La posizione geografica dell’Italia, è noto, alletta assai numerose organizzazioni criminali e i loro finanziatori. L’Iran e Hamas, chiaramente, non sono da meno. In queste ore abbiamo avuto una prova tangibile di come l’Iran usa l’Italia per esportare armi a Gaza (e, probabilmente, anche per inviare armi al regime siriano). Venerdì scorso, secondo quanto diffuso dalla Polizia Marittima, un uomo di origine egiziana è stato arrestato con l’accusa di traffico di armamenti. Si trovava nel Porto di Napoli in attesa di cinque conteiners provenienti dal Veneto che - ufficialmente - trasportavano materiale per bagni.
La cellula scoperta dalle autorità italiane, su segnalazione dei servizi segreti israeliani, faceva parte di un network internazionale che, dall’Iran, passava attraverso i Balcani e il nord Italia, prima di giungere a Napoli ed infine nel Sinai (precisamente nel porto di El Arish, ove i carichi vengono attesi da uomini di Hamas). Secondo quanto reso noto dalle autorità italiane, le armi erano arrivate nel Veneto (precisamente nell’area di Verona) per mezzo di camion proveniento dalla Bosnia e dalla Macedonia. Da qui, sarebber state imbarcate in direzione di Napoli.
Si tratta dell’ennesima prova del ruolo del regime iraniano nella promozione e nel finanziamento del terrorismo internazionale. Un nuovo chiaro segnale di come sia necessario agire in maniera dura e coerente per isolare definitivamente il regime degli Ayatollah e i suoi alleati.