L’Isis in Siria. Lo Stato Islamico marcia verso Aleppo. Sembra che valgano a nulla la controffensiva di Bashar al-Assad e i bombardamenti della Russia, dal momento che il Califfato si è impadronito di posizioni strategiche nel nord della città. Si parla della morte di un generale iraniano fra le vittime degli scontri. Le parole del referente dell’Osservatorio nazionale per i diritti dell’uomo in Siria con sede a Londra, Rami Abdulrahman, sono preoccupanti: “Lo Stato Islamico non è mai stato così vicino alla città di Aleppo”. La demografia è stata decimata dalla guerra civile, che ha costretto gran parte della popolazione civile a un’emigrazione forzata.
Nel corso dell’ultima notte gli scontri si sono intensificati nel nord della città, e la Siria torna a tremare sotto il fuoco feroce del Califfato. Le posizioni conquistate recentemente dall’Isis sono Kafar Qares, Madrasat al-Mushat, Tall Qarah e Tall Susayn. Ieri è morto il fotoreporter siriano Saleh Mahmud Layla, finito vittima di un attentato kamikaze in un mercato a Hraytan. L’attentatore suicida viaggiava su un’auto imbottita di esplosivo. La strage ha inoltre portato alla morte più di venti persone. Oggi è morto il generale siriano Hossein Hamedani, almeno da quanto ha riferito l’emittente al-Mayadeen. La sua morte sarebbe stata causata da un blitz jihadista nel corso di una missione sul territorio. Dietro gli scontri di oggi ci sarebbe la mano di al-Baghdadi.
Una nuova guerra che l’offensiva russa non sembra capace di arrestare. Lo Stato Islamico continua a mietere vittime e l’aviazione del Cremlino non colpisce ancora al cuore il Califfato, che cresce e prosegue nella sua strategie di terrore. Secondo alcune fonti i bombardamenti russi avrebbero addirittura indebolito i ribelli che finora avevano ostacolato l’avanzata dell’Isis. Dalla Francia intanto giunge la denuncia del ministro della Difesa, Jean Yves Le Drian, che sostiene senza mezze parole come “l’offensiva russa miri a rafforzare Assad”. Il perché di questa affermazione? Nell’opinione del ministro francese, la Russia avrebbe rivolto i propri attacchi contro obiettivi ben diversi dallo Stato Islamico.
L’aviazione francese, invece, avrebbe assestato un duro colpo ad un campo di addestramento jihadista nei dintorni di Raqqa. Un attacco alla roccaforte dell’Isis da parte francese era già avvenuto il 27 settembre scorso. Il ministro della Difesa francese rassicura: “Ci saranno altri raid. I bombardamenti sono avvenuti perché abbiamo la certezza che intorno a Raqqa vi siano punti strategici del Califfato”.
Intanto i rapporti fra lo Stato maggiore russo e quello israeliano continuano per facilitare le operazioni contro l’Isis in Siria. L’arrivo del generale russo Nikolaj Bogdanov ha inaugurato una nuova stagione di trattative e di rapporti diplomatici e militari fra i due Paesi. Dal fronte americano, invece, il segretario di Stato John Kerry ha contattato il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov per confermare i temi affrontati di recente nel corso dell’Assemblea generale dell’Onu.
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