questo non è un post di approfondimento, è una spiegazione. Nella vita, a dispetto di quel che si dice o ci piace dire, di queste cose se ne fanno tante.
Io lo faccio perché ai miei lettori voglio bene e perché scrivere e approfondire queste epoche storiche che mi interessano, il motivo per cui ho aperto il blog, è un passatempo, non un mestiere.
Se mi pagassero per scrivere, cosa improbabile, forse i miei post sarebbero un po' meno zeppi di refusi da tastiera e periodi sgrammaticati, correzioni dimenticate, ecc.
Recentemente, non so cari lettori che vi è preso, mi sono state fatte un sacco di richieste di approfondimenti. La cosa mi ha molto rallegrata, ci tengo che il rapporto sia di amicizia, questa non è un'aula scolastica, eppure la cosa che mi ha lasciata maggiormente perplessa è che una buona percentuale di queste richieste si riferissero all'Italia.
Se mi aveste chiesto la Francia, sappiatelo, avrei dato in escandescenze, o più probabilmente la mia posta avrebbe rigurgitato quelle mail, perché io solo la filo britannica più filo britannica che mai potrete incontrare sul vostro cammino, potrebbe battermi, forse, la Regina Elisabetta II, ma anche lì ho i miei dubbi.
So che parlando dell'Italia, invece, avete fatto leva sul mio cuore patriottico che sapete io possiedo per via di un paio di sentimentalismi che mi sono sfuggiti questa primavera.
So che tanti ci tengono e che probabilmente la mia risposta deluderà qualcuno, per questo ho deciso di motivarla, così che nessuno rimanga offeso o pensi che l'unico motivo per cui non scrivo dell'argomento Italia sia perché sono una pigrona irrecuperabile, cosa per altro abbastanza vera, ma che al momento non importa.
1) Il primo motivo che mi spinge a non volermi accostare all'argomento Italia è sicuramente quello della coerenza.
Quando ho aperto il blog, ormai la bellezza di due anni fa, ho fatto un buon ragionamento prima di decidere COSA sarebbe stato. La mia prima idea era per un blog di libri, ma la rete pullula di questo genere di approfondimenti ed io, megalomane come al solito, volevo distinguermi nel mucchio. Arrivata alla decisione che il mio blog sarebbe stato storico rimaneva da decidere su quale periodo.
I periodi che amo sono due, quello vittoriano e quello medievale, entrambi confinati su suolo inglese. Mi dispiace, ma se non è britannica la storia, per quanto l'ami, non ha la stessa presa su di me. Sarà sicuramente un fattore psicologico, chi lo nega, ma è così.
Ho scelto di approfondire l'epoca georgiana e vittoriana e queste due epoche sono relegate, nella stessa definizione che se ne fa, al suolo britannico e al periodo che va dal Settecento alla fine dell'Ottocento. Ogni epoca, abbinata ad un luogo, ha un nome, se avessi scelto l'Italia avrei parlato di Risorgimento. Purtroppo non l'ho fatto, quindi visto che il blog è dedicato all'epoca vittoriana, mi sembra un controsenso andare a parlare d'altro più che per qualche riga e per risposte a quesiti specifici e risolvibili senza necessità di post.
2) Motivo numero due, avete idea di quanto sia complessa l'epoca risorgimentale italiana?
Se con epoca Georgiana e Vittoriana avessi banalmente fatto riferimento al Settecento o all'Ottocento, la mole di lavoro da fare decuplicherebbe. Ho dato una definizione precisa proprio per questo motivo.
Parlare in maniera generalizzata di un periodo comporta che l'autore, oltre ad un buono staff, conosca e trasmetta ai lettori conoscenze socio-culturali in quantità notevoli, creando un backlog non indifferente a cui fare riferimento.
Dopo due anni io a stento riesco a riferirmi a certi argomenti senza rispiegarli ogni volta, come si potrebbe fare per un periodo tanto vasto? Per ciascun periodo e ciascuna realtà culturale andrebbero rispiegate le basi, le vicende, le cause storiche e culturali, il lavoro diventa enorme, specie se ci si riferisce a qualcosa di complesso come l'Italia, con la sua storia di unificazione recentissima: praticamente una minorenne.
Insomma, sarebbe come mettere assieme una decina di blog come questo.
3) L'ultimo motivo, perché di solito le motivazioni sono sempre tre, è forse quello che guida maggiormente il mio modo di pensare.
Per orribile da dire che sia, in termini di patriottismo, la storia d'Italia non mi piace granché.
Vi riassumo la mia visione della storia italiana dall'Ottocento ad oggi:
Una famiglia di megalomani (i Savoia) con le idee confuse e un passato che è meglio dimenticare (montanari) si è messa in testa di fare l'Italia unita sfruttando gli intellettuali che ci credevano davvero; hanno creato un paese fatto di corruzione perché quella era la loro natura, mantenendo tradizioni e usanze troppo vecchie per il tempo per non scontentare nessuno, senza il minimo ammodernamento perché si sarebbero inimicati troppi e già quelli che li sostenevano erano al limite dei "pochi".Nell'Ottocento il Paese era pronto da secoli per un'unificazione, ci provò già nel Cinquecento il buon Cesare Borgia ma visto che siamo in Italia gli unici a volerla alla fine erano gli intellettuali, gli altri erano troppo saldamente ancorati ai propri privilegi! Tanto per dire che nulla è cambiato...
La solita famiglia ha preso un sacco di decisioni sbagliate in campo militare e internazionale, arrivando a trascinare l'Italia in due guerre sanguinose che abbiamo perso contro l'Austria (I e II guerra d'indipendenza) alleandoci con la Francia che avremmo tradito poco dopo, entrando in una guerra mondiale di cui vorrei ricordare Fiume (con quell'esempio di magnanimità che è D'Annunzio) e la disfatta di Caporetto e una seconda guerra mondiale dove l'Italia è stata consegnata dal re in persona nelle mani di un folle dittatore che ci ha trascinato, come se ne avessimo bisogno, nell'ennesima mattanza, regalandoci a seguire un periodo di vera soddisfazione (qualcuno legga La storia di Elsa Morante).
Non mi piace ricordare come la Francia, la Spagna e l'Austria hanno trattato il Paese, l'abominio, lo stupro del suolo italico che è stato concesso loro di perpetrare per tutto il tempo perché chi poteva fare qualcosa, da questa situazione ci ricavava guadagno e non gli interessava un'unità. La Germania, l'unico altro stato che ha una vicenda simile alla nostra, ha saputo creare un'unità e una coesione, anche con le regioni a lungo separate come la Germania dell'Est (ex DDR), davvero ammirevole.
Noi, dopo 150 anni di unità siamo indietro di mille, portiamo avanti gli ideali separatisti del tempo di Comuni e Signorie e ciascuno tiene caro il proprio fazzoletto di terra e chi se ne frega dell'unità e degli altri, una filosofia che mi piace riassumere ricordando che un sacco di civilissimi italiani gettano ancora la propria spazzatura, foglietti, cartacce e gomme da masticare per strada, senza la minima considerazione di tutti gli altri come loro che per la strada ci camminano.
Dalla storia non abbiamo imparato niente.
Per questo motivo, non credo di essere la persona più adatta a parlare della storia d'Italia né mi va molto di farlo. Se a scrivere di quella inglese, per orribile che sia, in fondo mi diverto, per quella italiana non accadrebbe altrettanto.
Il motivo per cui a volte trovate riferimenti al nostro Paese è per rendere più familiari eventi e citazioni con qualcosa che magari conoscete meglio (il Re Macellaio?), ma se ci sono esempi più calzanti sappiate che io li adopero.
Non sono preparata a sufficienza, dotata del tempo necessario e sicuramente non la persona adatta per parlare della Storia d'Italia.
Se non fossero morti, vi avrei rimandati ad Enzo Biagi o a Indro Montanelli che con le loro opere hanno sviscerato la storia del nostro paese e in modo più che esaustivo.
Con questo, spero, amici come prima.
Baci
Mauser