Camilla vive in un paese di provincia. Una vita tranquilla: marito, figlio e vecchia madre malata di Alzheimer. Sua sorella Marianna è tutt’altro: una nota conduttrice tv, che si fa di coca e ha ottenuto il programma L’Italia migliore andando a letto con il disgustoso direttore di Italia tv, una immaginaria rete privata. In sei puntate verranno presentati altrettanti personaggi che hanno compiuto atti di eroismo. Gli ascoltatori eleggeranno con il televoto il vincitore, e questi otterrà un premio in denaro. Ma i concorrenti sono davvero degli eroi votati all’accoglimento degli altri? E Marianna è proprio solo una star tutta bizze e tic nervosi? Forse no. Forse la falsa cartomante che a Roma l’ha convinta a tornare al paese per un incontro con l’anziana madre malata non aveva torto, era uno strumento di un destino bizzarro ma necessario. C’è un dramma alle spalle di Marianna, e molti sono i colpevoli nella sua famiglia. Tornare a casa significherà confrontarsi con gli attori di quel dramma, con se stessa, con una vita che reclama un senso finale. Vladimir Luxuria sa parlare con semplicità e forza del dolore e della violenza, in un libro in cui la critica corrosiva ai vizi della società dello spettacolo si salda alla rappresentazione cristallina della femminilità violata del suo personaggio più riuscito.
Quando il cinismo è il pane quotidiano di cui la nostra società allo sbando si nutre.
Sullo sfondo della TV dei “reality show” cinici e falsi, Vladimir Luxuria descrive con ironia i difetti di alcuni arrampicatori sociali, che ricorrono alla televisione per riempire i propri vuoti. Mari Lupa, la protagonista, all’anagrafe Marianna Battiston, fugge da una famiglia “normale” e “claustrofobica” composta da una sorella conformista, da una madre affetta da Alzheimer e da un padre ormai lontano – perché morto da tempo – sulla cui memoria, scopriamo verso la fine, pende la colpa dell’incesto.
La rappresentazione del reality “L’Italia migliore”, di cui la protagonista diventa, per meriti discutibili, la conduttrice, è quella di uno spettacolo cinico, dal becero profilo edificante.
Il libro è spietato nel descrivere, senza condannare, gli eccessi di una società interessata solo al tornaconto del singolo, spesso a discapito del benessere dell’altro. Nell’episodio dei giovani che non aiutano la protagonista mentre sta avendo un infarto (per avere assunto troppa cocaina) e che preferiscono fotografarsi con lei durante la sua agonia con la bava alla bocca, assistiamo, quasi senza scandalizzarci, alla rappresentazione di ciò che la tv, ma anche i social network, hanno generato: una realtà parallela insensibile al dolore e alla coscienza.