Molto spesso (troppo), diciamo che i Montegranaresi non sono ricettivi, che non partecipano, che sono “esterofili” e che preferiscono andarsi a divertire fuori. È vero, non lo nego, a Montegranaro è davvero difficile organizzare qualcosa che attiri la gente, chi c’ha provato lo sa. Ma questo è anche dovuto al fatto che a Montegranaro per anni ed anni non si è mai organizzato niente o quasi che potesse stimolare l’interesse del pubblico e questo, dagli dagli, è diventato atavico, creando quella sorta di desertificazione culturale che ben conosciamo.
Mauro Lucentini, il nuovo Assessore alla Cultura, tenta una carta pesante: riportare i Montegranaresi in centro. E cerca di farlo non con un torneo di basket, che funziona sempre, non con un torneo di calcio a cinque femminile, che può essere stimolante, ma con una combinazione di struscio e cultura. Lo struscio me lo ricordo bene, quando negli anni ’80 in viale Gramsci non si passava per quanta gente c’era e i bar facevano a gara per organizzare intrattenimento. Era una festa per gli occhi vedere tutte quelle persone a spasso per il viale chiuso al traffico, che si fermava ad ascoltare musica dal vivo (ci ho suonato anch’io) e a bere o a mangiare un gelato.
Ora l’Assessore ci ritenta con la complicità dei commercianti e della Pro Loco: vuole riportare il passeggio dietro le mura. Finalmente ripensa alla vecchia ricetta della musica dal vivo davanti ai locali e chiama i Montegranaresi a riappropriarsi di quello che una volta era il cuore pulsante della città e della comunità.
È un segnale: c’è un assessore che si occupa di cultura a Montegranaro, finalmente direi. C’è qualcuno che pensa e progetta qualcosa oltre Veregra Street. C’è un progetto, anche se forse piccolo e tardivo, di estate cittadina. Ed è anche un rischio, per la ragione che dicevamo in apertura. Può capitare che la gente non risponda, che non venga, come può essere che sia un successo fin dall’inizio. Chi lo sa. Quello che conta, però, è provarci e, qualora l’iniziativa non riscuotesse il consenso che merita, insistere e tenere duro. Perché ora, dopo anni di deserto, il Montegranarese va rieducato a vivere la propria città, a ridiventare parte di una comunità. È un primo piccolo passo. Poi bisogna farne altri.
Luca Craia