È ormai conosciuto come determinate situazioni e condizioni facciano variare il comportamento degli individui. Peccato che l’istinto di sopravvivenza sia morto. Questo consiste(va) in paura dell’annientamento e della morte, in una componente dell’energia di adattamento che condiziona la nostra vita.
Secondo Anna Oliviero Ferraris “la paura è una delle emozioni fondamentali con cui noi nasciamo e che, come ogni emozione, ci serve per strutturare il nostro mondo, la nostra vita.”.
L’istinto di sopravvivenza varia da soggetto a soggetto, dalla voglia di vivere, dagli stati d’animo, nonché dalle emozioni insite in ognuno di noi. In uno studio coinvolgente malati terminali (Hinton, 1967), tra i soggetti con età maggiore di 60 anni, solo un terzo mostrava ansia per la propria morte; mentre i due terzi del campione, con età inferiore ai 50 anni, mostravano reazioni di estrema angoscia circa la morte. Questa differenza è dovuta all’ istinto di sopravvivenza: che non è uguale per tutti e che si modifica nel corso della vita.
La psicologia animale e l’etologia sono state le prime discipline che hanno studiato gli istinti, originariamente posseduti solo dagli animali. Con il passare del tempo la psicologia classica contrappose l’istinto (anche di sopravivenza) all’apprendimento intelligente. Oggi questa contrapposizione non è più accettata sul piano scientifico e questo istinto è chiamato “comportamento appreso“.
Il più noto rappresentante dell’interpretazione istintualistica del comportamento umano è stato W. McDougall (Introduzione alla psicologia sociale, 1908), il quale ha distinto un numero considerevole di istinti umani specifici (primari, come l’istinto di fuga, e secondari, come l’istinto di ridere) e ha contrapposto a essi i cosiddetti «pseudoistinti» come ad esempio la tendenza imitativa.
Questa concezione ed altre analoghe sono però oggi prive di sostenitori, da quando il comportamentismo ha messo in luce l’importanza dei fattori di apprendimento e la psicologia dinamica e la psicoanalisi hanno sviluppato e articolato il concetto di motivazione in maniera assai più ricca ed euristica rispetto al vecchio e puramente classificatorio concetto di istinto di sopravvivenza
Il termine ormai considerato “obsoleto”,che da il nome a questo articolo, è quindi usato solo nel linguaggio comune e non in psicologia, ma ciò non significa che sia scomparso; è presente in ciascuno di noi, permettendoci di rimanere aggrappati alla vita, con le nostre ansie e paure.
E tu cosa ne pensi?