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L'Islanda e Dell'Utri abbassano lo spread

Creato il 06 dicembre 2011 da Chiosaluxemburg @ChiosaLuxemburg

L'Islanda e Dell'Utri abbassano lo spread
 Una delle imprese nelle quali l’attivista facebokkaro, come ben sappiamo, continua ad essere notevolmente versato, è quella del “copia e incolla”. Pensare il meno possibile e soprattutto mai con la propria testa: questo sembrerebbe essere ciò che muove il popolo dei social network. Si creano così  veri e propri circoli viziosi informativi di ogni genere; catene di s.Antonio che vanno dall’animalismo complottista, all’anti-ideologismo ideologizzante, per passare al solidarismo part time, Pratica quest’ultima della quale ho parlato in un articolo che su questo blog troverete sotto il titolo non fiori ma opere di pene. Mai come in queste ultime ore però, il rincorrersi delle notizie è così vorticoso da lasciare anche il sottoscritto nella penosa condizione di dover scegliere una strada che, se non è analoga a quella del copiatore e incollatore di professione, quanto meno ci si avvicina pericolosamente. Diciamo che opterò per il sentiero impervio e sdrucciolevole dell’idolatria rispetto al monoteismo granitico e rassicurante dell’internauta classico: IL BRICOLAGE, ovvero una moltitudine pagana di divinità informative, rispetto all’idealità monolitica del Dio unico copia-incollista. Cominciamo: Spread chi era costui, ovvero Monti avrà anche fatto una manovra alla Berlusconi (scusate se ci vado con la motosega), ma la differenza è che questa è passata. Differenza sostanziale perché piazza Affari registra la migliore performance tra le piazze finanziarie del Vecchio Continente, e quindi cosa dire? al primo esame i risultati sono chiari: Europa si, politici italiani ni, sindacati no. Per Monti 1 x 2. Ma il professore  domina. Sta in cattedra e non seduto sulla scrivania di Vespa con il contratto in mano (anche se stasera da Vespa ci sarà, ma per due interviste e non per il talk). L’uomo del Monti ci spiega tutto passo per passo, come si fa con i ripetenti, e poco importa se sulla corta distanza i partiti potranno ancora fingere il gioco del ricatto; il guardiano è l’Europa. Se i sindacati possono, e devono, permettersi una presa di posizione, i partiti no, perché sarebbe come se il tacchino organizzasse il giorno del ringraziamento: i partiti non possono dettare condizioni ancora a lungo. I dati dei sondaggisti saranno frutta marcia da qui a qualche mese; cosa ne sarà di tutte le sigle ed eventuali alleanze che ancora si pensano come legate al blocco della guerra fredda dell’ultimo ventennio italico, cioè Berlusconi\ anti-Berlusconi? In realtà i politici in qualche modo si organizzeranno, saremo noi ad avere ancora lo spread arrossato. Ma il problema ( e l'ho già spiegato nell'articolo Tutto quello che vi siete meritati per aver snobbato Carletto Marx ), è a monte e non a Monti: il problema si chiama capitalismo e in molti pensano di chiamarlo spread, o Bildelberg, o complotto bancario giudaico, o imposizione aliena del nuovo ordine mondiale dei rettiliani.
Continuiamo con il BRICOLAGE: apprendo con sgomento che Dell’Utri, ancora lui, dopo essere stato in possesso dei famigerati diari di Mussolini, e poi averli fatti pubblicare con il sottotitolo “veri o presunti”, rivela che nel 2010 avrebbe "lasciato andare" un certo mister x, che gli avrebbe mostrato un documento di Pier Paolo Pasolini che sarebbe stato un capitolo del romanzo incompiuto "Petrolio", nel quale anche attraverso metafore omoerotiche, si allude al rapporto invece tutto di potere fra Mattei e Cefis http://www.corriere.it/cronache/11_dicembre_06/marcello-dellutri-pentito-cavallaro_898e6350-2004-11e1-9592-9a10bb86870a.shtml . Per i magistrati il fatto è importante perchè fra il delitto del fondatore dell'Eni, il delitto Pasolini e la scomparsa del giornalista Mauro De Mauro si è sempre seguito un unico filo. Però mi chiedo: e se Dell’Utri dopo i diari di Mussolini e  il capitolo mancante di “Petrolio” potesse arrivare anche del Necronomicon di Alhazred?
L'Islanda e Dell'Utri abbassano lo spread
 Procediamo ancora con il BRICOLAGE. Ecco un tormentone che su Facebook va avanti a mo’ di copia e incolla da diverso tempo ed è sempre gettonatissmo: L’Islanda che mentre noi si affonda nella melma, loro la fanno in barba alle banche crudeli. Riporto fedelmente dalla fonte dalla quale ho attinto: “ REYKJAVIK ; La scorsa settimana in Islanda sono state arrestate nove persone considerate responsabili del crack finanziario che ha coinvolto lo stato islandese nel 2008, portandolo sull'orlo della bancarotta”.(Net1news). Poi scopro che la notizia, come tutte le altre dello stesso tenore sull’Islanda che in molti  postano su FB, è ancora una volta del giugno 2011. Cosa è successo negli ultimi 6 mesi? Perché tutte le notizie sull’Islanda cominciano con la il solito incipit: “La rivoluzione pacifica che sta avvenendo in Islanda di cui nessuno parla”, e poi nessuno parla proprio degli ultimi 6 mesi islandesi? Nel frattempo c’è stato un blitz di renne complottiste che si sono impossessate del potere? Niente di tutto questo. La rivoluzione pacifica islandese di cui nessuno parla, vengo a scoprire che è ampiamente trattata sul solito contenitore a portata di click: wikipedia, alla voce “La crisi del 2008 e la rivoluzione islandese”. Il motivo per cui nessun media ne parla? Io avrei una piccola, piccolissima idea: noi, purtroppo, non siamo l’Islanda. Noi, purtroppo non siamo liberi di farci i cavoli nostri e sperare che in Europa nessuno si accorga della nostra crisi o, meglio ancora, che a nessuno freghi niente  perché sono tutti attenti a vedere cosa succede in due porti geostrategici fondamentali come Italia e Grecia. Noi non siamo un isoletta che può tranquillamente fare bella musica rock e riprendere la caccia delle balene,  in barba ad una moratoria internazionale. Noi, scusate il razzismo sia nei confronti degli italiani, sia degli islandesi, purtoppo siamo L’Italia. In Italia non c’è la caccia alle balene, ma in compenso c’è l’eterno ritorno di questioni mai sopite. Pensate se è mai possibile che la verità su Pasolini e Mattei, adesso ce la dovrebbe consegnare Dell’Utri! In Italia non c’è la caccia alle balene, ma ci sono stati 50 anni di gladio democristiana e SID, e vent’anni di berlusconismo. Vuoi che qualcuno non se ne sia accorto? Non c’è mica per forza bisogno di fare cucù al cancelliere tedesco. Se poi c’è una crisi internazionale che coinvolge le banche e il sistema capitalista in genere, qualcuno può continuare a suonare musica rock e a cacciare le balene, e qualcun altro no. Chi dei due? Indovinello: quello che nel sistema capitalistico fino ad ora ci ha affondato gli scarponi fino al ginocchio. Mi sa che fra i due è quello che negli anni 60\ 70 \ 80 votava per Andreotti detto “l’americano” e negli anni 90 e 2000, per Berlusconi che brindava con Bush.
Dunque? Viva l’Islanda. Perché? Perché le nazioni libere servono ad individuare meglio quelle occupate. Viva Dell’Utri! Perché? Perché contribuisce sempre nel suo piccolo (neanche troppo) a ricordarci che non siamo e non saremo mai l’Islanda, nel bene e nel male (in questo caso nel male). Preso atto di tutto ciò vogliamo andare a caccia di balene come il capitano Acab? No…ci dobbiamo per il momento turare il naso ed  accontentare dell’uomo del Monti. RADICAL SCIOCC. Non copiare non incollare.

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