato. Queste sono evidentemente le dichiarazioni più gravi e ricordiamo all’On. Carlucci e al suo governo che la Costituzione Italiana che loro tanto attaccano, sancisce la libertà di insegnamento e la libertà di pensiero, e le loro proposte sono fuori da ogni quadro democratico e costituzionale.
Non c’è che dire, si cammina veloci verso il Minculpop.
Per la cronaca, ma quando mai alle scuole superiori si arriva a studiare Berlusconi in storia? Anche i più virtuosi fanno fatica ad arrivare alla parte preferita dal PDL, la caduta del comunismo.