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L'Isola Gioiello di Bozcaada - Turchia

Creato il 08 aprile 2011 da Cuoreleone
Bozcaada
Nessuna cementificazione rovina l’armoniosa bellezza di Bozcaada, salvata da un piano regolatore rigidissimo, che concede pochi permessi e per case di 80 metri quadri al massimo a un piano, fedeli all’architettura tradizionale. L’antica Tenedo cantata da Omero è celebre nella poesia epica perché durante la guerra di Troia i Greci vi ritirarono la flotta, per far credere ai nemici di aver abbandonato l’assedio, inducendoli così ad accogliere entro le mura il fatale cavallo di legno.

Il porto dell'isola

Il porto dell'isola

È una delle poche isole della Turchia: dopo la sconfitta nella Prima guerra mondiale, l’Impero ottomano fu privato di quasi tutte le isole nell’Egeo e nel Mediterraneo. Domina il porto la spettacolare fortezza ottomana sulla punta del capo che precipita in mare, racchiusa tra le mura possenti erette da Solimano il Magnifico. Nel piccolo museo si conservano anfore e capitelli corinzi recuperati nelle acque dei Dardanelli. Si ormeggia presso la gettata di cemento, rifugio dei caicchi da pesca. Ma Bozcaada è un piccolo paradiso soprattutto per le spiagge: le più spettacolari sono lungo la costa meridionale. Di sabbia e sassi come l’Ayana, affacciate su acque dai riflessi caraibici come Ayazma dominata dal monastero greco, attrezzate con chioschi e ombrelloni come Habbele. Ancora più affascinante la solitaria caletta di Ariana, circa 30 minuti a piedi dal villaggio. Attorno al porto, si affacciano alberghi di charme e ristorantini riforniti ogni giorno dalle barche da pesca. Il più suggestivo è Marti Restaurant Café, pochi tavolini in riva al mare, sullo sfondo della fortezza illuminata. Protagonista dei piatti e dell’infinità di mezé, gli antipasti, il pesce, dai calamari ai branzini. Salkum, facciata affrescata con grappoli d’uva in una vecchia stradina, offre piatti locali. Sul porticciolo, Sehir serve pesce ai tavolini in riva al mare. Lo stile dell’isola si ritrova negli hotel di charme, antiche dimore ristrutturate. Come il Kaikias, insospettabile in un’isola sperduta, affrescato con scene tratte dalla mitologia greca. Volte, letti a baldacchino, pezzi di antiquariato, una collezione di libri antichi di storia della Chiesa ortodossa. E copie di gioielli troiani, venduti come souvenir.

Il Marti Restaurant Café

Il Marti Restaurant Café

Era la vecchia scuola del paese, invece, l’hotel Ege, dall’aria vecchiotta, su un giardino dove si fa colazione. In una viuzza lastricata in pietra, una casa fine Ottocento dalla facciata azzurro polvere ospita il Rengigul Konukevi, un po’ troppo zeppo di oggetti e decori (quadri di famiglia, bambole, cappelli, lettere d’epoca, kilim, ricami), qualche caduta di gusto nei tessuti, ma un lussureggiante giardino con grandi tavoli per il breakfast, ottimo. La padrona è proprietaria anche di una galleria d’arte. Ma il posto più romantico è sull’incantevole Aquarium Bay. Purché si accetti di dormire in stanze francescane alla luce di lanterne e candele. In cambio l’Akvaryum Pansyon, sei camere in una casetta bianca con persiane blu, proprietà di un istruttore di diving e di una biologa marina, unica costruzione della zona, offre l’impagabile piacere di una baia solitaria; e passeggiate alle grotte, bagni nelle piscine naturali color turchese, a pochi metri, immersioni in fondali ricchissimi. 
Situata vicino all'ingresso dello Stretto dei Dardanelli, è una piccola isola anche nota come Tenedos. Chiamata "the windy island", l'isola ventosa perchè di giorno è perennemente sferzata da forti venti che calano appena il sole tramonta.
Il paesino principale, dove attracca in traghetto, ospita una bellissima fortezza veneziana ed offre numerosi e caratteristici ristorantini di pesce. Il mare è ovunque azzurro e cristallino. L'isola è famosa anche per l'ottima produzione di Cabernet.
Volete vedere una Turchia diversa, completamente fuori dai tour turistici? Quella per intenderci fatta di sacco sulle spalle, scarpe comode, un bel cappello in testa per ripararsi dal sole (se si è in estate), la bottiglie dell’acqua sempre appresso e magari un paio di pani da riempire con doner-kebap? L’occasione buona, allora, è quella di visitare due isole, non lontane le une dalle altre, le uniche che la Turchia possiede dal momento che –dopo la sconfitta nella I° Guerra Mondiale – l’Impero ottomano – fu privato di tutta la cosiddetta <piattaforma continentale> tanto nel Mar Egeo che in quello Mediterraneo. Si chiamamo Gokçeada e Bozcaada e fronteggiano i Dardanelli. Dal punto di vista storico-culturale c’è ben poco da ammirare ma a supplire questa mancanza è la natura rimasta incontaminata. Questo perché fino al 1987 le isole in questione erano off-limits in quanto sotto controllo militare. Poi, da quell’anno la revoca, anche se tuttora occorre sempre il rilascio di una specie di nullaosta per imbarcarsi, da Kanakkale e da Odunluk, rispettivamente alla volta delle antiche Imbros e Tenedos. Cominciamo Da Gokçeade.E’ l’isola più grande misurando 13 km da nord a sud e circa 30 km da est a ovest. Come scrive <Edt- Lonely Planet>, durante il conflitto del ’15-18 fu una importante base della campagna di Gallipoli in quanto il comandante degli Alleati, generale Ian Halmilton, si era stanziato con i suoi uomini nel villaggio di Aydincik, un tempo chiamato Kefalos. Ad abitare a Gokçeada – dove secondo Omero Poseidone aveva nascosto le sue mitiche scuderie – sono appena 7.000 anime che vivono di pesca e coltivando quel poco che di fertile si può utilizzare. Qui è tutto selvaggio, a cominciare dai villaggi molti dei quali abbandonati. La gente è cordialissima tanto che sembra di tornare indietro nel tempo. Nessuna malizia nei volti di uomini e donne che conducono una vita patriarcale senza stimoli affaristici. Per girare l’isola, dato che i dolmus sono piuttosto scarsi, conviene affittare una macchina o una motocicletta e puntare subito in direzione delle belle spiagge di Kalekoy e di Ugurlu oppure spingersi ancora più in là per ammirare il selvaggio di zone ancor meno conosciute come Kapikaya, Kokina e Yuvali. Riporta <Edt- Lonely Planet>: "Sui fianchi delle colline che sovrastano la valle centrale dell’isola sorgono i Villaggi greci di Zeytinli, Tepekoy e Durekoy, tutti costruiti in questa posizione per proteggere gli abitanti dalle incursioni e dai saccheggi dei pirati. Oggi molte case abbandonate stanno cadendo in rovina e le chiese hanno mantenuto un certo fascino e possiedono caffetterie dove può essere interessante fermarsi un po’. Il tratto di costa tra Kuzu Limani e Kalekoy è stato dichiarato <Parco marino>, quindi è zona protetta". Ai primi di luglio Gokceada fa da suggestivo sfondo alla <Festa delle uova> (Yumurta Panayiri). E’ una ricorrenza greca. Non va dimenticato, infatti, che fino ai primi anni settanta l’isola era ancora abitata dai greci che preferirono poi andarsene via dopo lo scoppio dei contrasti tra Ankara ed Atene per la questione di Cipro. In occasione della festa ogni anno sono molti i greci che ritornano sull’isola. Non vi manca mai il metropolita ortodosso di Istanbul. L’isola di Bozcaada si trova più a sud, quasi di fronte a Kumburum, al largo della costa della Triade. Si chiamava Tenedos. E’ celebre nella poesia epica greca perché durante la guerra di Troia i Greci vi ritirarono la flotta, allo scopo di far credere ai Troiani di aver abbandonato l’assedio e di essere sulla via del ritorno verso la Grecia, inducendoli così ad accogliere entro le mura della città il celebre cavallo di legno. Il nome Tenedos viene da Tenes, figlio di Cicno e di Prolea e fratello di Emitea. Era stato amato dalla seconda moglie di suo padre, Filonome: vedendosi respinta, questa non esitò a denunciarlo a Cicno. Il padre allora chiuse Tenes e la sorella di lui in una cesta e gettò entrambi in mare; trasportata dai flutti, la cesta fu alla fine abbandonata sulle rive dell’isola di Lucofride, i cui abitanti, dopo aver salvato Tenes, lo elessero a proprio re. Da allora l’isola, dal suo nome, venne chiamata Tenedos. Bozcaada è più piccola di Gokçeada e mostra una maggiore vivacità grazie ai produttivi vigneti che danno uno dei migliori vini di Turchia (Ataol, Talay e Yunatçillar). Si gira a piedi lungo il perimetro dell’isola fra falesie bianche o ci si può accontentare di distendersi sulla bella spiaggia di Ayazma dove si trovano diversi caffè e un monastero greco, a circa 5 km dal porto, sulla costa meridionale. Ancora più affascinante la solitaria caletta di Ariana, circa 30 minuti a piedi più lontano. Famosa per i suoi soldati, Bozcaada ha come unico sito turistico una enorme fortezza. 
L'Isola Gioiello di Bozcaada - Turchia

l’isola del Cabernet

Bozcaada mare 620x351 TURCHIA Bozcaada, lisola del Cabernet

Turchia: il mare di Bozcaada
Raggiungere Bozcaada quando il buio l’ha già abbracciata, è il momento migliore per innamorarsene. Le luci che provengono dal piccolo porto e dalla fortezza la incorniciano rendendola ancora più misteriosa. Il traghetto che parte da Yükyeri İskelesi, circa 60 chilometri a sud-ovest di Çanakkale, va atteso al porto dove si fanno anche i biglietti. Non si sa a che ora possa partire, bisogna aspettare pazienti e fiduciosi. La piccola isola dalla forma triangolare un tempo era conosciuta come Tenedos, in onore di Tene, che la governò al tempo della guerra di Troia e che venne ucciso da Achille. Successivamente, nel periodo ottomano, i veneziani attribuirono all’isola un’importanza strategica tale da ripopolarla e costruirvi un’imponente fortezza. Colei che ancora
fortezza veneziana 300x225 TURCHIA Bozcaada, lisola del Cabernet

Turchia. Bozcaada: la fortezza venezianaoggi, grazie alle sue perfette condizioni, dà il benvenuto al viaggiatore. L’unico paese dell’isola è Bozcaada o Kale (castello). Piccolo e grazioso, assomiglia moltissimo ad uno dei tipici paesi greci, poco distanti in linea d’aria. Allegre taverne dove degustare pesce fresco, colorati locali per fare la tipica ed abbondante colazione turca, mercatini serali per curiosare e fare qualche acquisto. Non è un luogo facile da raggiungere, anche per chi si muove in auto come me, tuttavia è un piccolo paradiso, lontano dalle affollate spiagge della costa turchese. Bianche spiagge e mare ceruleo sono disturbate, solo nelle ore diurne però, da un forte vento che soffia durante tutto l’anno. La prima volta che ci andai venni avvicinata, mentre ero al porto in attesa del traghetto, da un signore piuttosto meravigliato di vedere uno straniero e che sulla macchina esibiva un curioso adesivo “Life is a Cabernet”. Mi raccontò che l’isola era più che altro meta balneare per gli abitanti di Istanbul e luogo d’interesse per i sommelier, che ogni anno a giugno vi si recano per degustare la nuova produzione del rinomato Cabernet. Nonostante siano da sempre state coltivate le viti, per lungo
Bozcaada tramonto 300x225 TURCHIA Bozcaada, lisola del Cabernet

Turchia. Tramonto a Bozcaada
tempo i turchi non si sono occupati di vino per le regole religiose cui si attengono. Nella prima metà del 1900, però, iniziarono ad  interessarsi alla viticultura, tra gli anni ‘60 ed ‘80 questa tradizione crebbe e sull’isola si potevano contare tredici produttori. Quella della viticoltura è un’arte che viene insegnata fin da piccoli e, virtualmente, non c’è nessun adulto che non sia in grado di attuarla. La regola fondamentale da seguire, dicono qui, è quella di prendersi cura delle viti lungo tutto l’anno. I ceppi che germogliano a primavera e si trasformano in fiori delicati, gli acini che maturano sotto il caldo sole estivo, il profumo dei grappoli ormai raccolti in ceste durante la vendemmia che si diffonde per le strade, fino ad ottenere un vino corposo dal gusto rotondo. Piacevole da bere non solo per il suo buon sapore ma perché è parte dell’isola stessa, i cui abitanti amano ogni grappolo d’uva come fosse parte di un prezioso tesoro.

L'Isola Gioiello di Bozcaada - Turchia

Isola Di Bozcaada - Turchia - La cartina Geografica



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