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L’Italia con l’euro è diventato un paese del terzo mondo. Il Debito Pubblico ormai sfiora i 2000 miliardi

Creato il 24 ottobre 2012 da Iljester

L’Italia con l’euro è diventato un paese del terzo mondo. Il Debito Pubblico ormai sfiora i 2000 miliardiNon è una mia frase quella del titolo, ma è mutuata dall’affermazione di un autorevole economista: Paul Krugman, premio nobel per l’economia. Il quale ha stigmatizzato l’euro come una moneta (straniera) che gli Stati prendono a prestito, operando un vero suicidio economico.

E il nostro, come italiani, è davvero un suicidio economico. In un anno di Governo “tecnico”, abbiamo distrutto l’economia del nostro paese, per permetterci di rimanere nell’euro, o meglio – come spesso ho scritto in questo blog – per permettere che si pagassero i lauti interessi sui titoli pubblici agli speculatori (cosa credete sia lo spread?), che da anni ormai ci vessano legalmente.

L’Italia con l’euro è diventato un paese del terzo mondo. Il Debito Pubblico ormai sfiora i 2000 miliardi

Ecco allora le tasse. L’OCSE, proprio recentemente, ha rilevato che la pressione fiscale in Italia si attesta al 42,9%, contro la media europea del 34%. Io sospetto però è che la verità sia peggiore, nel senso che la percezione fiscale del contribuente italiano sia molto più alta, fino ad arrivare a sfiorare il 50-55%, per via della disoccupazione dilagante, dei livelli bassi dei salari, della precarietà diffusa e di un sistema fiscale i cui metodi sfiorano il “taglieggiamento”.

Peraltro, i sacrifici che ha imposto il Governo Monti agli italiani sono stati e continuano a essere una presa in giro. Eurostat ha registrato un sensibile aumento del debito pubblico italiano nell’ultimo anno, salito al 126,1% del PIL (pari a 1.982.239 milioni di euro), rispetto al 123,7% di marzo 2012. Peggio di noi solo la Grecia (con un rapporto PIL-Debito pari al 150,3%).

Praticamente uno scempio per il nostro paese, ormai vessato dall’Europa e sgovernato da un Esecutivo che addirittura ritiene che il «governo, di qualunque colore sia, dovrà muoversi secondo le regole delle politiche europee». Senza contare il nostro caro Capo di Stato, che invece afferma che le nostre Banche «sono solide e sane e hanno dimostrato di reggere alla crisi meglio di altri paesi europei, e non solo del sud Europa, grazie alla severa vigilanza di Bankitalia». 

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E ci credo io! Sono le uniche che non hanno pagato il prezzo della crisi europea, aiutate con prestiti superagevolati dalla BCE, che ha pompato liquidità nelle loro casse! Per non parlare poi dell’ESM e dei suoi meccanismi, anche in questo caso, progettati ad hoc per correre in soccorso del sistema bancario/finanziario, utilizzando le risorse pubbliche dei paesi aderenti all’UE.

Il fatto è che questa Europa tecnocratica, ha commesso un “economicidio”, attuando azioni che mirano a creare disoccupazione e disagio, e questo al fine di garantire enormi masse di manodopera a basso costo, tramite pure la svendita dei diritti dei lavoratori, la riduzione dei salari e una politica migratoria finalizzata a creare un soggetto eurabico che unisca le due sponde del Mediterraneo. Il risultato? Un’appropriazione della stragrande maggioranza della ricchezza reale e finanziaria del vecchio continente, da parte delle elitè finanziarie e bancarie, capaci di controllare i governi di tutta Europa, quando questi addirittura non siano disposti di propria “volontà” a cedere quote di sovranità alla burocrazia europea.

Dire perciò che l’Italia è diventato o è un paese del terzo mondo, non è fare dell’ironia. È la verità, che si rafforza davanti a un sistema politico e giudiziario pessimo, a una libertà di opinione costretta dalle ganasce penali e a una dilagante e diffusa corruzione e burocrazia che difficilmente ha eguali negli altri paesi europei e non solo.


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