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L’ isola di Dino torna al comune di Praia a Mare

Creato il 15 giugno 2014 da Makinsud

Si è conclusa una battaglia infinita iniziata il primo Settembre del 1962 quando l’Avvocato Giovanni Agnelli, stregato dall’isoletta situata nell’alto tirreno cosentino, acquistò l’ isola di Dino per 50 milioni di lire, con il desiderio di farne una delle mete del turismo d’elite, al pari di Saint Tropez, Capri e Portofino. A stabilire che dopo 52 anni l’ isola di Dino ritornasse di proprietà del comune di Praia a Mare è una sentenza emessa dai giudici della sezione staccata di Scalea del Tribunale di Paola. Una battaglia giudiziaria durata oltre 20 anni che ha portato a rendere nullo il contratto di compravendita dell’isola con il quale l’Avvocato Giovanni Agnelli era riuscito ad assicurarsi l’ isola di Dino, con cinquanta ettari di natura caratterizzati da grotte calcaree, strapiombi ed una mare di rara bellezza.

Oltre alla natura selvaggia presente sull’isola e alle grotte calcare con un mare limpido e trasparente l’isola è legata anche alla mitologia, infatti, il nome Dino sembra sia legato alla presenza di un tempio dedicato a Venere.

isola di dino

Durante il boom economico sull’ isola di Dino vennero realizzati un pontile di attracco, delle villette, diversi bungalow e dei ristoranti che alimentarono il sogno dell’Avvocato Giovanni Agnelli, ma che con il tempo svanì. A tal proposito, la proprietà dell’isola venne ceduta ad altri soggetti e, in ultimo per ordine di tempo, alla società Isola Dino Srl, che dal 1994 ha avuto una guerra giudiziaria con il comune di Praia a Mare.

Con il pronunciamento dei giudici si va a chiudere tale battaglia ventennale, stabilendo la nullità dell’atto di compravendita originario, condannando il Comune al pagamento di 47 mila euro e alla società Isola Dino Srl di 14 mila euro, oltre a condannare anche altre società e persone che nel corso di questi cinquant’anni avevano acquistato diversi immobili sull’isola.

Molto soddisfatto di tale sentenza è il sindaco di Praia a Mare, Antonio Praticò, che ha affermato che “quello che conta adesso è che il Comune è il proprietario dell’isola. E la collettività, rientrando in possesso dell’isola, dovrà restituire, sostanzialmente, quello che aveva incassato all’atto della compravendita, più o meno 50 milioni di vecchie lire. In ogni caso, questa sentenza dà lustro alla Calabria e a Praia a Mare. Per quanto mi riguarda, poi ripaga 34 anni di onesta vita amministrativa. Ed è giusto che le persone oneste, a qualsiasi colore politico appartengano, vengano tutelate da una magistratura che va sempre rispettata”.

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