Il rigassificatore di Brindisi è l'emblema dell'impossibilità di investire in Italia
Quando il colosso energetico britannico BG investì 500 milioni di euro nel rigassificatore di Brindisi, mise in conto burocrazia e ritardi. Ma non la protesta ambientalista e un’inchiesta giudiziaria per corruzione. «Nessuna certezza sui tempi di niente» è il secco comunicato di BG, che ha pagato finora 250 milioni di dollari in manutenzione e spese fisse. Il progetto è rimasto fermo per 5 anni e rappresenta un caso esemplare del perché il nostro Paese sia una terra incognita per gli investimenti esteri. O, più semplicemente, perché sia svantaggioso, se non rischioso, investire in progetti in Italia.
Il World Investment Report è un rapporto prodotto dalla Conferenza sul commercio e lo sviluppo delle Nazioni Unite (Unctad). Come ogni anno, presenta l’andamento dei flussi globali e regionali degli investimenti diretti esteri. Per il nostro Paese le cose sono peggiorate, perché è scivolato al di sotto dei primi 20 Stati del mondo nel 2010, avendo attratto solo 9,5 miliardi di dollari in investimenti diretti. Per fare un paragone la Francia ne ha attratti 4 volte tanto. Leggi mutevoli, burocrazia bizantina, corruzione e resistenze ambientaliste sono i quattro motivi principali che scoraggiano gli investitori esteri.
Ma non solo. Le nostre debolezze sono ben evidenziate anche in un altro rapporto, il Doing Business della Banca Mondiale, in cui l’Italia, in assenza di riforme, occupa posizioni infime. 87esimo posto nella classifica generica, dietro Ghana, Zambia e Mongolia, ma ancora peggio se si guarda alla nuova graduatoria sulla produzione e gestione dell’energia elettrica (109esimo posto) e in materia di esecuzione dei contratti (158esimo posto su 183 Paesi esaminati). Posizioni, queste, immutate rispetto al 2011. A differenza dell’avviamento di business (dal 67esimo al 77esimo posto) e della tutela degli investitori (dal 60esimo al 64esimo). A stare dietro di noi in questa speciale graduatoria sono esclusivamente nazioni dell’Africa e in generale del Terzo Mondo. A fare peggio tra i Paesi avanzati o emergenti solo l’India (penultima).
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