Il neo Presidente Hassan Rohani ha espresso ieri, nella sua prima conferenza stampa, i punti cardine del suo prossimo governo. Il principio chiave – secondo Rohani – è quello della moderazione, ovvero una nuova era di dialogo con l’Occidente e con le monarchie arabe del Golfo. Bene, anzi, benissimo, se non fosse che troppe cose contraddicono i buoni auspici espressi del Presidente iraniano. Qui, ne indichiamo solamente cinque:
Primo: Come vi abbiamo mostrato in un video, nella prima conferenza stampa di Hassan Rohani una folla inferocita ha fatto notare al Presidente l’assenza di Mir Hossein Mousavi, leader dell’Onda Verde, ancora in stato di isolamento. La risposta del Presidente è stata la fuga…
Secondo: Immediatamente dopo essere stato eletto, Hassan Rohani è andato a far visita allo speaker del Parlameno iraniano Ali Larijani. Questa visita, si badi bene, non è solamente un classico incontro istituzionale. La famiglia Larijani, infatti, è una potenza in Iran ed è legata a doppio filo con il clero di Qom. Incontrando subito Larijani, il neo Presidente Hassan Rohani ha voluto dimostrare di essere un uomo fidato del regime e di non voler – in alcun modo – mettere in pericolo i valori cardine (dittatoriali) della velayat-e faqy;
Terzo: Nella prima conferenza stampa inoltre, Rohani ha senza mezzi termini dichiarato “impossibile” la sospensione del programma nucleare. Insomma, dopo aver rilasciato un’intervista nel 2011 in cui dichiarava di aver firmato l’Accordo di Teheran solamente per convenienza politica, ora Rohani non mostra alcuna intenzione di fermare l’arricchimento dell’uranio. Ovviamente, dal 2003 ad oggi, l’Iran ha continuato ad accumulare uranio arricchito ben oltre le percentuali e le quantità richieste da un qualsiasi programma nucleare “civil oriented“;
Quarto: Sulla questione siriana il Presidente ha semplicemente glissato, reiterando la solita storia del diritto del popolo siriano di “decidere autonomamente del proprio destino” e condannando il “terrorismo” dei ribelli. Peccato, però, che la prima interferenza straniera in Siria è proprio quella dell’Iran e del suo proxi Hezbollah. Mentre ieri Rohani parlava, inoltre, quattromila Pasdaran iraniani facevano le valigie per andare a combattere ad Aleppo in nome di Bashar al-Assad. Se questi sono i presupposti per salvare la Siria, c’è davvero poco da sperare;
Quinto: Durinate la conferenza stampa, il Presidente iraniano ha parlato di una nuova stagione di rapporti con le monarchie arabe sunnite, in primis l’Arabia Saudita. Mentre il Presidente parlava, però, i Pasdaran diffondevano in rete la notizia di una nuova versione del missile “Golfo Persico” pronta ad entrare in attività. Questo missile, per la cronaca, ha una gittata di 300 chilometri, ovvero capace di comprire lo specchio dei Paesi Arabi che si trovano dinnanzi all’Iran. Come concetto di dialogo non c’è male…Nulla, inoltre, è stato detto sull’interferenza del regime iraniano nella questione del Bahrein…
Concludendo, come si evince dal titolo, per ora all’ottimismo mondiale andrebbe sostituito un approccio cauto e diffidente. Non vorremmo che una faccia più pulita bastasse per dimenticare cos’è il regime iraniano e i suoi crimini contro il popolo e nel mondo. Ricordiamo, inoltre, che mentre noi scriviamo, in Iran si discutono i nomi per il prossimo Governo: agli Esteri, per la cronaca, si parla di Ali Velayati o della conferma di Ali Salehi. Questa indiscreazione, se confermata, vedrebbe la politica estera finire nelle mani di uno dei due uomini che hanno contributito attivamente alle scelte politiche fatte dal regime durante l’era Ahmadinejad…che dire? Marg Bar Dicator!!!