Rebecca Wilder, su Economonitor (sito promosso da Nouriel Roubini) analizza i dati del primo trimestre 2012 forniti dall’Istat. Un quadro preoccupante, in cui l’unico modesto segno “+” è quello dei consumi pubblici, mentre calano tutte le altre componenti del PIL. Va da sé che si tratta di un dato che potrebbe essere temporaneo. Se la spending review dovesse essere realmente attuata, anche la spesa pubblica calerebbe, con gli effetti depressivi facilmente immaginabili.
di Rebecca Wilder – da Economonitor
L’Istat ha pubblicato i dati del 1 ° trimestre 2012 che testimoniano un crollo del PIL reale dell’economia italiana. Una debole domanda estera più una precipitosa caduta della spesa nel settore privato ha fatto calare il prodotto interno lordo (PIL) dello 0,8% rispetto al trimestre precedente (3,2% ad un tasso annualizzato). I punti salienti sono i seguenti:
- Gli investimenti fissi lordi (investimenti lordi al netto della variazione delle scorte) sono calati del 3,6% rispetto al trimestre precedente, o del 13,7% ad un tasso annualizzato. Questo è stato il tasso trimestrale di declino più rapido dal 1 ° trimestre 2009, quando gli investimenti fissi lordi sono diminuiti del 5% su base trimestrale.
- I consumi privati sono calati dell’1,0% rispetto al trimestre precedente, e del 3,9% ad un tasso annualizzato.
- Le importazioni sono diminuite del 3,6%, e del 13,6% su base annuale.
- Le esportazioni sono calate dello 0,6%, e del 2,2% ad un tasso annualizzato.
Questo è un prodotto della politica fallimentare a livello dell’area dell’Euro, e qualcosa deve essere fatto per interrompere questo circolo vizioso.
(tradizione Voci dall’estero)
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