Adolfo Bioy Casares (1914-1999)
Se c’è un merito da attribuire ai quotidiani torinesi, in tutta la vicenda del presunto ritorno in scena – stavolta sul palcoscenico romano – dell’ex patron del Grinzane Cavour Giuliano Soria, è quello di aver rispolverato il nome di Adolfo Bioy Casares e del suo romanzo più famoso, “L’invenzione di Morel” (1940).
Un libro e un autore – come scopriamo leggendo su Repubblica – tra i preferiti del professore di Letteratura spagnola, insieme al cubano Vitier e al peruviano Arguedas. Una citazione che è venuta fuori spulciando il blog dell’associazione letteraria Cantiere dei sogni, al centro delle discussioni di questi giorni sulla presunta paternità soriana di alcune iniziative romane (i sospetti restano, lui smentisce). Ora, gli unici commenti sul blog sono di un tale che si firma “invenzione di morel”: che sia lo stesso Soria oppure no, è argomento che lasciamo ai cultori del genere giallo. Per chi ama la fantascienza, invece, è bene spendere due parole sul capolavoro dello scrittore argentino.
IL PREFERITO DI BORGES. “Bioy rinnova letterariamente un’idea che Sant’Agostino e Origene confutarono, che Louis Auguste Blanqui ragionò e che Dante Gabriele Rossetti disse con musica memorabile”. Così si esprimeva Borges sull’amico Adolfo, coautore proprio con il più grande scrittore argentino di numerose storie (scritte con uno pseudonimo). Nato nel 1914 a Buenos Aires da un’agiata famiglia, marito della sorella di Victoria Ocampo, dobbiamo dunque a Bioy Casares uno dei libri cult del genere fantascientifico, il già citato (e riconosciuto anche dai succitati amanti di gialli) “L’invenzione di Morel”. Nel 1974 fu un italiano, Emidio Greco, a curarne la trasposizione cinematografica.
(continua su Quotidiano Piemontese)