Fabio Visintin, veneziano, classe 1957, è noto al pubblico specialmente per le illustrazioni realizzate per alcuni volumi di Mondadori e Marsilio, ma con L’isola – pubblicato con ‘round midnight edizioni – si impegna a riportare una innovativa lettura critica de La tempesta di William Shakespeare.
L’autore rievoca con il suo lavoro le atmosfere dell’ultimo testo del drammaturgo inglese, forse il più innovativo, in una sperimentazione stilistica che si discosta dal tradizionale fumetto come anche dal racconto illustrato.
L’intento del graphic novel di trarre le mosse dal testo teatrale del Bardo è pienamente dichiarato già dal frontespizio del volume, ma – contrariamente a quanto potrebbe pensarsi – non si tratta di una trasposizione in chiave fumettistica della vicenda, sebbene Visintin si mantenga fedele allo spirito della rappresentazione e alle sue tematiche.
Se nel testo originario Prospero analizza il mondo alla luce dei suoi libri, qui Visintin scandaglia il suo sentire interiorizzando le voci di altri autori, in una mescolanza di stili e punti di vista assai suggestiva.
La rivisitazione si lascia infatti andare al citazionismo più spinto anche nei confronti di opere che poco hanno in comune con la commedia shakespeariana, pur trovando un punto di equilibrio con la fonte d’ispirazione primaria e una sorta di una più ampia esaltazione della cultura letteraria, attinta da quella che potremmo definire una ‘biblioteca dell’anima’, che pare serpeggiare fra le sessantadue pagine dell’opera.
Una sovrabbondanza di prestiti, dunque, cui tuttavia prepara l’introduzione firmata da Laura Scarpa.
Che l’interpretazione del testo sia volutamente lasciata alla libertà del lettore è chiaro sin da subito, così come soggettivo è il messaggio che lo stesso Fabio Visintin ha scorto nei brani utilizzati. Scrive infatti in una nota conclusiva: «I piccoli brani che ho tratto da libri e inserito nella mia storia, così estrapolati e tolti dal loro contesto sono rappresentativi unicamente del mio pensiero e di ciò che in essi ho voluto scorgervi».
Cosìin questo romanzo grafico carico di simbolismi è possibile leggere un’allegoria dell’elaborazione della sconfitta, del tradimento, del fallimento personale, oltre che della difficoltà di vivere.
L’isola rappresenta la propria interiorità più profonda, dislocata da qualunque forma di coscienza e razionalità, con cui ciascuno di noi coesiste, ma sulle cui sponde si approda davvero solo nei momenti di profonda crisi, quelli che richiedono sempre un esame di se stessi e la rivalutazione di una serie di aspetti del proprio essere.
Le ombre, che si alimentano di tutti gli aspetti negativi della vita, rappresentano la parte più cinica, violenta e ancestrale dell’uomo; quella parte che, nei momenti di crisi, propende verso la distruzione di tutto, se stessi compresi, e quindi anche verso la permanenza forzata sull’isola. Il rancore, l’incapacità di superare il momento e la tendenza a peggiorare le cose sono una tentazione naturale nei periodi bui.
Gli spettri, che hanno, non a caso, le fattezze di bambini, «tartarughe mai arrivate al
mare», rappresentano invece l’infanzia, l’età prima della razionalità, dell’ingresso nel mondo adulto; quella parte di noi che non sopravvive alla crescita, insomma, come le tartarughe che muoiono prima di arrivare in mare e dove vivranno la loro vita adulta. Ascoltare quella pulsione irrazionale significa seguire il sentiero giusto perché permette di conoscere a fondo se stessi e l’origine di tutti i propri tormenti e forse trovare la chiave per uscire dalla crisi.Accanto al contenuto testuale, anche la scelta del segno grafico ha la sua importanza sul piano simbolico. Adulto, pesante, carico di segni che conferiscono a molte tavole un aspetto gotico, quasi si trattasse di stampe calcografiche, trascina il lettore in un gorgo onirico, in cui le angosce umane vengono esplorate attraverso un suggestivo studio della luce in contrasto al tratto cupo di molte tavole, senza che però il racconto venga caricato di pericoloso patetismo. La cura per il testo, tuttavia, è forse sporcata da un discutibile utilizzo del lettering e dalla scelta per un font eccessivamente ‘computerizzato’ che mal si adatta alla ruvidità dei disegni.
L’isola è un’opera da leggere e lasciar decantare, per poi riprenderla e concedersi una nuova prospettiva con cui interpretare quei dettagli probabilmente sfuggiti a un primo esame.
A portare all’attenzione dei lettori questo testo, si diceva all’inizio, è ‘round midnight edizioni, nata nel 2012, che si presenta come «un amuleto contro tutto ciò che di malvagio esiste… un amuleto per un’editoria diversa». Impresa folle, per stessa ammissione dei suoi fondatori, ma che trae le mosse dalla scelta di produrre storie di qualità, a prezzi competitivi e in un formato attento ai dettagli pur nel rispetto della maneggevolezza.
A giudicare dal buon livello de L’isola di Fabio Visintin, questa casa editrice indipendente, che prende il nome da un brano composto nel 1936 da Thelonious Monk, ha impegnato la giusta strada. Che sia in grado di sopravvivere alle leggi del mercato saranno i lettori a deciderlo.
Abbiamo parlato di:
L’isola
Fabio Visintin
‘round midnight edizioni, 2014
62 pagine, brossurato, bianco e nero – 15,00 €
ISBN 978-88-98749-01-0