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L’Italia è un paese per vecchi...saggi

Creato il 02 ottobre 2011 da Massimoconsorti @massimoconsorti
L’Italia è un paese per vecchi...saggiTutto è iniziato quando i senatori a vita tenevano in piedi il governo Prodi andando a votare anche con la flebo al braccio e sulla sedia a rotelle. Dall’alto della loro età, esperienza e saggezza, avevano già capito che se non avessero dato una mano a Prodi sarebbe arrivato Berlusconi e che, per salvarci da lui, non sarebbe stato utile neppure l’intervento divino dello spirito santo: quasi una intuizione profetica. Rita Levi Montalcini venne insultata da Maurizio Gasparri mentre i leghisti ne fecero il loro bersaglio anti-governo preferito. La disinformatio del Cavaliere provò perfino a mettere in discussione il Nobel da lei vinto, insinuando il sospetto di strani complotti pluto-ebraici internazionali: ma si sa, i servi sono notoriamente degli imbecilli con l’aggravante dell’ignoranza. Sempre lui, sempre Gasparri, l’uomo più colto d’Italia, tentò di sminuire un altro Premio Nobel, Dario Fo, ma venne sommerso dalle pernacchie di milioni di italiani inviperiti. Se non ci fossero loro, i vecchi, questo sarebbe solo un paese mignottocratico a trazione “pilu”, invece ogni giorno che passa, quelli che potrebbero fare tranquillamente i nonni e vivere di rendita, si assumono la responsabilità di ricordarci chi ci governa e perché lo fa. Ieri sera, ad esempio, da Fabio Fazio c’era Ermanno Olmi, il più cattolico dei personaggi del mondo dello spettacolo. Da un po’ di tempo a questa parte, forse per colpa della demenza senile (come direbbe autorevolmente l’enciclopedico Gasparri), si è messo a tuonare contro la gerarchia della sua stessa chiesa e contro i silenzi, che sanno di complicità nella gestione della cosa pubblica, di molti vescovi e cardinali sulle malefatte del premier e dei suoi scherani. Qualche giorno fa, ospiti di Porro e di “prezzemolino” Telese su La7, c’erano Don Gallo e l’ex ministro Antonio Martino, al quale Telese per tutta la trasmissione ha leccato il culo chiamandolo deferentemente “professore”. A un certo punto Don Gallo ha ricordato che l’accoglienza e la solidarietà, la vicinanza ai più deboli e ai più bisognosi, in poche parole agli ultimi, non è essenzialmente un messaggio evangelico ma viene ricompresa nell’accezione più ampia di democrazia. L’esimio professor Martino, noto economista liberista, ha iniziato a chiamarlo “pretacchione”, con buona pace non solo della buona educazione e del rispetto dovuto alla veste e all’età, ma anche del senso di cattolicità profonda del quale si picca questo governo di massoni senza dio. E tutto questo per non parlare della pietosa barzelletta di Maurizio Sacconi sulla suora violentata nel convento del ‘600. Chi ha parlato di “tempo di rivoluzione” in questo paese? Il novantenne Mario Monicelli. Chi continua ad essere lo strenuo difensore della carta costituzionale oltre a rivendicarne l’attualità? Il novantenne Oscar Luigi Scalfaro. Chi, oltre che a difendere la Costituzione, si batte ancora per il rispetto delle minoranze che fa grande una democrazia e non la trasforma in un regime populista? Il quasi novantenne Carlo Azeglio Ciampi. Le memorie storiche e gli strenui difensori della storia italiana nata dalla Resistenza? Margherita Hack, Gillo Dorfles, Carlo Fruttero, Andrea Camilleri, Dario Fo, Eugenio Scalfari, Giorgio Bocca, Giovanni Sartori e potremmo continuare all’infinito se non fosse che, come in un incubo senza fine, vediamo apparirci davanti Lavitola e Tarantini, la Minetti e il Trota, Calderoli e Castelli, Fitto e la Gelmini, la Carfagna e la Prestigiacomo, Bonanni e Angeletti, D’Alema e Veltroni. È allora che ci viene in mente che la cultura è una discriminante e l’ignoranza un’aggravante. È allora che ci rendiamo conto che gente che ha vissuto il fascismo, e quindi la dittatura, e poi la guerra e la ricostruzione e il boom economico e poi la depressione, rotta a tutto com’è potrebbe dileggiare il berlusconismo con un sorriso e una pernacchia ma non la fa. È allora che ci rendiamo conto del pericolo che stiamo correndo e, insieme a noi, un milione e duecentomila italiani che hanno sottoscritto il referendum anti-Porcellum senza battere ciglio. Il risveglio parte dai vecchi e dai bambini, le generazioni di mezzo sono come le “terre”, semplicemente non esistono.

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