Dopo essersi fatto un po’ attendere, ma del resto la mole del libro lo giustifica, è arrivato il secondo capitolo della Century Trilogy di Ken Follett, L’inverno del mondo (traduzione di Adriana Colombo, Paola Frezza Pavese, Nicoletta Lamberti, Roberta Scarabelli, Mondadori, 2012), che, ambientato negli anni tra il 1933 e il 1949, racconta le vicende dei figli e delle figlie dei protagonisti e protagoniste de La caduta dei giganti, che era incentrato sulla Rivoluzione bolscevica e la Prima Guerra Mondiale.
Gli anni che fanno da sfondo a questo romanzo sono forse tra i più cruciali della Storia dell’ultimo secolo, non solo europea: l’avvento del Nazismo, la Guerra di Spagna, la Seconda Guerra Mondiale e l’inizio della Guerra Fredda. Come nel primo romanzo, l’autore segue in parallelo le storie di varie famiglie, presentando i diversi punti di vista, drammi e vicende di fronte agli eventi di quell’epoca, con una narrazione brillante e appassionante, anche se, vista la mole del libro (quasi mille pagine), non è facile riuscire in certi punti a tenere a mente tutte le fila della vicenda, che si svolge tra Germania, Gran Bretagna, Unione Sovietica, Russia, Francia e Spagna.
La carne messa sul fuoco da Ken Follett è tantissima, gli eventi raccontati sono moltissimi e i punti di interesse del libro sono molti, anche perché si raccontano fatti e aspetti poco noti di pagine di Storia su cui troppo spesso si crede di essere ferrati, ma su cui, in realtà, non si sa poi così tanto.
Tra le righe di un romanzo che, nonostante sia un best-seller, non è pura evasione, riemergono, infatti, episodi rimossi della Storia: le persecuzioni contro gli oppositori politici nella Germania nazista, vittime dimenticate; lo sterminio dei disabili fisici e psichici; l’oppressione delle donne anche cosiddette ariane da parte del regime hitleriano e le violenze di cui rimasero vittime ad opera dell’Armata Rossa nella Berlino occupata, così come la presenza di omosessuali nelle truppe statunitensi, la tragica e idealistica avventura di molti stranieri nella Guerra di Spagna e la fascinazione di alcune spie sovietiche per quell’Occidente così libero. Tutte pagine dimenticate e sottovalutate, che rivivono in un libro dal ritmo incalzante, che si chiude di fronte a una nuova svolta, quella che ha portato alla fine del Secolo Breve e ai nuovi, precari e recenti sviluppi.
Accanto a una galleria di personaggi molto ben costruita, tra cui spiccano, per cura e interesse, i personaggi femminili, dalle madri Ethel e Maud, un tempo militanti per le suffragette e ora divise in due Paesi con destini diversi, alla giovane Daisy, alla quale sono affidate le situazioni più romantiche, all’idealista Carla, che affronterà le prove più dure nella Germania nazista e poi sconfitta, Ken Follett conferma le sue doti di narratore, che, dopo anni di storie tra il giallo, lo spionaggio e il thriller, ha preferito rivolgersi alla Storia e ai suoi eventi, prima parlando di Medioevo e poi di tempi più recenti.
Un romanzo per chi ama la Storia, per chi vuole rivivere pagine recenti, per chi vuole capire il presente dal passato senza leggere saggi e trattati ma ricorrendo a personaggi che, sia pure inventati, sono vicini alle esperienze, alle vite e ai drammi di persone di quell’epoca, e che sa comunque mettere insieme impegno e intrattenimento. In attesa del terzo capitolo, che vedrà protagonisti i bambini e i nuovi nati di questa parte di Storia.
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