di David Incamicia |
Dopo il trionfo dei referendum ho vissuto giornate di apatia, con le pile scariche e senza voglia di impegnarmi. Sarà stata la tensione accumulata in precedenza o forse il bisogno sacrosanto di godere, finalmente, del nuovo vento che sta percorrendo l'Italia. Poi però ci hanno pensato come sempre "loro" a ridestare l'animale che c'è in me. Quelli che hanno solo da perdere dal cambiamento in atto e che proveranno a resistere con ogni mezzo fino alla fine.
E così mi son sentito dare del "fancazzista" dal redivivo Stracquadanio, l'esegeta del berlusconismo, colui che aveva già definito zoccole le proprie colleghe parlamentari del Pdl. Perchè per lui chi maneggia con la tastiera e il mouse è più socialmente pericoloso dei "maneggioni" per interesse, quelli che intrallazzano in politica e nella finanza e che si fanno beffe delle regole. A partire proprio dal suo dante causa.
Allora ho pensato che qui gatta ci cova, che forse siamo alla vigilia di qualche provvedimento restrittivo contro la Rete, per mettere a tacere l'unico strumento rivoluzionario che ha consentito alla nostra decadente democrazia di prodursi in uno scatto di reni - e di orgoglio - capace di surclassare il pensiero unico della "telecrazia" di regime. E di rendere finalmente determinante e decisiva l'opinione della fetta di società più consapevole e avveduta, della "élite di merda" come la chiamerebbe il mini ministro Brunetta. Già, è bello sapere che per una volta le tue idee e conoscenze valgono più di quelle del popolo... ops, del pubblico di Uomini e Donne o del Grande Fratello, di Ciao Darwin o dell'Isola dei Famosi.
Brunetta, rieccolo. Pure lui sta evidentemente rodendo per la doppia sberla elettorale subita in questa primavera 2011 che passerà di certo alla storia. A lui manca "l'Italia migliore", quella delle adunate davanti al Tribunale di Milano per cantare "Meno male che Silvio c'è...", o quella dei festini un po' kitsch dei fine settimana nelle residenze del capo. Gente di livello, altro che i quattro coglioni precari che infestano la pubblica amministrazione standosene magari a smaneggiare col PC.
E invece no cari amici, ve ne dovete fare una ragione. Voi, per la maggioranza degli italiani, rappresentate finalmente un ingombro, un'anomalia viziata ed indegna non più tollerabile a fronte delle croniche difficoltà sociali ed economiche in cui versa da tempo il popolo. Sì, il popolo. Quello al quale sempre vi richiamate per coprire le vostre indecenze. E per parare il culo al boss. Ma ora la gente vi ha detto chiaramente come la pensa, prima con le amministrative e poi coi referendum. Anzi, ancor prima con le numerose iniziative pacifiche di protesta che hanno riempito piazze e auditorium in tutto il Paese. E in quella grande dimostrazione di coesione, di sobrietà e di partecipazione che ha caratterizzato le celebrazioni del 150° anniversario dell'Unità nazionale.
Ecco è da lì che è iniziata la discesa, la vostra discesa. Ma non è ancora finita. Perchè vi rimane il fortino, l'emblema della casta dentro il quale vi siete rinchiusi sbattendovene di quel che pensano - e soffrono - gli italiani. Nel Palazzo continuerete a sollazzarvi mentre il Paese, come ci ricorda Roberto Saviano, è già andato oltre i vostri egoismi e la vostra pochezza morale. Ve ne starete dentro il bunker, forti dello smisurato potere finanziario di "papi" sempre pronto a comprare la vostra lealtà e a mettersi al sicuro da una fine ingloriosa solamente rimandata.
Attenti però, perchè più resterete in sella a occuparvi solo di come evitare la galera al padrone e a contrattare le vostre prebende, più aumenteranno la nostra rabbia - chiamatela pure "indignazione" se serve a farvi stare tranquilli - e la nostra voglia di voltare pagina. Si comincia da un nuovo referendum, per cancellare il cosiddetto "Porcellum" e chiedere una legge elettorale realmente democratica, che restituisca voce ai cittadini e sottragga il potere alla casta di autonominarsi.
Viva l'Italia! Quella nuova, migliore per davvero.
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