Tranquillamente e beatamente, la sinistra “non vincitrice” di queste elezioni sta perdendo del tempo prezioso, mentre l’Italia affonda sempre di più nella sua miseria. A leggere la cronaca politica, Bersani & C. sembra che abbiano tutto il tempo di questo mondo per decidere se fare il governissimo con il PDL o no, e dunque per approntare un programma urgente di interventi a favore degli italiani in difficoltà.
Ma del resto, come sempre accade in questo paesicchio, i cittadini possono aspettare. L’attenzione per la nostra lungimirante classe di rappresentanti è un lusso che i cittadini rischiano di pagare caro, magari persino con la vita, quando la vita non ha più senso per chi non riesce ad arrivare alla fine del mese, costretto tra il pane quotidiano e una bolletta del gas, e tra questa e l’IMU che con tanto senso di responsabilità, quegli stessi rappresentanti di cui sopra ci hanno imposto per il nostro bene, che poi sarebbe il bene dell’Europa dei burocrati e dei banchieri.
Stiamo miseramente fallendo. Stiamo scivolando verso la povertà assoluta, verso quel terzo mondo che fino a qualche anno fa conoscevamo dai barconi strenuamente difesi dalla Boldrini. Persino lei, oggi, ha dovuto ammettere (incredula?) la dura realtà: l’Italia è un paese di poveri; è un paese di persone disperate, di giovani senza un futuro, di parassiti e corrotti. L’Italia è un paese del terzo mondo, e non certo a sua insaputa.
I dati sono allarmanti. Mentre il sistema bancario ingrassa sempre più, protetto dalla politica, gli italiani perdono il lavoro; e al dramma di chi un lavoro non ce l’ha o non l’ha mai avuto, succede quello di chi il lavoro lo ha perso a causa della crisi e della inettitudine della politica, che ha svenduto il nostro paese all’Europa. Nel 2012 un +14% (1.027.462) rispetto all’anno precedente: una strage, correlata soprattutto alle aziende che chiudono e a quelle che – pur di non morire – fuggono all’estero, verso lidi più amichevoli per chi vuole fare impresa.
Non possiamo né dobbiamo star zitti davanti a questo scempio! È un dolore immenso vedere tanti giovani a spasso; ed è altrettanto doloroso (se non di più!) vedere i meno giovani alla ricerca di una prima occupazione, a una età nella quale dovrebbero essere realizzati e con una famiglia. E che dire degli anziani, dei pensionati e di chi non può più lavorare? Oberati dalle tasse, strozzati dalle spese e dalla disperazione di non riuscire ad arrivare alla fine del mese.
E intanto la politica si permette pure il lusso (oltre gli altri già abbondantemente disponibili) di perdere quasi due mesi di tempo in in patetici tatticismi e in gretti pregiudizi. Roba da matti. Roba da irresponsabili! Roba di chi non conosce la crisi, se non attraverso la cronaca dei giornali, letti comodamente in un ufficio ben arredato, naturalmente a spese nostre.
di Martino Dettori © 2013 Il JesterRIPRODUZIONE INTEGRALE RISERVATA